Un nostro assiduo lettore ci segnala, dopo aver letto i nostri ultimi post sui compensi, alcune anomalie, anzi mancanze. Il lettore in questione è nostro confratello: un cantastorie. Ci segnala , ad esempio , che nel sito dell'Accademia Filarmonica Romana, compaiono nella sezione amministrazione trasparente, solo i dati di Baratta presidente (che prende zero Euro, forse ci si dovrà rivolgere al sito della Biennale per capire in che misura già grava sulle casse pubbliche; grava già per 130.000 Euro, non una enormità, tutti i suoi direttori artistici sono meglio compensati ed anche il direttore generale. Ma vuoi mettere il presidente) e di Cesare Mazzonis che prende un'elemosina ( 7.000 Euro) e ci dice come mai non ci sono i dati del direttore generale della produzione e dell'assistente alla direzione artistica, citando nomi e cognomi degli interessati, presenti nell'organigramma e assenti nel settore dell'amministrazione. Già, come mai, presidente Baratta?
E poi ci consiglia di guardare il sito della IUC, altra benemerita storica istituzione musicale della capitale. Lì, addirittura, la pagina dell'amministrazione trasparente è in 'CONTRUZIONE' (crasi di : confusione e costruzione?). Nell'organigramma si notano due 'Fortuna' presenti. Una non bastava? Giusta osservazione.
Siamo poi andati a vedere altri siti importanti per constatare de visu se le rispettive istituzioni avevano ottemperato alla legge che prescriveva la pubblicazione entro il 1 febbraio. Va sottolineato che in alcune di esse, la voce 'amministrazione trasparente' è messa in maniera da risultare il meno visibile, ma poi i dati ci sono: ad esempio GOG genovese, Unione musicale Torino, Amici della Musica Perugia, i compensi dei rispettivi direttore artistici( Borgonovo, Pugliaro, Batisti) vanno da 51 a 57 mila Euro annui. Compensi , possiamo dire equi, se uno fa veramente il direttore artistico ed è impegnato nella formulazione del calendario ed anche nella organizzazione dei singoli concerti.
Ma navigando da un sito all'altro, si scoprono delle anomalie. Ad esempio, a Bologna, Gavazzeni , critico musicale de Il Giornale, sul quale anche noi abbiamo scritto per oltre un decennio, riceve oltre 30.000 Euro come compenso per la cura dei programmi di sala. Ciò che ci colpisce è però il fatto che lui fa di mestiere il critico musicale, il che a noi sembra una'anomalia. Faccia il musicologo per il teatro o il critico per Il Giornale, non tutt'e due le cose.
E ciò riporta a galla un problema che da sempre abbiamo sollevato: e cioè la situazione anomala di coloro che fanno contemporaneamente due mestieri in evidente conflitto di interessi, perché sarebbe come se uno facesse contemporaneamente il medico ed il becchino, senza che nessuno dei rappresentanti delle due onorevoli professioni si offenda.
Ma tutto questo accade perchè il Ministero emana leggi e regolamenti e poi non controlla. Quante sono ancora le istituzioni che non hanno pubblicato tali dati? che si aspetta a dire a coloro che non l'hanno fatto entro il 1 febbraio, che quest'anno non avranno diritto a ricevere lo stesso finanziamento dell'anno passato. Almeno una multa, altrimenti la solita storia delle leggi che esistono, ma che nessuno fa osservare. E in Italia questo è un costume antico.
Nessun commento:
Posta un commento