Nella società del 'magnamagna' e del 'fregafinchepuoi', Marchionne è un 'figo' e la Cattaneo è una 'sfigata', in ragione di quanto l'uno e l'altra guadagnano, anche se onestamente. Marchionne guadagna tantissimo dunque è al vertice della considerazione di tutti i cittadini della suddetta società; la 'Cattaneo', che uno stipendio decente l'ha visto solo da quando è stata nominata da Napolitano 'senatrice a vita', di considerazione nella suddetta società non ne riceveva affatto in tutti gli anni passati fra vetrini e microscopi a fare ricerca medica e biologica. Nulla conta il fatto che le sue ricerche siano importanti e più produttive, anche in prospettiva storica, di ciò che produce Marchionne. Conta il fatto che Lei agli occhi di tutti valeva poco. E perchè, direte? Perchè nella suddetta società se guadagni molto sei qualcuno; se guadagni poco o pochissimo sei come una merda, ci si perdoni il paragone.
Ragionando secondo questa logica perversa, secondo la quale - permetteteci ancora un esempio - non c'è insegnante che valga qualcosa, pur ricoprendo un ruolo fondamentale nella società, superiore a quello di Marchionne - ne siamo profondamente convinti - siamo andati a spulciare le classifiche dei compensi dei dirigenti delle fondazioni liriche e delle più importanti istituzioni musicali le quali tutte, secondo una recente legge, devono esporre nei propri siti, curriculum e compenso dei loro vertici, come anche dei collaboratori a vario titolo. Esulano da tale obbligo i compensi artistici. Per spiegarci meglio, prendendo un caso a tutti noto, quello di Pappano, direttore musicale dell'Accademia di Santa Cecilia. Pappano riceve un compenso complessivo per tale sua prestazione, a tale compenso vanno poi aggiunti i compensi per i singoli concerti diretti in sede e nelle tournée.
Premettiamo che a tale obbligo di legge non hanno ancora ottemperato parecchie fondazioni liriche delle 14 italiane, e devono farlo quanto prima perché da tale obbligo dipende la concessioni dei finanziamenti pubblici. Mancano all'appello: Milano (Scala), Roma ( Opera), Cagliari (Comunale), Trieste (Verdi) e Genova ( Carlo Felice). Ancora una premessa: esulano dai compensi menzionati i vari benefit che molti dei sovrintendenti e direttori artistici ricevono a vario titolo, quali macchina con autista, appartamento, rimborso spese di vario genere - queste ultime in linea di massima riguardano la quasi generalità dei nostri dirigenti. Nel caso della Scala ad esempio, Lissner aveva dichiarato alla Aspesi, a seguito di polemiche roventi, che lui guadagnava 400.000 Euro, ma non aveva citato i vari benefit che portano, così sembra e non è stato mai smentito, il suo costo per il teatro milanese a quasi 1 milione di Euro. Nell'elenco citeremo i compensi dei sovrintendenti e direttori artisti, ove non diversamente specificato.
Cominciamo dall'Accademia di S.Cecilia, il cui vertice 'artistico' è affollatissimo, ed ha anche un'altra anomalia, quella che il sovrintendente è, per statuto, anche direttore artistico e che perciò- così si specifica sul sito - ha due compensi che naturalmente si sommano: Cagli, 300.000 ( 200.000+100.000); Pappano, 150.000; Bucarelli, 134.000; Dall'Ongaro, 30.000; Nicoletti, 69.000; Cupolillo, 166.000. A Santa Cecilia insomma c'è un sovrintendente-direttore artistico, un direttore musicale, un segretario artistico, un consulente della direzione artistica, un vicepresidente con incarichi nella direzione artistica, un dirigente per la produzione artistica. Basta così? A proposito dello stipendio di Cagli, sembra che l'ultimo aumento se lo sia fatto Luciano Berio e che Cagli lo abbia mantenuto, beneficiandone suo malgrado.
Nella considerazione generale, relativamente ai guadagni, dopo Cagli viene Girondini, all'Arena di Verona. Girondini, 250.000; Gavazzeni, 98.000. A seguire dobbiamo mettere Musica per Roma , dove il suo amministratore delegato Fuortes guadagna 230.000 cui sono da aggiungere per i mesi in cui è stato al Petruzzelli altri 48.000. Poi c'è Pimpinella, 135.000; Severini, 100.000; Pizzo, 48.000
Procediamo con ordine, decrescente. Teatro Regio di Torino. Vergnano, 187.150; Noseda 53.140.
Vergnano è fra i sovrintendenti quello che vanta la più lunga permanenza 'consecutiva' al vertice di un teatro - altrimenti lo supererebbe Cagli; e per Noseda, a quel compenso vanno aggiunti i guadagni per i singoli concerti ed opere che dirige nel corso dell'anno e nelle tournée, come per Pappano. Segue La Fenice di Venezia, l'unico teatro con bilanci solidi e programmazione davvero innovativa. Chiarot, 167.658; Ortombina, 165.000, Conte, 80.000.
Napoli, commissariata perchè in bancarotta, al vertice del San Carlo compensa così : Purchia, 151.678; De Vivo, 80.000. Al Comunale di Bologna: Ernani,112.246,Sani 68.640.
Al Teatro del Maggio fiorentino, commissariato, il commissario Bianchi,103.000,Tangucci 100.000.
Petruzzelli di Bari: di Fuortes abbiamo già detto ( 48.000); Donnini 46.800;Pizzo, 10.000. Per il teatro barese sarebbero necessarie alcune spiegazioni, perchè i contratti riguardano periodi brevissimi. insomma c'è un pò di confusione sotto il cielo; e nella speranza che ci si accorga delle incongruenze, si continui a gridare nel frattempo al miracolo di aver imbandito una tavola con due pani e due pesci, giacchè siamo in città marina.
Per il Massimo di Palermo, commissariato, a fronte dei compensi qui di seguito riportati, va esteso il discorso già fatto per il petruzzelli di Bari. Iozzia, 60.000; Amato, 20.000.
Citiamo , per curiosità un teatro che non è fondazione lirica, il Teatro Regio di Parma: Fontana 140.000; Arcà, 100.000, i cui compensi nonostante la più ridotta attività sono agli stessi livelli delle fondazioni liriche, anche le più attive.
C'è da aggiungere che ad eccezione del commissario messo da Renzi a Firenze, gli altri commissari lavorano gratuitamente (Palermo, Napoli).
E per i direttori musicali, principali o stabili a seconda dei casi, Rustioni, a Bari, lo è a titolo gratuito; stesso discorso per Matheuz a Venezia, che non è neanche citato; e forse anche per Muti , direttore 'onorario a vita', a Roma, come anche per Zubin Mehta a Firenze. Non sappiamo di Barenboim alla Scala, come anche di Luisotti a Napoli.
Al termine di questa sufficientemente eloquente sequenza di cifre, si può concordare con coloro i quali sosterrebbero che chi guadagna di più vale e rende di più, oltre ad avere una responsabilità più grande? Certamente no. Perchè i vari compensi non sono mai messi in rapporto ad una buona amministrazione, perchè se così fosse, ogni volta che un teatro viene commissariato - e i casi sono molti e ricorrenti - i resposnabili del disastro dovrebbero rispondere della loro cattiva amministrazione. Nè si può dire che i compensi vanno messi in relazione alle maggiori o minori responsabilità amministrative, se, nel caso di Cagli, abbiamo il compenso più alto per il bilancio più piccolo. E allora? Allora continua ad esserci troppo disordine sotto il cielo della musica in Italia; anche perchè nessuno si decide a mettere ordine.
ULTIM'ORA. Anche l'Opera di Roma ha reso noti i compensi dei suoi masismi dirigenti: Fuortes 13.000 Euro, Vlad 95.000; De Martino , mandato via da sovrintendente, ma paracadutato nell'incairico di direttore generale e del personale, ha un compneso di Euro 180.000. UNA VERGOGNA. Doivrebbe pagare aòl tetaro i dieci milioni di buco fattoi in un solo anno.
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