martedì 25 novembre 2025

Turchia. Proteste per il viaggio in quel Paese e in Libano di Papa Leone, che inizia domani ( da Il Messaggero, di Franca Giansoldati)

 

Papa Leone XIV, proteste in Turchia contro il viaggio a Nicea. «Non siamo ai tempi di Bisanzio»

Sulla visita in Turchia di Leone XIV (dal 27 al 30 novembre per poi proseguire verso il Libano fino al 2 dicembre), si stanno già mobilitando alcuni gruppi di nazionalisti turchi che contestano rumorosamente la data scelta dal Vaticano per celebrare in modo solenne a Iznik, l'antica Nicea, l'anniversario dei 1700 anni del primo Concilio ecumenico. Il 28 novembre, giorno della commemorazione storica, cade anche il centocinquesimo anniversario della liberazione di Nicea dalle forze di occupazione della Grecia nel 1920 da parte delle forze turche nella guerra d'indipendenza turca. Per i nazionalisti e i partiti minori turchi, la data possiede un forte significato e per loro l'anniversario della "liberazione" sovrapposto ad un evento cristiano di così alto profilo ecumenico e simbolico viene percepito come un affronto, una provocazione, una offesa alla memoria storica e all'identità nazionale turca.

La vicenda

«Non siamo a Bisanzo, questa è la repubblica di Turchia, qui non siamo a Nicea, ma a Iznik» è stato urlato da un gruppo di attivisti ad una manifestazione di protesta avvenuta domenica nella città di Bursa, nella Turchia occidentale, a pochi chilometri da Iznik. Uno di loro, Dilek Çınar ha affermato che la visita del Papa a Iznik non è «un culto religioso innocente, ma un'iniziativa politica che ha preso di mira la sovranità della Turchia», aggiugendo che «le false affermazioni sull'ecumenismo non passeranno qui».

Il Papa ha deciso di mantenere nella sua agenda il viaggio (già fissato da Francesco) per dare una spinta al movimento ecumenico. Il mondo cristiano appare sempre più frastagliato e diviso soprattutto all'interno del mondo ortodosso e dopo la guerra in Ucraina.

Tra i protagonisti della manifestazione avvenuta a Bursa, secondo i media turchi locali, c'erano funzionari del partito nazionale della Patria che, durante un comizio, hanno ripetuto che proveranno ad impedire la visita del Papa prevista per venerdì, organizzando manifestazioni di protesta pacifica in loco. Quanto all'ecumenismo, che è la ragione principale della visita papale, i manifestanti presenti a Bursa hanno ripetuto che si tratta solo di «una bugia e una cospirazione americana». Diverse persone, ha affermato la agenzia cattolica tedesca KNA, esponevano anche striscioni con su scritto «Stop al complotto ecumenico».

Leone XIV nel suo primo viaggio all'estero sarà naturalmente affiancato dal patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, organizzatore dei 1.700 anni del concilio che stabilì definitivamente la formulazione del Credo come ancora oggi si legge in tutte le chiese del mondo: cattolici, protestanti, ortodossi, armeni, copti, anglicani, luterani. 

Diversi media locali hanno però messo in evidenza che la visita papale a Iznik è politica anche perchè sarà affiancata da Bartolomeo, a capo del Patriarcato greco al Fanar. «Il Patriarcato che fa un'affermazione ecumenica, sostiene però di non essere affiliato alla Repubblica di Turchia, senza tener conto delle leggi turche (...) e del fatto che nessuna disposizione riguardante il Patriarcato risulta inclusa nell'Accordo di Losanna (del 1923 ndr). E' stato però accettato che il Patriarcato sarebbe rimasto come istituzione religiosa ma senza avere a che fare con alcuna attività politica». Per i partititi nazionalisti turchi affermare che il Patriarcato greco del Fanar è «ecumenico è praticamente un attacco ai diritti di sovranità della Repubblica di Turchia. È contro Losanna. Ataturk avvertì chiaramente nel 1922: Il Patriarcato greco semina semi negativi nel paese. La Turchia non è obbligata a mantenere una tale organizzazione sul suo territorio».

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