Tutti a dire che in Italia con la musica ci si arricchisce. Lo dicono se non proprio tutti, in tanti dopo aver letto quanto guadagnano i dirigenti massimi delle nostre più prestigiose istituzioni musicali, facendo un lavoro fra i più entusiasmanti del mondo che ora si scopre essere anche fra quelli meglio retribuiti, se si eccettuano i grandi magnaccia di Stato. Questi guadagnano certo dieci volte e più dei nostri dirigenti musicali però fanno una vita stressante e sempre sul punto di doversi barricare nei rispettivi uffici dorati, rincorsi dai loro dipendenti armati di spranghe e bastoni.
Ad onor del vero ciò è accaduto anche a qualche sovrintendente. L'ultimo caso che ricordiamo, di pochissimi anni fa, fu quello di Tutino , al Teatro Comunale di Bologna. Alla fine se ne dovette andare, ma il Ministero premiò la sua fedeltà al dicastero, chiamandolo a far parte di una sua commissione centrale. Stop, perchè ora siamo andati, presi dalla foga, fuori tema.
Torniamo a bomba, per rendere merito ed onore ai nostri volontari della onlus 'Musica italiana' - senza scopo di lucro.
Abbiamo saputo dalla rete che riporta tali cifre che Cesare Mazzonis attuale direttore artistico della Orchestra sinfonica nazionale della Rai con sede a Torino, per il suo - secondo - incarico: direttore artistico della Filarmonica Romana, riceve il compenso di Euro 7.000 netti fino a tutto febbraio 2014. Un direttore così tutti lo cercano: ha un gran nome ed una lunga esperienza, un passato nelle istituzioni più prestigiose e lavora praticamente gratis a Roma. Come anche il caso di Guido Barbieri, direttore artistico ad Ancona, presso la Società di concerti 'Michelli' , il quale si occupa della stagione di concerti per 9.000 Euro lordi a stagione, dalla Società di concerti 'Barattelli' dell'Aquila, dove Barbieri ha il medesimo e secondo incarico , non sappiamo quanto prende. Immaginiamo su per giù quello che gli danno ad Ancona. (Anche Alessio Vlad al Teatro delle Muse di Ancona prende 'solo' 20.000 Euro - ma lì fa un'opera per stagione! - mentre non siamo riusciti a sapere quanto gli danno all'Opera di Roma e al Festival di Spoleto. E vorremmo saperlo).
E allora i casi sono due: o Barbieri, pur di fare esperienza di direzione artistica in previsione di traguardi futuri più remunerativi e prestigiosi, è disposto a lavorare gratis, come sta facendo; oppure delle due stagioni, anconetana ed aquilana lui non si occupa affatto, giacché è anche occupato ad insegnare, a scrivere per 'Repubblica' ecc.., perché sono altri ad occuparsene in sua vece, primi fra tutti i potentissimi agenti che sono, in un' Italia così concepita, i veri direttori artistici. E, di conseguenza, se pagano già gli agenti, perché le istituzioni dovrebbero pagare anche i direttori artistici? Il caso di Mazzonis meriterebbe una diversa riflessione, che ora non abbiamo il tempo di fare. C'è solo un piccolo problema: le stagioni sono diventate tutte uguali, e gli artisti in circolazione sono quelli degli agenti con più potere, a danno delle facce nuove, dei più giovani e degli artisti italiani, in questi tempi di crisi i più penalizzati. Lo andiamo dicendo da tempo senza che nessuno ci ascolti.
Un momento. Non mancano, però, quelli che si fanno pagare ancora profumatamente. Come, ci sembra, faccia Gabriele Vacis che, per dirigere 'I teatri' di Reggio Emilia riceve un compenso di 187.200 Euro, il che ci spiega come mai il suo predecessore in quell'incarico, Daniele Abbado, di professione regista come Vacis, ha fatto di tutto per non schiodare. Ma forse Vacis, per le caratteristiche del contratto che lo lega a Reggio Emilia, se li merita tutti. E sia.
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