Dietro la decisione di inaugurare un nuovo festival in quel di Pompei ( Pompei Festival, naturalmente all'inglese, per ignoranti nella lingua italiana!), sito disastrato e assai chiacchierato, e di ospitarlo nel recentemente dissequestrato Teatro Grande, cementificato dai restauratori che per il Ministero erano evidentemente affidabili, affidandone la direzione ad una non meglio nota 'Associazione Sviluppo Sinfonico Siciliano', dipendenti due, fondatore e deus ex machina, Alberto Veronesi, c'è la totale incompetenza del ministro, non aiutata da chi evidentemente persegue fini diversi dal consigliare il ministro, incompetente nella materia affidata al suo dicastero - intendiamo naturalmente il direttore generale Nastasi, il solito.
Sorvoliamo sul fatto che per le due opere prossimamente in scena arrivi l'Orchestra del Teatro Bellini di Catania; sorvoliamo anche sugli annunci eclatanti del direttore Veronesi, per il quale Placido Domingo, e Obama e Merkel sono pronti a venire a Pompei, e sorvoliamo su Veronesi perché su di lui non c'è nulla che già non si sappia. Notiamo invece, che l'unico argomento non portato a Pompei da Veronesi, è quello dell'arrivo di sponsor, già sfruttato - ma pare senza risultati - a Palermo ( Orchestra Sinfonica Siciliana) e forse anche altrove? Ci siamo sbagliati, perchè in un proclama di Veronesi presente sul sito del ministero, c'è anche l'impegno da parte del direttore e di una Associazione Carnevale , pardon 'Carnovale' a trovare sponsor. E notiamo anche che non più tardi di qualche mese fa il Tar siciliano gli ha dato torto in merito ad un festival belliniano, strafinanziato, in contrapposizione ad un altro precedente festival sempre belliniano, fondato e diretto dal più grande regista e scenografo del mondo: Enrico Castiglione. Una lotta fra giganti, ognuno nel suo campo!
Ciò che Franceschini non sa e Nastasi finge di non sapere è che a Pompei si sono svolte tanti anni fa le 'Panatenee pompeiane': spettacoli memorabili ed orchestre strepitose dirette da fuoriclasse, altro che Orchestra del Teatro Bellini ecc... ecc...
Sorvolando sul fatto che quello di Pompei, di cui nei prossimi giorni avremo un'anteprima, parte come un festivalino e tale resterà, Franceschini per una volta non fa i conti della serva, non valuta cioè cosa voglia dire allestire uno spettacolo all'aperto, soggetto anche alle intemperie - da non sottovalutare - davanti ad una platea di 1000 posti appena ( che i pompeiani contano di portare a 1600 circa) il cui incasso medio sarebbe di 40.000,00 Euro, di cui il 10 % andrebbe a Pompei, che dovrebbe essere la 'Verona del sud', da contrapporre a quella del nord che ha una platea di appena 14.000 posti a sera. Ciò vuol dire che Pompei ricaverebbe dall'allestimento o da una stagione di allestimenti sì e no 50-60.000 Euro, a fronte di spese forse dieci volte tanto,solo per gli allestimenti. Chi glieli darà questi soldi a Pompei, ma sarebbe più esatto dire a Veronesi? I Comuni del circondario di Pompei interessati al turismo archeologico? O il ministero che ora ha già deciso di finanziare questa anteprima? Oppure Nastasi e soci andranno a pescare nella cassa di Arcus che nel corso degli anni ha finanziato anche iniziative infinanziabili? Quei comuni, compreso Pompei, sperano di aumentare il flusso turistico con spettacolini da quattro soldi? Ma se Pompei è il sito fra i più visitati, che incremento potrebbe portare uno spettacolo fatto per quattro gatti che costa però almeno dieci volte quello che farebbe incassare? O quel festivalino dovrebbe servire a rendere più tollerante l'opinione pubblica sulle disfunzioni, sotto gli occhi di tutti, riguardanti il più grande sito archeologico del mondo?
Ma come si fa a pensare che quel festival di paese può essere il volano per lo sviluppo del turismo nel meridione? Questo il risultato delle decisioni assunte da ministri incompetenti, che nel caso della cultura, sono fra i primi della classifica. Dell'incompetenza.
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