Fra le tante idiozie ascoltate o lette questi giorni, c'è anche quella che vuole il sistema che si intenderebbe instaurare in Italia - e cioè: orchestra con contratti a tempo determinato, con un carico di prestazioni predeterminato e il resto del tempo impiegato dai singoli per la libera professione - sarebbe in atto in buona parte dell'Europa. Ma come si fa a sentire simile sciocchezze senza sobbalzare sulla sedia?
Vanto di ogni orchestra di qualità è la solidità e continuità del lavoro d'insieme, condizione indispensabile per creare e tramandare tradizione musicale e stile, ma anche qualità e individualità del suono.
Vero è che all'estero, le orchestre, a maggior ragione le migliori, fanno continuamente verifiche artistiche fra gli orchestrali: chi non è all'altezza va via. Ma è evidente che gli orchestrali fanno a gara per restarvi, dimostrandosi all'altezza del ruolo ricoperto, in ogni verifica. Questo sarebbe salutare, non ciò che si vorrebbe proporre in Italia.
Quando durante l'estate, nel corso del Festival di Salisburgo, il più importante del mondo, ci si lamenta spesso degli 'aggiunti' in orchestra anche dei Wiener o Berliner - non nell'orchestra dell'Opera di Roma, con buona pace del maestro Muti - e il lamento riguarda l' aggiunta di professori a tempo 'determinato', necessaria per l'enorme mole di lavoro che attende l'orchestra dei Wiener, orchestra stabile del festival - ci lamenta perchè quell'orchestra, popolata, qualche volta troppo, di aggiunti, non risulta più all'altezza del suo nome.
Figurarsi se questo può interessare ai nostri governanti ed a quelli oggi impegnati nella soluzione del rebus dell'Opera di Roma.
Che gliene fotte a loro se il paese che ha inventato l'opera ed anche la musica - possiamo ugualmente dirlo - si riduce a ciò che essi vogliono si riduca, mettendo sotto i piedi la qualità necessaria, senza la quale la musica non esiste ?
Sorprende poi il fatto che i giornali che riportano simili idiozie, non si prendono la briga neanche di un piccolo, magari soltanto sommesso, commento - ma che state dicendo?- in seguito a verifica dei fatti
Il che dà la misura di quanto un paese di ignoranti sia perfettamente riflesso, oltre che nei suoi governanti, anche nei suoi giornali.
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