Potrebbe considerarsi un flop anche in teatro, oltre che in tv, se non ci fosse l'opera in sè, la lodatissima realizzazione dei complessi artistici milanesi e la regia a salvare capra e cavoli.
Poco prima di dare la linea alla Scala, per la diretta tv della serata inaugurale di stagione, 'zia' Mara - 'zia' di tutti ma non nostra - continuava a chiedere a Miccio: dicci chi c'è, e Miccio sordo, o piuttosto non sapendo come rispondere per far piacere al grande interesse per l'arte musicale di 'zia' Mara, analfabeta, continuava a parlare delle mise di un paio di carampane appollaiate al suo fianco, perchè di fatto i disertori vip della serata inaugurale in teatro erano la maggioranza. Scoraggiati dalla difficoltà del titolo, dall'asperità della musica, o forse per ribadire la propria contrarietà alla Russia, alla sua storia e cultura, anche se quell'opera era essa stessa un manifesto di contestazione al potere sovietico? Ragione che starebbe a dimostrare la chiusura mentale dei vip attesi e non pervenuti, menomale!
Ogni anno la Rai celebra la sua vocazione culturale - che nel resto dell'anno manda in soffitta - con la ripresa diretta della serata inaugurale della Scala, il cui titolo è il teatro a scegliere come giusto, ma che la Rai dovrebbe riservarsi di non riprendere, considerando che una tv generalista deve fare molta attenzione se non vuole raggiu ngere abissi di ascolti imbarazzanti, magari optando per un altro titolo di stagione più adatto alla bisogna. La Rai da decenni ha un accordo con La Scala per riprendere alcuni titoli, chi li sceglie solitamente non sa di cosa parla - ne abbiamo avuto esperienza diretta anni fa, quando alla viglia della scelta annuale fummo interpellati
1.011.000 telespettatori con uno share poco sopra il 6% sono stati il livello più basso mai raggiunto da una ripresa tv a Sant'Ambrogio. UN acuto commentatore ha scritto che l'anno scorso la prima della Sc ala ; con la verdiana innominabile, fu vista da 1.600.000 telespettatori. 'appena 600.000 in più'. non una enormità, a suo dire. Sì, ma più della metà in più.
Immaginiamo che in Rai e alla Scala - l'hanno già fatto - cantano vittoria perchè hanno superato il milione di telespettatori; come del resto hanno avuto la faccia tosta di dire, poche settimane fa, quando Tosca ha fatto appena 500.000 telespettatori, con uno share poco sopra il 3%.
Oltre i titoli, il solito rituale è diventato indigesto, con quelle salme che da anni vengono ritirate fuori ad ogni inaugurazione, allestendo uno spettacolo supplementare, fuori e dietro il palco, immancabilmente vecchio e stantio. Nel suo corso, stavolta, si è pure certificata, in diretta, la sordità di una giornalista interpellata che per ben due volte ha chiesto di ripetere la domanda, dopo che la bella presentatrice l'aveva assegnata alla redazione di un giornale che era l'avversario 'editoriale' del suo.
Cambiate registro una volta, osate. Rai Cultura ha cambiato il vertice ma il suo corpo è sempre lo stesso, con dirigenti tuttofare costretti a capire di tutto un pò, che è l'esatto contrario di quel che si intende per cultura.
Abbiamo visto, a tratti, e tutti brevissimi, la diretta tv di ieri; pochissimo l'opera, salvo il finale, perchè una regia teatrale - ed anche questo è un ennesimo problema - non sempre si addice al piccolo schermo. Perfino noi, abituati a ben altro dalla nostra lunghissima militanza da cronista del settore, abbiamo deciso di cambiare canale, tornando a Rai 1 solo nelle pubblicità.
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