D'ora in avanti chi telefonerà a nome di Fuortes a chicchessia - o Fuortes stesso in persona - dovrà specificare se chiama a nome di Fuortes-Auditorium o Fuortes-Opera. E se non farà in tempo a specificarlo prima, sarà l'interlocutore dell'ambasciatore di Fuortes a domandarlo, per capire di cosa si intende parlare.
Non si tratta naturalmente di un problema di poco conto, e meno ancora di pura formalità. Siamo in presenza di un caso anomalo sotto tutti gli aspetti ed anche - forse - di dubbia regolarità. Se Fuortes vuole fare bene il Sovrintendente, e dovrà farlo, altrimenti la sua stella oggi brillantissima si spegnerà, avrebbe bisogno di giornate lunghe 48 ore, in modo da dedicarne la metà all'Opera e l'altra all'Auditorium. Ma come può pensare un manager serio come lui di poter reggere due entità che hanno bisogno di presenza costante, e di energie fresche e vigili?
Per questo non si comprendono le dichiarazioni rassicuranti del Sovrintendente/Amministratore delegato in questo doppio impegnativo incarico, nella medesima città, ed in due istituzioni, diciamo così, in concorrenza ( ma quest'ultimo elemento è il meno importante) sulla compatibilità degli incarichi medesimi, che anzi egli trova quasi normali. I quali incarichi vanno ad aggiungersi anche ad altri (Federculture, IZI spa di cui è presidente ecc...). Temiamo che possa non reggere allo stress di una vita passata da una sovrintendenza all'altra, senza un attimo di riposo. Dirà Fuortes che l'ha già fatto affiancando a Roma Bari. Già, è vero, ma Roma ( Opera) non è Bari (Petruzzelli), dove non s'è capito in quali acque abbia lasciato il teatro, se si parla di deficit e dell'adesione alla legge Bray.
Noi abbiamo un sospetto che non abbiamo timore a manifestare. Fuortes vede la sua poltrona all'Opera, sulla quale si è appena seduto per una sfida non certo facile che potrebbe perfino vincere - glielo concediamo ed auguriamo in tutta sincerità! - traballare, ed allora non ha voluto mollare - come sarebbe stato naturale - 'Musica per Roma' o Auditorium che dir si voglia, per timore di restare, in caso di fuga notturna inseguito da chi ha riposto in lui eccessiva fiducia, oltre che senza l'Opera anche senza l'Auditorium. Ma questo è un gioco sporco.
Non può costituire un merito per lui il fatto che dall'Opera percepirà un compenso minimo ( 13.000 Euro in un anno) che però va ad aggiungersi ai 230.000 del suo incarico all'Auditorium. Si adoperi, invece, da subito, per mandare a casa De Martino Catello (San Catello è il protettore di Salerno, patria del nostro), che sarebbe dovuto andare, per sua iniziativa, a casa da molto tempo ed invece è ancora all'Opera e guadagna la non irrisoria cifra di 180.000 Euro, il più alto compenso fra i dirigenti del teatro romano, e che meriterebbe un buon amministratore, come lui non è stato.
Infine, Fuortes venendo via da Bari ha fatto agli amministratori cittadini - ora, in verità c'è anche il nuovo coniglio di amministrazione - il nome di Gaston Founier-Facio, coordinatore artistico alla Scala, come suo possibile successore. Ci meraviglia che Fuortes non sappia che il coordinatore artistico è un lavoro del tutto diverso da quello del sovrintendente. E, allora, perchè l'ha suggerito?
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