Possiamo dirlo che la notizia del licenziamento di De Martino dall'Opera di Roma ci può far sperare che giustizia si può fare, almeno in qualche caso? De Martino all'indomani della sua 'cacciata' come Sovrintendente - al suo posto arrivò Fuortes - riprese il suo ruolo di direttore generale, incarico che aveva al suo arrivo nel teatro, prima di essere nominato sovrintendente, con la benedizione di Alemanno ed anche Muti - diciamola tutta. Il suo nuovo contratto, quinquennale, prevedeva il compenso annuo di 180.000 Euro. In cinque anni, per fare due conti, l'Opera al dissipatore di fondi pubblici (10 milioni ed oltre di deficit nel solo esercizio 2013) assicurava emolumenti per quasi 1 milione di Euro. Bella ricompensa! Ora De Martino va a casa, e dovrà cercarsi un altro lavoro. Quei compensi chi glieli dà, dopo Alemanno? Ma come ha fatto a fare quel buco enorme ? Portavoce Cappelli ( Corriere della Sera): 'Ci sono state scelte artistiche sbagliate, come il giovanile 'Rienzi' wagneriano'. Le scelte artistiche sbagliate e l'amministrazione allegra erano tante;
andrebbe riesaminata l'intera gestione, e le consulenze inutili e costose, cui in questi ultimi giorni i sindacati fanno riferimento. Adesso Fuortes può lavorare senza sentirsi sul collo il fiato del 'deficitatore', e l'insulto della sua presenza in teatro, nonostante i danni procurati. Ora dovrebbero cadere anche altre teste, come il direttore artistico, e Muti deve convincersi che avere al fianco persone competenti ed autonome in fondo porta acqua al suo mulino. Purchè Fuortes non faccia arrivare anche a Roma, come ha fatto a Bari, la compagnia di giro che si porta dietro dappertutto. Teme di avere un calo di rendimento da solo, o in ambiente che reputa ostile.
A Bari, Petruzzelli, è prevalsa la scelta 'pugliese', con la nomina di Biscardi di Monopoli, a sovrintendente, debuttante in tale ruolo. Biscardi per anni, forse più di un decennio, è stato direttore artistico a Cagliari, e negli ultimi tempi ha lavorato a fianco di Abbado con la Mozart ( forse un suggerimento di Meli, amico del maestro e compagno di lavoro in gioventù della figlia del maestro, Alessandra, e sovrintende a Cagliari un tempo, con Biscardi direttore artistico, ora tornato per la seconda volta sul luogo del delitto:deficit).
Si è dato, finalmente, a Dante, Emma ciò che le spetta. Insegnare teatro nella sua città, Palermo, dove la precedente amministrazione l'aveva praticamente dimenticata, anzi esclusa. Forse sarà una delle cose buone per ricordare il sindaco Orlando; e forse riuscirà a farci dimenticare il probabile imminente ritorno del suo assessore Giambrone al timone del Teatro Massimo, dove era già stato già sovrintendente nella precedente amministrazione Orlando.
Il Palladium senza soldi che licenzia dalla direzione artistica la Fondazione RomaEuropa (Grifasi-Veaute), nelle stesse giornate in cui Emma Dante presenta il suo ultimo spettacolo è una brutta storia. Non ci sono soldi, il teatro torna a Roma Tre che ne è la proprietaria; poi, dal cilindro della Regione ( Assessorato alla formazione) sbuca fuori una dotazione per aprirvi una scuola. RomaEuropa commenta 'che scuola?', e sfodera i numeri delle sua passata positiva gestione. Assicurazioni per il futuro, promesse sia dalla Regione che dal Comune, il cui assessore Barca, è il principale imputato di questa come di tante altre criticità culturali della Capitale. Sembra una storia , brutta bruttissima, tutta interna alla sinistra. Mentre - ci è concesso un piccolo suggerimento? - non sarebbe ora che anche nelle istituzioni culturali della città, come RomaEuropa ed altre , ci fosse un ricambio al vertice? Mica possono credersi eterni.
Infine Saggese. per via del ballerino di tango scritturato per far danzare nell'aria i futuri astronauti. E' una delle tante troppe anomalie dell'ASI ( Agenzia Spaziale Italiana) presieduta dall'ingegnere elettronico Saggese, del quale abbiamo appreso dai giornali che deve la sua nomina all'amicizia, nata sui banchi di scuola, con Maurizio Gasparri. Sì, lui che fa nominare il capo dell'ASI che, a sua volta dà da mangiare a tutti gli amici, e spende a spande soldi pubblici. Ma non bastava mantenere Gasparri, del quale non abbiamo ancora capito che ruolo (mestiare) svolga, ci voleva anche Saggese? Anche lui dimesso.
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