Che nel nuovo governo presieduto da Matteo Renzi ci fossero delle fighette ma di sinistra, era noto a quanti seguendo le cronache di queste ultime convulse giornate, hanno potuto ammirare, ad esempio, la Boschi, 'Carfagna' di sinistra ma di colore castano, il cui nome si appunta su parecchi ministeri; alcuni troppo impegnativi per un giovane avvocato (Giustizia), o altri, più calibrati per Lei, come quello delle Riforme o dei Rapporti con il Parlamento. Naturalmente la differenza tra fighette di destra e sinistra non sta solo nella parte dell'emiciclo di Montecitorio dove siedono. Ancora della Boschi, oltre la sua aristocratica disinvolta avvenenza, non sappiamo molto, mentre invece delle fighette di destra sappiamo quasi tutto. Si riconoscono perchè griffate dalla testa ai piedi, disposte a lanciarsi in azioni spericolate per salvare il loro salvatore; ma anche le griffes che si sono guadagnate impegnandosi nella lotta. Preferiscono discoteche e pub a sale da concerto e teatri, dicono di aver visitato mostre che , invece , si sono guardate, facendole scorrere sull'iPAD. Ed, infine, che a causa del loro dichiarato impegno in qualunque attività le venisse assegnata dal salvatore, sono state impiegate in settori di cui non conoscevano forse neanche l'esistenza, e, comunque, quasi sempre al di là di ogni loro seppur minima competenza. Si spera, anche se non è possibile per ora averne certezza, che il Renzi furioso le impieghi le sue fighette in ambiti in cui possono da subito ben figurare, come non sarà nel caso della povera Madia, spaesata, non timida, come qualcuno va difendendola. Poi c'è anche da sistemare la Moretti, che dall'essere l'ombra di Bersani, neanche un anno fa, s'è votata 'anema e core' a san Matteo fiorentino.
Dunque per quanto nutriamo seri timori, speriamo nel meglio.
Dove invece non speriamo affatto nel meglio è nel settore fighetti, dati per certi nella nuova compagine governativa. I fighetti di sinistra si riconoscono perchè aborriscono le griffes e preferiscono lo stramiciamento e per questo riconoscibilissimi. E poi perchè sono sinceramente detestabili, e snob.
Da giorni corrono sulle bocche cucite di tutti, sottovoce, alcuni nomi, per un ministero al quale siamo direttamente interessati, quello dal quale va subito a casa Bray: il dicastero della cultura e turismo. S'erano fatti i nomi di Farinetti che sicuramente amerebbe la cultura italiana e la difenderebbe come ama e difende il Bel Paese , od anche quello di Orfini, già responsabile della cultura per il PD che noi abbiamo ascoltato qualche mese fa in una pubblica manifestazione delle istituzioni musicali dire parole chiare, anche sulla svolta decisiva da imprimere al Ministero ( fuori Nastasi! lo disse chiaramente).
E, invece, viene fuori il nome di Alessandro Baricco, il fighetto più snob della sinistra lontana dal potere. Non possiamo dimenticare quello che negli ultimi tempi ha scritto su 'Repubblica', a proposito delle istituzioni musicali, per le quali vanta una certa competenza, già espressa in qualche saggio e in quelle sue trasmissioni, per superintelligenti , a Rai Tre, ' L'amore è un dardo'.
Baricco scriveva che i teatri, case del melodramma che il mondo ci invidia e per il quale soprattutto ci conosce e che, ancora oggi, ama, forse più di quanto l'amiamo noi stessi, andrebbero chiusi, perché sanno di vecchio, e quei soldi a loro destinati, tanti in termini assoluti, girati alla televisione, unica vera espressione di cultura popolare di oggi, come esattamente due o tre secoli fa lo fu il melodramma.
Capito quali chiari di luna ci attendono con il fighetto di sinistra Baricco ministro? Noi tifiamo per Farinetti e Orfini.
Alla fine Baricco, interpellato direttamente da Renzi, sì è chiamato fuori, rinunciando definitivamente alla sua candidatura a Ministro della cultura. Per noi è una buona notizia.
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