Ministro, governatore, sindaco, sovrintendente, assessore riuniti al Collegio romano per sbrogliare la matassa dell'Opera di Roma, dopo l'uscita di scena di Muti. Dopo attento ed approfondito esame constatano che il clima in teatro non è pacificato. La constatazione meriterebbe una semplice ed immediata riflessione: bella scoperta. Pensavate forse che la notizia della vostra inutile riunione avrebbe disteso gli animi dei contendenti rabbiosi che si fronteggiano in teatro? Fuortes credeva che facendo la faccia feroce, avrebbe addomesticato le belve feroci; voi, sul suo esempio, pensate di non prendere decisioni e di rimandare tutto al Consiglio di amministrazione - che ricordiamo a chi non dovesse conoscere bene le cose, è espressione del ministero, regione, comune, insomma di tutti, manca solo la Santa sede? Il consiglio di amministrazione, espressione dei riuniti di oggi, dovrebbe prendere una decisione che i 'mandanti', riuniti oggi, non hanno preso, saputo prendere? Forse semplicemente si vuol prendere tempo? altri due giorni per contatti informali?
Forse il problema del ritorno alla normalità passa anche attraverso la permanenza o l'uscita di scena, per far ritorno alla più rassicurante casa di 'Musica per Roma', di Fuortes che agli occhi dei dimostranti è causa dei dissapori. Certo permanendo le ragioni di dissidio fra le fazioni ed il management il teatro non tornerà mai alla normalità. E, ne consegue, che persistendo tale clima nessun direttore voglia assumersi la responsabilità di gettarsi nella mischia di Aida, pensando di commettere uno sgarbo ( quale sgarbo? Muti non è certo l'unico direttore al mondo) nei confronti di Muti ( ma potrebbe gioire se la sua uscita dovesse essere l'inizio della fine? Non possiamo pensare simile cinismo) o temendo di dover, a prove avviate, dare forfait per il clima irrespirabile in teatro che metterebbe a rischio il lavoro di concertazione? Bella parola, tanto necessaria oggi!
E poi, che fine ha fatto la giovane bella direttrice, Fratta, che dovrebbe fare il grande salto professionale, giacchè nelle sue mani Marino vorrebbe riporre le sorti future dell'Opera? C'è da augurarsi che Marino per un pò stia zitto, non sapendo quel che dice anche a tal proposito.
Con Fuortes subito fuori, i problemi potrebbero risolversi? Rimandando o addirittura cancellando le opere affidate a Muti e quindi di fatto rimandando di oltre due mesi l'inizio della stagione, il teatro dell'Opera di Roma Capitale - è una beffa già il semplice nome; e che dire poi della pubblicità che i romani leggono sulle fiancate degli autobus: La grande opera. Sta per iniziare una nuova stagione?) ne trarrebbe un qualche vantaggio?
La stagione deve cominciare il 27 novembre con Aida, si trovi un bravo direttore, ve ne sono tanti che all'Opera di Roma non sono stati mai invitati; a casa Vald, van Hoecke ( i 'mutiani') doc; Fuortes tiri avanti fino alla fine dell'anno, ma annunciando in anticipo il suo ritorno a Musica per Roma: missione fallita. Nel frattempo si risolvano i problemi, e sono tanti, all'origine della grave conflittualità del teatro. E intanto si cerchi un vero sovrintendente, un vero direttore musicale ed un altrettanto vero direttore artistico, e, da ultimo, anche una vera direttrice del ballo, come forse la Abbagnato non sarebbe ! A casa anche il capo dell'Ufficio stampa, Arriva (tardi!), che in questi anni ha fatto il megafono dell'imbroglio: neanche lui sapeva nulla? ma come, lui così intelligente e sveglio non ha visto nè capito nulla? Tutti a casa, a trovarsi un altro padrone, come saggiamente faceva Leporello seguito da tutti gli altri attori del 'Don Giovanni' mozartiano.
Ma sin d'ora non si pensi o creda, illudendosi, che rimandando l'apertura e la risoluzione dei problemi, all'Opera accada qualcosa di buono.
E il ministero di quell'elefante di Nastasi per una volta provi a correre come una gazzella, cancellando tutte le occasioni di balzelli ingiuriosi - indennità per qualunqne cosa - che gettano fango e discredito sul comparto dei teatri italiani.
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