Ogni amministrazione ha l'obbligo di pubblicare sul
proprio sito istituzionale nella sezione: ‘Amministrazione trasparente’, i
curricula e i compensi dei soggetti, nonché i curricula dei titolari di posizioni
organizzative, redatti in conformità al vigente modello europeo. Recita così
l’art. 9 comm.1e 2 del Decreto Legge n.91, dell’8 agosto 2013, divenuto Legge il
7 ottobre 2013, n.112.
Le
istituzioni finanziate con denaro pubblico, a questo punto, obbligate per
legge, devono adeguarsi. Santa Cecilia che vuol continuare ad essere
considerata - giustamente - ‘prima della classe’, si è subito adeguata. A
questo punto devono farlo anche tutti gli altri, dalle fondazioni lirico
sinfoniche a festival e istituzioni concertistiche finanziati con soldi
pubblici.
Sono esclusi
da tale obbligo tutti i compensi artistici. Tanto per fare il caso di Santa
Cecilia, Pappano ha uno stipendio come ‘direttore musicale’, incarico di
collaborazione, ma quali siano i suoi compensi per i concerti e le tournée
l’Accademia non è tenuta a rendere pubblici. Sono lì i veri guadagni per gli
artisti, i compensi da direttore musicale od altro, sono puramente formali ed
ininfluenti sul reddito totale degli artisti interessati. Diciamo che in questa
seconda voce, molto più consistente, ha un peso il ‘mercato’ degli artisti
scritturati. Anche se resta sempre valida l’accusa che tutti rivolgono
all’Italia - l’ha fatto anche Pappano - e cioè che l’Italia paga molto di più
delle altre nazioni i musicisti. E forse anche qui, lo Stato che finanzia,
dovrebbe pretendere che si rispetti un ‘tetto’, tante volte invocato, qualche
volta fatto finta di applicarlo, ma il più delle volte dimenticato.
Volutamente. Gli episodi di malcostume, numerosi anche in tempi di vacche
magre, tante volte sono stati segnalati e denunciati dalla stampa, ma gli
organizzatori e lo stesso ministero fanno orecchie da mercante, e così tutti continuano
a fare il buono e cattivo tempo, senza mai dover rendere conto a nessuno.
Ora occorrerà
mettere fine, anche seguito del caso Mastrapasqua - FINALMENTE - al malcostume
dei doppi e tripli incarichi di dipendenti pubblici, non soltanto di quelli
‘apicali’, ma di tutti i dipendenti pubblici, come vuole la cosiddetta ‘Legge
Brunetta’, in vigore da fine 2012, alla quale non sembra si siano ancora
adeguati gli uffici pubblici che hanno dipendenti con incarichi fuori del
proprio ufficio di appartenenza.
Pensiamo -
come abbiamo spesso denunciato - ai tanti, troppi insegnanti di Conservatorio che
svolgono mansioni di direzione artistica o amministrativa, contro tale legge, che
i dirigenti scolastici sono tenuti a far rispettare.
Tanto per fare due esempi, romani.
A Santa Cecilia, Cagli prende 300.000 Euro, Pappano 150.000, Dall'Ongaro 30.000, Bucarelli 134.000, Nicoletti 69.000,Visco 166.000, Cupolillo 166 e ci fermiamo qui.
Alla Filarmonica romana, il presidente Baratta (Biennale) non riceve compenso, mentre per il direttore artistico si legge: 'Il compenso del m.Cesare Mazzonis è 7.000 Euro di totale imponibile fino al 28 febbraio 2014': Chissà cosa vorrà dire.
Dopo aver obbligato tutti alla trasparenza, occorre obbligare nuovamente tutti a non essere sibillini, criptici.
E, infine, fatica vana a cercare i dati relativi ai compensi dei dirigenti dell'Opera di Roma. Ma presto, ne siamo sicuri, Fuortes provvederà a metterli sul sito, e magari a liberare il teatro del gruppo di servitori del precedente padrone, e magari anche del padrone stesso, come ci si augurava di recente.
E, comunque, facendo il giro di alcuni teatri ed orchestre, si nota come alla 'trasparenza amministrativa', sono in molti ancora a non ubbidire. E il ministero dorme.
Tanto per fare due esempi, romani.
A Santa Cecilia, Cagli prende 300.000 Euro, Pappano 150.000, Dall'Ongaro 30.000, Bucarelli 134.000, Nicoletti 69.000,Visco 166.000, Cupolillo 166 e ci fermiamo qui.
Alla Filarmonica romana, il presidente Baratta (Biennale) non riceve compenso, mentre per il direttore artistico si legge: 'Il compenso del m.Cesare Mazzonis è 7.000 Euro di totale imponibile fino al 28 febbraio 2014': Chissà cosa vorrà dire.
Dopo aver obbligato tutti alla trasparenza, occorre obbligare nuovamente tutti a non essere sibillini, criptici.
E, infine, fatica vana a cercare i dati relativi ai compensi dei dirigenti dell'Opera di Roma. Ma presto, ne siamo sicuri, Fuortes provvederà a metterli sul sito, e magari a liberare il teatro del gruppo di servitori del precedente padrone, e magari anche del padrone stesso, come ci si augurava di recente.
E, comunque, facendo il giro di alcuni teatri ed orchestre, si nota come alla 'trasparenza amministrativa', sono in molti ancora a non ubbidire. E il ministero dorme.
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