Lo show per i sorteggi del Mondiale di calcio. Trump riceve il «premio per la pace» da Infantino
Il numero 1 della Fifa incorona il presidente, che ringrazia la moglie Melania e ricorda Pelé
Non gli è ancora stato assegnato il Nobel, ma il presidente Trump è il primo vincitore del nuovo premio per la pace della Fifa, che gli è stato consegnato ieri dal presidente della Fifa Gianni Infantino sul palcoscenico del Kennedy Center di Washington prima del sorteggio che ha deciso i 12 gironi della fase finale della Coppa del Mondo. «Moltissime grazie. Questo è davvero uno dei più grandi onori della mia vita — ha detto il presidente americano, ringraziando anche la sua famiglia e la moglie Melania — e al di là di questo, Gianni e io ne stavamo parlando, abbiamo salvato milioni e milioni di vite. Il mondo è un posto più sicuro oggi». Infantino ha detto che Trump ha vinto per le sue «azioni eccezionali e straordinarie» per promuovere la pace e l’unità nel mondo e gli ha presentato il trofeo e un certificato (anche un video mostrato sul palco ha spiegato la motivazione del premio: le diverse guerre che ha fermato o cercato di fermare, inclusi gli sforzi per l’Ucraina; il primo successo nominato sono stati gli Accordi di Abramo). «C’è anche una bellissima medaglia che può indossare ovunque vada», ha aggiunto Infantino. E Trump se l’è subito messa al collo.
La cerimonia è stata aperta da Andrea Bocelli, che ha cantato l’aria Nessun dorma della Turandot di Puccini. Sul celeberrimo «Vincerò» finale, un video ha mostrato una bandiera americana che svelava la Coppa del mondo. Sul palco sono poi saliti i due presentatori, la modella Heidi Klum e l’attore Kevin Hart, seguiti dall’anfitrione, Infantino, che ha salutato Trump, la presidente messicana Claudia Sheinbaum (in spagnolo) e il premier canadese Mark Carney. Sono stati i tre leader a iniziare il sorteggio, estraendo ciascuno la pallina del proprio Paese.
La Fifa aveva annunciato a novembre l’istituzione del nuovo premio: l’identità del vincitore non è una sorpresa. Il 55enne presidente della Fifa ha sviluppato un rapporto stretto con Trump, facendo visita alla Casa Bianca più volte di qualunque leader straniero. Trump ha messo la Coppa del Mondo al centro di questo suo secondo mandato, facendone una delle celebrazioni del 250esimo anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti l’anno prossimo. Eppure c’è chi vede in questo premio un gesto fuori dall’ordinario per una organizzazione che si dichiara politicamente neutrale. Human Rights Watch ha scritto alla Fifa per richiedere la lista dei candidati, dei giudici e dei criteri di selezione del vincitore (non ha ricevuto risposta) e ha protestato: «Il cosiddetto premio per la pace della Fifa viene assegnato sullo sfondo di detenzioni violente di immigrati, di schieramenti della Guardia nazionale nelle città…». Ma le proteste sono rimaste fuori dal Kennedy Center, blindatissimo.
Il presidente della Fifa ha snocciolato alcuni numeri per mostrare che il Mondiale 2026 ospitato da Usa, Messico e Canada sarà «il più grande evento che l’umanità abbia mai visto»: dall’11 giugno al 19 luglio, giorno della finalissima, si giocheranno 104 partite, in 16 stadi; 48 le nazionali qualificate (il tabellone non è ancora completo, mancano gli spareggi europei che si terranno a marzo 2026, ci sarà anche l’Italia). Per rendere l’idea, Infantino ha usato un riferimento al football americano: «Sarà come avere 104 Superbowl in un mese». E ha annunciato che anche nella finale (al MetLife Stadium di New York) ci sarà un «halftime show», uno spettacolo musicale di intermezzo, per la prima volta nella storia dei Mondiali (proprio come al Superbowl). Nel suo discorso Carney ha elogiato il multiculturalismo in Canada; Sheinbaum ha parlato brevemente del suo «Paese straordinario», Trump ha raccontato dei suoi ricordi da giovanissimo di Pelé che giocava ai Mondiali.

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