domenica 7 dicembre 2025

Milano. Lavoratori dello Spettacolo presidiano la 'Prima' alla Scala

 

(LaPresse) Presidio dei lavoratori dello spettacolo davanti al Teatro Alla Scala dove domenica sera andrà in scena la prima di «Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk» di Dmitrij Šostakovič. «Siamo qui oggi per dire che i lavoratori della cultura devono tornare al centro della visione di un Paese, mentre il governo ha in testa solamente quello di occupare le istituzioni culturali senza dare dignità a un lavoro, che è un lavoro intermittente, un lavoratore oggi non ha ancora la certezza del suo periodo contributivo». Così il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione, a margine del presidio. «Un Paese distratto, mentre da Milano possiamo dire che questo settore, che è quello della cultura e della conoscenza, è un settore cruciale per il Paese - ha proseguito Stanzione -. Noi siamo uno dei principali Paesi che può vantare così tanti artisti, così tanta produzione culturale e da Milano possiamo dire che siamo la capitale della cultura, con il 25 per cento del prodotto interno lordo delle economie della conoscenza che è prodotto a Milano», ha concluso il sindacalista. 


Un gruppo di professori d’orchestra e coristi del Teatro alla Scala, impegnati nella serata inaugurale, è infatti sceso in piazza per esprimere il proprio dissenso contro le politiche nazionali sullo spettacolo dal vivo. Hanno eseguito il celebre “Va’, pensiero” in segno di protesta, chiedendo maggiori investimenti nella cultura e la fine delle interferenze politiche nella gestione degli enti culturali. «Questo presidio parla a tutto il Paese – ha dichiarato Luca Stanzione, segretario della Cgil Milano – e dice al governo che non ci arrendiamo all’idea che si occupi di posizioni nella cultura senza occuparsi delle lavoratrici e dei lavoratori. Serve sostenere l’economia della conoscenza, non quella di guerra».

Solidarietà è arrivata anche da altre realtà del settore: dai teatri Bellini di Catania e Regio di Torino, alle fondazioni lirico-sinfoniche, fino alle orchestre Sinfonica di Milano e Siciliana. Presenti anche due lavoratori della Fenice di Venezia, in mobilitazione dopo la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale. «Siamo molto preoccupati. La cultura non può piegarsi a ingerenze politiche. Chiediamo il sostegno dell’opinione pubblica: stateci vicini».






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