Un gruppo di professori d’orchestra e coristi del Teatro alla Scala, impegnati nella serata inaugurale, è infatti sceso in piazza per esprimere il proprio dissenso contro le politiche nazionali sullo spettacolo dal vivo. Hanno eseguito il celebre “Va’, pensiero” in segno di protesta, chiedendo maggiori investimenti nella cultura e la fine delle interferenze politiche nella gestione degli enti culturali. «Questo presidio parla a tutto il Paese – ha dichiarato Luca Stanzione, segretario della Cgil Milano – e dice al governo che non ci arrendiamo all’idea che si occupi di posizioni nella cultura senza occuparsi delle lavoratrici e dei lavoratori. Serve sostenere l’economia della conoscenza, non quella di guerra».
Solidarietà è arrivata anche da altre realtà del settore: dai teatri Bellini di Catania e Regio di Torino, alle fondazioni lirico-sinfoniche, fino alle orchestre Sinfonica di Milano e Siciliana. Presenti anche due lavoratori della Fenice di Venezia, in mobilitazione dopo la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale. «Siamo molto preoccupati. La cultura non può piegarsi a ingerenze politiche. Chiediamo il sostegno dell’opinione pubblica: stateci vicini».
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