VENEZIA - Le torce dei telefonini accese dagli spettatori di palchi e platea prima dell'inizio del 'Canto del destino' di Brahms. Non sono di certo mancate le polemiche alla serata inaugurale della nuova stagione sinfonica del Teatro la Fenice di Venezia: ieri, venerdì 28 novembre, alla fine dell’esibizione di orchestra e coro, diretti da Ivor Bolton, una nuova pioggia di volantini è volata giù dai palchi.
Le polemiche
Le polemiche non riguardano solo la querelle sulla direttrice musicale Beatrice Venezi e il sovrintendete Nicola Colabianchi: il nuovo fronte di scontro dei lavoratori della Fenice riguarda la mancata corresponsione dell'acconto del welfare, deciso all'unanimità dal Consiglio di indirizzo della Fondazione. Per sindacati e i 300 lavoratori si tratta di «una ritorsione».
La lettera
Le lavoratrici e i lavoratori avevano scritto una lettera aperta al presidente della Regione, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, al prefetto e al sovrintendente del Teatro La Fenice. «Per un momento non vogliamo parlare della nomina della direttrice Beatrice Venezi, per un momento vogliamo che proviate a comprendere meglio, e nel senso più concreto possibile, quali sono le conseguenze di un vostro preciso atto: quello della sospensione dell'acconto welfare alle lavoratrici e ai lavoratori del Teatro La Fenice».
Il tema sollevato era quello della sospensione del welfare. «Sappiamo bene che il welfare non è oggetto di un accordo sindacale scritto - prosegue la lettera -, non fa parte del trattamento economico stabile, non è inserito nel contratto di secondo livello. Sappiamo che la Fondazione può sospenderlo senza violare formalmente la legge, ma avete deciso di voltare le spalle a circa 300 famiglie, vorremmo essere sicuri che lo abbiate compreso. Ciò che avete deciso, sarà anche legale ma moralmente non è giusto e strategicamente non lungimirante», scrive la Rsu della Fenice.
Nessun commento:
Posta un commento