Arvo is 90 years old!
MANUEL ZURRIA flauti, bottiglie
OSCAR PIZZO pianoforte
FULVIA RICEVUTO vibrafono
Programma:
Arvo Pärt Pari Intervallo (1977)
Giya Kancheli 4 Miniature (1-3) (2014)
Arvo Pärt Estonian Lullaby (2002)
Valentin Silvestrov 2 Pieces (2005)
Arvo Pärt fur Alina (1977)
Lepo Sumera Quasi Improvisata (1983)
Arvo Pärt Da Pace Dominem (2004)
Giya Kancheli 4 Miniature (5-16) (2014)
Arvo Pärt Spiegel Im Spiegel (1978)
PeterisVasks The Fruit of Silence (2015)
Arvo Part è un meteorite caduto sulla Terra per salvarci dalla banalità del male, per regalarci la Bellezza, per emozionarci senza vergogna, per commuoverci. La sua musica è un dono e come tale va considerata. E’ un bene prezioso per se stessa e per i benefici innegabili che induce a chi ascolta. Arvo è uno specchio magico e deforme che inghiotte e restituisce emozioni amplificate e imprevedibili. Nel 2025 Arvo compie 90 anni rimanendo ad oggi, nel panorama mondiale, insieme a Gyorgy Kurtàg, la voce più autorevole della creatività in musica.
Questo concerto intende rendergli omaggio e descrivere in punta di piedi il suo itinerario artistico insieme ad alcune figure a lui care, cioè quelle dei compositori che hanno condiviso con lui posizioni intransigenti ed originali sul recupero della tonalità. La melodia, negata per decenni dal rigore dello strutturalismo di Darmstadt, bandita e negata persino nelle sue più timide apparizioni, si rivela qui nella sua più profonda e malinconica veste. La melodia come un grimaldello, per smascherare gli artifici del mondo e andare al nocciolo delle nostre emozioni.
Luigi Nono, che negli anni Cinquanta fu uno degli alfieri del rigore anti-melodico, fu il primo ad accorgersi della forza di questo messaggio e divenne in breve uno dei massimi estimatori (e promotori) dell’arte di questi compositori. Ecco cosa dichiarava a proposito di Giya Kancheli: «C’è un compositore della Georgia, Kancheli, che ha una tecnica della drammaturgia sinfonica totalmente distinta e contrapposta a quella di Šostakovič e Prokof’ev… ho sentito la Seconda Sinfonia che è splendida, lui usa degli spettri sonori e armonici e sotto usa dei canti come un’eco, dei canti del Sei-Settecento, canti liturgici. Domanda mia da italiano nato e cresciuto in un paese cattolico: ma sei un mistico allora? Oppure vuoi riproporre la religione? Lui mi ha detto: No (io ho fatto una figura da ignorante, come spesso succede) e mi ha informato come in quell’epoca, nelle varie province della Russia, soprattutto al Sud, vi erano delle sette religiose che erano in forte antagonismo con la Chiesa centrale e il governo. Cioè erano CANTI DI LOTTA» (tratto da I film di famiglia, docufilm di Serena Nono).
Kancheli insieme a Part, dunque, ma anche con Lepo Sumera, geniale autore di esperimenti elettroacustici, estone di nascita come Arvo, suo coetaneo e amico, prestatosi a diventare il Ministro della Cultura Estone negli anni ‘80, scomparso troppo presto per una grave cardiopatia.
Heino Eller, compositore attento alla esaltazione della musica nazionale estone, che fu prima Maestro unico e amato di Arvo, poi suo amico e mentore.
Valentin Silvestrov, qui presente con uno dei suoi cicli sulla Melodia dell’istante, che ci riporta a una malinconia lontana e appena accennata, una musica post-romantica dal sapore Schumanniano contrariamente alle altisonanti strutture contrappuntistiche di Part che guardano ancora più lontano, al Medioevo.
Per finire, poi, Peteris Vasks, il grande compositore lettone che condensa in un frutto dal sapore dolceamaro un distillato di tenerezza. Il suo “frutto del silenzio” è un regalo per tutti noi perché è il frutto della della meditazione profonda, della pietas, della compassione.
E del silenzio, che è un bene prezioso e raro.
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