Muti lascia Roma anche perchè Pappano, in febbraio, e dunque ad un paio di mesi di distanza dalla 'sua' Aida di novembre all'Opera, ha messo in programma Aida a Santa Cecilia. Anche se non è la ragione principale, potrebbe aver contribuito all'allontanamento traumatico di Muti da Roma?
Chi ha inventato tale idiozia, e a che scopo qualcuno la alimenta? Potrebbe mai Muti, un gigante della direzione, temere l'affronto - se di affronto si può parlare - di una 'pulce' - come senza ragione ed ingiuriosamente qualche esegeta accreditato della 'vulgata' di Muti, ha definito il direttore suo dirimpettaio a Santa Cecilia? E Allora Pappano che avrebbe dovuto fare quando, anni fa, nel mentre suo padre era in fin di vita - se ricordiamo bene - dovette sostituire all'ultimo minuto al Covent Garden, Muti che dichiarò forfait per un' opera del grande repertorio in programma? In questi anni di tormentata coabitazione a Roma di Muti e Pappano, è stato Pappano, giustamente, a causa dell'età, a recarsi all'Opera a salutare Muti, mentre Muti questa cortesia non l'ha mai ricambiata all'altro direttore italiano che oggi è ricercato quasi quanto lui in ogni parte del mondo.
Per noi si tratta di semplice idiozia e basta. Altrimenti dovremmo pure noi ricorrere ad un' altra similitudine; a quella che vorrebbe certi giganti reggersi su piedi di argilla!
Piuttosto la cosa ci impensierisce, semplicemente guardando il 'nuovo' Marino, quello con la barba, tornato di fresco dagli USA, sua patria per anni, oggi matrigna. Il quale da tempo sta lavorando ad un progetto avveniristico: fare di due fondazioni lirico-sinfoniche, una sola, con grande risparmio per la comunità e gravissima offesa alla musica, della quale naturalmente Marino non si dà pena.
Questo è il momento. L'Opera senza Muti è allo sbando, anche se con i conti a posto; Santa Cecilia è attraversata da tempeste interne a causa della gestione Cagli - che minaccia dimissione da tempo e, diversamente da Muti, non si dimette mai - mai momento più propizio per farne di due una.
Naturalmente tutti ci auguriamo che non accada, ma con un sindaco/presidente del teatro, chirurgo esperto di trapianti, un intervento, con circolazione 'extracorporea' - aggiunta alla 'sua' extracorporeità al mondo della musica - di sostituzione e rimpiazzo di organi, è comunque da temere.
Attendiamo le prossime mosse di Marino e Fuortes.
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