lunedì 24 novembre 2025

Dopo le Regionali. Nel Centrodestra Fratelli &Sorelle coltelli. Rivedere la legge elettorale contro la sinistra del 'campo largo' ( da Quotidiano.Net, di Veronica Passeri)

 

Le mosse del centrodestra dopo il voto regionale, il governo guarda oltre: “Nuova legge elettorale”

Roma, 25 novembre 2025 – Il centrodestra vince in Veneto, incoronando Alberto Stefani governatore, perde, come previsto, in Puglia e in Campania, ma soprattutto il voto dell’ultima partita delle elezioni regionali d’autunno dà uno scossone più che al governo – anche se l’opposizione ringalluzzita si mostra convinta che l’alternativa sia possibile – ai rapporti all’interno della coalizione, con il primato di Fratelli d’Italia che traballa. In Veneto la Lega di Zaia doppia quasi FdI e in Campania si registra la débâcle di Edmondo Cirielli, rimasto qualcosa come 30 punti percentuali indietro rispetto a Roberto Fico. Non solo, in una regione in cui la coalizione di centrodestra fatica, forse per l’eccesso di indugi e divisioni, il primato di FdI nell’alleanza è in qualche modo minacciato dalla crescita di Forza Italia. Quando lo spoglio è ancora in corso il partito della premier veleggia intorno al 12%, inseguito a stretto giro dagli azzurri che si avvicinano al 10%. Ma, attenzione, ai voti di FdI vanno aggiunti anche quelli della lista del presidente, Cirielli, che si attesta intorno al 5%.

Regionali, Donzelli: "Non c'è stato lo scossone che sinistra evoca"

Il partito di Giorgia Meloni si consola con il primato tra gli alleati in Puglia (oltre il 18%), ma la sfida era stata data subito per persa. Fatti due conti di squaderna un quadro che a via della Scrofa non si aspettavano e che non si aspettava nemmeno la premier Giorgia Meloni. La prima conseguenza è che da domani si inizierà a pensare seriamente alla riforma elettorale – il cantiere potrà partire ad anno nuovo – perché quest’ultima tornata elettorale ha dimostrato che con il Rosatellum il campo largo del centrosinistra potrebbe seriamente insidiare la riconferma del centrodestra alle Politiche del 2027.

Poi c’è il caso Veneto, risultato netto ma da leggere in modo non superficiale. Il Carroccio raggiunge quasi il 36% dei voti, contro poco più del 18% di Fratelli d’Italia, ma in questa valanga di voti a sostegno di Stefani – che si avvicina al 65% dei consensi – si inserisce il fattore Luca Zaia: il Doge, capolista ovunque, ha di fatto un peso nella vittoria, che difficilmente potrà non pesare nel futuro. Tocca al responsabile Organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, indicare il bicchiere mezzo pieno perché il confronto, spiega, "bisogna farlo con le elezioni regionali precedenti”, “il partito continua a crescere” anche se, certo, “si può fare meglio”.

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Meloni, dall’Angola, si limita a complimentarsi con Stefani elogiando la "serietà” della coalizione. Con il 3 a 3 finale, rilancia Donzelli, “non c’è stato lo scossone e la spallata che tutte le volte la sinistra evoca”. Nessuna conseguenza, dunque. Tranne, una, forse. La partita sulla Lombardia sulla quale FdI mette le mani avanti: pacta sunt servanda, i patti si rispettano. Donzelli ricorda la “generosità” mostrata verso gli alleati, accettando che un leghista si candidasse per il dopo Zaia, nonostante FdI fosse nettamente primo partito alle Politiche e alle Europee. Ora, sottolinea, ci aspettiamo la stessa generosità “senza preclusioni”.

Matteo Salvini sembra confermare ("La parola data vale”, dice) ma il 2027 è lontano, le aspirazioni dei leghisti lombardi, a cominciare da Massimiliano Romeo, note, e in ambienti di governo di FdI serpeggia la preoccupazione che ora il vice premier alzi la posta sui due dossier caldi del momento: le modifiche alla manovra e, soprattutto, il sostegno all’Ucraina. Se dovesse farlo, osserva un alto dirigente di via della Scrofa, “gli ricorderemo che la metà di quei voti sono di Luca Zaia”. 

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