C’è un’aria strana negli Stati Uniti. Non è il vento del progresso, né il profumo un po’ vintage dell’american dream da lucidare. È odore di muffa, di cantine umide, di pergamene polverose. Una parte influente della destra americana – non gli youtuber deliranti, non i troll di Reddit, ma professori di Yale, miliardari della Silicon Valley, nuove star del trumpismo – ha deciso che l’Illuminismo è sopravvalutato. I diritti umani? Una moda passeggera. La democrazia? Un software buggato. La laicità? Roba da debosciati europei.
Ed eccoci qua, nel 2025, con intellettuali illustri che promuovono l’idea che l’America dovrebbe “porre fine all’esperimento democratico” (copyright: Jed Rubenfeld, docente a Yale) e magari incoronare un monarca. Monarca che, secondo Curtis Yarvin, teorico dei neo reazionari, sarebbe già stato individuato nella persona di Donald Trump, perché “biologicamente adatto”. Una frase che, se non fosse reale, sembrerebbe scritta da un comico sotto acidi. E non parliamo di eccentrici isolati: il vicepresidente J.D. Vance considera Yarvin un “riferimento intellettuale”. Sì, quello stesso Yarvin che sogna un governo centralizzato diretto da un CEO-monarca, possibilmente eletto per diritto divino.
La nuova destra americana è convinta: l’Illuminismo è stato un errore. Per costoro, la democrazia è instabile, i diritti sono un capriccio, il pluralismo un disturbo della personalità collettiva. L’idea che lo Stato debba essere neutrale rispetto alle religioni? Una bestemmia. Meglio il vecchio ordine: trono, altare e sudditi obbedienti. E infatti, nella “Dichiarazione di Princìpi del Conservatorismo Nazionale” – firmata, tra gli altri, da Charlie Kirk, Michael Anton, Russell Vought e incoraggiata dalle ombre lunghe di Peter Thiel – leggiamo: “Dove esiste una maggioranza cristiana, la vita pubblica dovrebbe essere radicata nel cristianesimo e nella sua visione morale”. Traduzione: gli altri cittadini esistono, certo, purché non diano fastidio. La laicità? Un intralcio. La pluralità? Un difetto. I diritti individuali? Una complicazione accessoria.
USA, la destra americana sta perdendo il controllo dell’America reale
Ecco come si torna al Medioevo: non con i castelli, ma con gli slogan. Ma cosa sta succedendo davvero in America? Una regressione culturale travestita da nostalgia moralista. Una parte della destra americana sta perdendo il controllo dell’America reale, più giovane, più urbana, più difficile da dominare culturalmente. E quando perdi il controllo del presente, cominci a sognare il passato. Quale passato? Il Medioevo fantastico: società gerarchica, ruoli fissi, religione come collante, élite che comandano, masse che obbediscono. Un Medioevo mentale, più che storico. Un parco tematico, con ingresso gratuito per miliardari ultraconservatori e intellettuali in crisi di rilevanza. Il rischio non è uno scenario alla “Guerre Stellari” con Trump incoronato imperatore e la Corte Suprema trasformata in Sant’Uffizio. Il rischio è più subdolo: una lenta erosione dei princìpi fondamentali della modernità. La democrazia non si spezza in un atto clamoroso: si sfilaccia. Un diritto tolto qui, una discriminazione accettata là, una retorica religiosa usata come clava, un tribunale politicizzato, un’elezione delegittimata, una minoranza etichettata come “pericolosa”. Ed è già tutto in corso.
La destra americana fa tornare gli Stati Uniti al Medioevo
Il punto non è se gli Usa torneranno davvero al Medioevo. Il punto è che stanno smantellando, pezzo dopo pezzo, il mondo che li ha resi ciò che sono. E allora, sarebbe meglio vivere nel Medioevo? Chiunque risponda “sì” dovrebbe ricordarsi tre dettagli: non c’erano diritti. Di nessun tipo. I diritti umani non erano neppure un’idea astratta. Non c’era mobilità sociale. Nascevi suddito, morivi suddito. Non c’era libertà religiosa, né libertà dalla religione. Se la tua fede o la tua morale non coincidevano con quella del potere, finivi male. Molto male. E allora perché questa nostalgia? Perché a qualcuno il Medioevo piace solo quando non deve viverci. Piace quando lui è il signore del castello e non il contadino. Piace quando la morale è un’arma per controllare gli altri. Piace quando la democrazia è troppo imprevedibile per essere dominata.
Insomma, non è Medioevo: è marketing politico per autoritari frustrati. Questo revival medievale non ha niente a che fare con la storia e ha tutto a che fare con il potere. È un’estetica politica tossica che usa la religione come bandiera e la paura come carburante. Non stiamo tornando davvero al Medioevo. Stiamo tornando a qualcosa di peggiore: il Medioevo immaginario dei politici che hanno paura della libertà altrui. E il compito della democrazia, oggi, è molto semplice: ricordare che la modernità non è un lusso, ma una conquista.
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