La curiosità di sapere quanto guadagnano coloro che, in Italia, gestiscono la musica, se non porta con sè anche qualche riflessione,seguita da necessaria risoluzione, è assolutamente vana. abbiamo, intanto, appreso che Lissner è il più pagato con oltre 500.000 Euro - più di qualunque altro manager di grande istituzione musicale in Europa - come riporta il sito del teatro milanese - a proposito di siti ve ne sono tanti di istituzioni musicali medie che ancora non si decidono a mettere in rete i dati, come vuole la legge; che aspettano? - mentre il sito del Ministero riporta una cifra quasi doppia : 800.000 Euro (diamo cifre arrotondate per eccesso o difetto, tanto la solfa non cambia). Segue a ruota Bruno Cagli dell'Accademia di Santa Cecilia, con 300.000 Euro - evidentemente seccato di dover rivelare il suo compenso sinceramente enorme, ha fatto sapere che quel compenso è la somma dei compensi per le due cariche che egli riunisce nella sua persona : sovrintendente e direttore artistico. E se fosse stato anche direttore generale, avremmo avuto un'altra aggiunta? Il guaio è che, a detta del Sole 24 Ore, la direzione artistica di santa Cecilia sarebbe fra le più popolate di dirigenti e dunque in assoluto la più costosa, nonostante il direttore artistico/sovrintendente. E se fosse stato un teatro, invece che una istituzione sinfonica, quanto sarebbe costata la nostra amata Santa Cecilia? Dopo La Scala, perciò, Santa Cecilia, almeno ora, perché se le statistiche le avessimo fatte qualche mese fa, vi avremmo messo al secondo posto l'ing. Francesca Colombo, milanese, sovrintendente al Maggio Fiorentino per volontà di Renzi e suggerimento di alcuni salotti milanesi, invisi a qualche frangia della sinistra chic, che aveva un compenso di 300.000 Euro, solo per la fare la sovrintendessa.
Dopo Milano e Roma c'è Verona: Girondini, per grazia di Tosi suo sindaco e benefattore, guadagna 250.000 Euro; subito dopo Vergnano a Torino che in una quindicina d'anni al vertice del Regio, ha raggiunto la bella somma di quasi 190.000 Euro: per anno, s'intende.
E, infine, un gruppo di sovrintendenti, a partire da quello della Fenice, Chiarot, che sta fra i 160.000 e 170.000. Il quale compenso ci sembra adeguato alle responsabilità ed alla mole di lavoro che comporta la reggenza dei teatri - un mondo in continua fibrillazione.
Ve ne sono, ruota di scorta virtuosa, alcuni altri il cui compenso è ancora inferiore, solitamente si tratta di teatri che hanno bilanci disastrati, nonostante il fondo Bray e che quindi sarebbe davvero stonato se avessero al vertice un manager superpagato.
Mancano a quest'appello sommario alcuni casi.
Fuortes che dall'Opera di Roma prende solo 13.000 Euro, ma ne prende ben 230.000 da Musica per Roma; Fontana che al Regio di Parma ha un compenso di 140.000 Euro, nonostante che l'attività del teatro parmense sia inferiore a quella già abbastanza diradata della quasi totalità dei teatri; e ci manca ancora di sapere quale compenso si dà Mauro Meli che ha fatto ritorno a Cagliari, dopo la prima esperienza conclusa su una voragine di debiti; come anche Biscardi, al Petruzzelli da pochi giorni.
Infine ci sono teatri commissariati che presentano ulteriori anomalie. A Napoli, ad esempio, c'è il Commissario (che presta la sua attività gratis) ma resistono sia sovrintendente che direttore artistico; a Palermo il Commissario lavora anch'egli gratis; mentre il Commissario di Firenze, Bianchi, voluto dal sindaco Renzi è l'unico a percepire un emolumento pari a quello dei sovrintendenti.
Ciò detto, il costo di un sovrintendente è quello che ci raccontano i loro compensi? Affatto. Essi godono anche di benefit non irrilevanti (casa, macchina ecc...) che vanno ad aggiungersi ai compensi e che non si fa obbligo di dichiarare, consentendo quindi un bilancio 'falso' dei rispettivi teatri.
I direttore artistici, altra figura apicale delle istituzioni musicali, viaggiano - almeno quelli delle istituzioni più prestigiose - fra i 130.000 e 140.000 Euro, con la sola eccezione della Fenice , il cui direttore artistico, è per lo stipendio, alla pari del sovrintendente. Gli altri un pò meno, salvo alcuni, come Bologna , che non arrivano a guadagnare quella cifra, ma una molto inferiore (sui 70.000 Euro).
Poi ci sono i capi degli Uffici Stampa. Diciamo che la media è di 80.000 Euro; ad eccezione di qualcheduno che guadagna molto di più, e taluni proprio in casi in cui la buona stampa i teatri se la sono assicurata attraverso altre vie. E su questo il sovrintendente della Fenice, in una bella intervista rilasciata a Music@, ha messo in guardia dalle stagioni che si fanno belle 'con le rassegne stampa'- non sempre affidabili , voleva dire il sovrintendente veneziano - piuttosto che con i bilanci in ordine e indici di produttività nella media dei teatri europei.
Al termine di tale fatica ragioneristica, sarebbe opportuno tirare le somme. Ma non spetta a noi farlo, dovrebbe farlo il ministero, allineando i compensi. Non sarebbe compito neanche degli amministratori locali perché - come nel caso di Milano - sono stati loro ad offrire il companatico a Lissner quando l'hanno voluto; e neppure i vari consigli di amministrazione che - alla stregua dei politici nostrani - si aumentano gli stipendi alla faccia del popolo che soffre ( lo fece anche l'integerrimo, venerato Luciano Berio appena insediato a santa Cecilia, ritenendo il suo compenso, e gli annessi benefit, non all'altezza del suo rango, e senza che nessuno protestasse).
DEVE intervenire il ministero che dà i soldi - solo il ministero può farlo - a mettere ordine e ad allineare i compensi a quelli medi, tagliando con decisione le punte, assolutamente INGIUSTIFICATE. Lo farà? Potrà farlo il direttore generale dello Spettacolo, Nastasi, che ha uno stipendio non lontanissimo da quello di Lissner? Il pesce, si dice, puzza dalla testa.
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