domenica 30 novembre 2025

I Giochi di Orobea'. Un'opera per Cortina 2026 (da Sondrio Today) . Cortina come Suez - secondo il presidente Fontana. Solo che a Suez pensò Verdi, a Cortina Portera ( P.A.)

 

Giochi di Orobea”, l’opera lirica "made in Valtellina" che celebra le Olimpiadi

"Come l'Aida di Verdi": presentata a Milano la produzione dell’Orchestra Antonio Vivaldi che porta sul palco valori olimpici, diversità e inclusione. Debutto il 6 dicembre al Teatro Sociale di Sondrio. Come acquistare i biglietti

Se l’Aida riuscì a imprimere in musica la grandezza del suo tempo, I Giochi di Orobea prova oggi a dare voce all’attesa di Milano Cortina 2026, intrecciando miti, diversità ed emozioni. Presentata ufficialmente a Milano, la nuova opera lirica ideata dalla valtellinese Orchestra Antonio Vivaldi celebra l’avvicinarsi delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali, trasformando in musica l’energia e le storie che accompagneranno i prossimi mesi.

A Palazzo Lombardia, alla presentazione sono intervenuti l’assessore a Enti locali e Montagna Massimo Sertori, il presidente Attilio Fontana, il direttore artistico e musicale Lorenzo Passerini, il compositore e librettista Andrea Portera, le registe Stefania Giorgia Butti e Livia Lanno, il presidente della Provincia di Sondrio Davide Menegola e Domenico De Maio, direttore Education & Culture della Fondazione Milano Cortina 2026. Composta dal M° Andrea Portera e diretta dal M° Lorenzo Passerini, l’opera racconta lo spirito olimpico con un linguaggio contemporaneo e inclusivo.

I nostri Giochi Olimpici – ha sottolineato il presidente Fontana – avranno, come accaduto per l’apertura del canale di Suez, per cui fu commissionata ‘Aida’ a Giuseppe Verdi, la loro opera. Una produzione con un’orchestra lombarda, giovane, e che racconterà i nostri territori, da Milano alla Valtellina, con le loro bellezze e storie da scoprire e conoscere”.

“Come Regione – ha aggiunto Sertori – abbiamo subito convintamente sostenuto il progetto dell’Orchestra Antonio Vivaldi perché ‘I Giochi di Orobea’ è un’opera che coniuga cultura e valori, che celebra lo sport e i territori che ospiteranno i Giochi Olimpici invernali 2026. E siamo di fronte a un’opera che parla della Lombardia e della Valtellina, in un’ambientazione da fantasy, ma con attenzione alle nostre storie e alle nostre peculiarità anche negli abiti e nelle scenografie”.

La narrazione segue cinque “campioni”, impegnati a conquistare la sacra fiaccola del Dio Alpime – anagramma di “Olimpiade” –, ognuno portatore di una diversità spesso discriminata: età, genere, orientamento sessuale, etnia o religione, disabilità. Un viaggio umano attraverso prove, paure, divisioni e rinascite, fino a trovare nella pluralità un punto di forza. “La diversità è forza” è il messaggio centrale dell’opera, che porta in scena divisione, sacrificio e redenzione.

“Orobea – ha spiegato Andrea Portera – è l’opera che tratta la psiche moderna e porta in scena le principali problematiche sociocomportamentali del presente, attraverso la prospettiva dell’intelligenza emotiva applicata alla musica, tesa a superare le barriere della razionalità e affondare nell’inconscio”.

“Vogliamo un’opera che emozioni, che parli alle nuove generazioni, e che racconti come la musica e lo sport condividano la stessa energia vitale: unire, superare, rinascere” ha aggiunto il direttore artistico Lorenzo Passerini.

Il team creativo è interamente giovane: la regia è di Stefania G. Butti e Livia Lanno, le scenografie sono firmate da Lorenzo Mazzoletti, i costumi da Giulia Bonuccelli, le luci da Giulia Bandera. “In un’arena di ghiaccio e spirito – hanno sottolineato le due registe – Orobea intreccia mito e sport, sacrificio e rinascita. I giochi diventano rito di unione, specchio della nostra stessa collaborazione registica: due sguardi che si fondono in una sola comunità creativa”.

Passerini-intervento-1
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L'opera

L’opera, ambientata in una città alpina simbolo di diversità e rinascita, debutterà in prima assoluta il 6 dicembre 2025 al Teatro Sociale di Sondrio, con prova aperta al pubblico il 5 dicembre. “Sono anche contento – ha osservato Sertori – che il debutto ufficiale sarà proprio a Sondrio, una cornice ideale per ‘I Giochi di Orobea’, e un modo per omaggiare i territori che ospiteranno le competizioni olimpiche. Le due prove aperte del 5 dicembre daranno l’occasione a scuole e pubblico di conoscere meglio quest’opera”.

Il progetto, sostenuto economicamente dalla Provincia di Sondrio e supportato da partner privati come Autotorino e Iperal, si inserisce nel percorso dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, la piattaforma multidisciplinare che accompagnerà il Paese verso i Giochi Olimpici e Paralimpici, in programma dal 6 al 22 febbraio e dal 6 al 15 marzo 2026, valorizzando il dialogo tra arte, cultura e sport.

“I Giochi di Orobea rappresentano un contributo prezioso all’Olimpiade Culturale” – ha commentato Domenico De Maio. “Quest’opera mette al centro la diversità come valore, la cultura, come spazio di incontro, e la creatività come forza capace di unire territori e comunità. È un esempio concreto di come la cultura possa accompagnare il percorso verso i Giochi, amplificando il loro impatto educativo e sociale”.

“Sostenere un’opera come ‘I Giochi di Orobea’ – ha affermato il presidente della Provincia, Davide Menegola – significa riconoscere che cultura e sport sono due facce della stessa ambizione: raccontare chi siamo e dove vogliamo andare. Abbiamo scelto di accompagnare questo progetto perché parla alla nostra comunità e al pubblico olimpico con un linguaggio nuovo, inclusivo, capace di valorizzare il territorio e le sue energie creative”.

Dopo la prima di Sondrio, l’opera sarà in scena anche al Teatro “Gaber” di Milano il 4 febbraio, alla vigilia dell’inaugurazione dei Giochi.

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I Giochi di Orobea, la locandina-2
I Giochi di Orobea, la locandina-2



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“I Giochi di Orobea”, l’opera lirica che celebra Milano Cortina 2026 "made in Valtellina"
https://www.sondriotoday.it/sport/olimpiadi-invernali-milano-cortina-2026/i-giochi-di-orobea-l-opera-lirica-che-celebra-milano-cortina-2026-made-in-valtellina.html
© SondrioToday

La Torre di Pisa è diventata un'opera lirica dal titolo 'La Torre' ( da Pisa Today)

 

La Torre di Pisa diventa un'opera lirica: debutto in prima assoluta al Teatro Verdi

La rappresentazione  venerdì 28 e domenica 30 novembre

Da 850 anni ispira artisti, letterati, studiosi, architetti, ingegneri. Sterminata è la bibliografia intorno a essa. Citata e rappresentata in ogni espressione artistica e creativa dell’umano ingegno, il misterioso e magnetico fascino della sua inclinazione l’ha resa una icona mondiale. Se, nell’era moderna, la sua presenza in film, pubblicità, documentari, giochi, cartoni animati svetta in assoluto tra tutti monumenti più famosi del mondo, ora il Campanile pendente della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Pisa, la Torre, diventa per la prima volta un’opera lirica in un atto che, grazie al contributo dei principali promotori culturali della città (Comune, Fondazione Teatro di Pisa, Opera della Primaziale, Fondazione Pisa) è stata interamente prodotta dal Teatro Verdi e sarà rappresentata in prima mondiale assoluta il 28 e il 30 novembre con la regia di Stefania Panighini e la direzione di Carlo Boccadoro.

La prima sarà preceduta, giovedì 27 novembre alle 18, dalla Guida all’Opera, il tradizionale momento dedicato al pubblico per introdurlo allo spettacolo dalla viva voce dei protagonisti. All’incontro, che sarà condotto da Manuel Rossi, responsabile del patrimonio storico artistico dell’Opera della Primaziale Pisana, parteciperanno Marco Malvaldi, Vincenzo De Vivo, Marco Bargagna, Stefania Panighini. Su soggetto di Marco Malvaldi, libretto di Vincenzo De Vivo, musica di Marco Bargagna. 'La Torre' è il secondo titolo della stagione operistica del Verdi e sarà messa in scena in un dittico cameristico di assoluta originalità, assieme al Bal Masqué di Francis Poulenc (1899-1963), che in questa occasione verrà eseguito per la prima volta in forma scenica con il solido Giacomo Medici nel ruolo del baritono. Di altissimo profilo per questa operazione di massima unicità che porta la firma di Marco Tutino, direttore artistico della Fondazione Teatro di Pisa, è anche il team creativo con professionisti di rinomata esperienza internazionale come Italo Grassi per le Scene, Manuel Pedretti per i Costumi, Gianni Paolo Mirenda per il Disegno luci e Daniela Maccari per la coreografia. In buca lo stimato ensemble Sentieri Selvaggi, autorità riconosciuta nel repertorio contemporaneo, che con la bacchetta del loro membro fondatore Carlo Boccadoro accompagnerà un cast giovanissimo nato dalla collaborazione con la Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna.

Assieme all’esperto Giacomo Medici, presente anche nella Torre nel ruolo di Diotisalvi, ci saranno Giacomo Leone (Bonanno), Silvia Porcellini (Agostino), Tommaso Martinelli (Bulgarino), Eugenio Maria Degiacomi 2 (Ranieri), Chiara Scannapieco (Cenno). Completa il cast la Compagnia di danza del Teatro di Pisa, composto dai giovani allievi del Corso di Formazione VerdièDanza organizzato dal Teatro Verdi. Connotata da una impronta fortemente pisana è naturalmente la genesi di quest’opera e della sua commissione, legate all’anniversario degli 850 anni dalla posa della pietra (9 agosto 1173). Su impulso del Comitato promotore per le Celebrazioni, nel 2023 viene affidata la stesura del soggetto allo scrittore pisano Marco Malvaldi, autore del felicissimo ciclo di romanzi del BarLume e appassionato di musica classica con piccole esperienze anche nel canto lirico.

Per il libretto si fa riferimento a Vincenzo De Vivo, l. La composizione delle musiche viene affidata a un  illustre nome pisano, Marco Bargagna, rinomato maestro di coro e maestro collaboratore in molte istituzioni teatrali italiane e già autore di tre opere liriche, di musiche da camera, di nove Concerti Sacri e di Messe.

Nasce così La Torre che, in dittico con Le Bal Masqué di Francis Poulenc (1899-1963), offrirà al pubblico delle due recite un inedito spettacolo che, come annuncia nelle note di regia Stefania Panighini, desidera essere “un affresco sulla Torre di Pisa, un dipinto medievale come i meravigliosi affreschi trecenteschi del Camposanto, dove non esistono il tempo e lo spazio, ma tutto coesiste in una straordinaria composizione a tratti surreale e meravigliosa, dove la razionalità deve lasciar spazio allo stupore”.



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La Torre di Pisa diventa un'opera lirica: debutto in prima assoluta al Teatro Verdi
https://www.pisatoday.it/eventi/cultura/presentazione-spettacolo-la-torre-teatro-verdi-pisa-28-30-novembre-2025.html
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Trump non si trattiene più

 

vetting by DHS and by the FBI of these Afghans
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(Agenzia Vista) Usa, 29 novembre 2025 “Perché lo hanno fatto entrare. Sei stupida? Sei una persona stupida?. Perché sono arrivati su un aereo insieme ad altre migliaia di persone che non dovrebbero essere qui. E tu fai queste domande solo perché sei una persona stupida", così il Presidente Usa Donald Trump si rivolge a una giornalista che ha fatto una domanda sulla sparatoria a Washington. L'accusato secondo Trump è un afghano fatto entrare negli Usa da Biden. White House Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev 

Roma, Canottieri Roma. Nell'esclusivo circolo sul Tevere basta un pronome sbagliato per essere licenziati ( da Open.online, di Cecilia Dardana)

 

circolo canottieri roma

Al Circolo Canottieri Roma, uno dei club più esclusivi della Capitale, basta un pronome storto per scatenare conseguenze disciplinari. È successo a una donna che da quasi vent’anni si occupava di pulire spogliatoi, sistemare il bordo piscina e preparare eventi: secondo il presidente Paolo Vitale, le sarebbe scattata una contestazione formale per essersi rivolta a una socia con un «tu», anziché il rigidissimo «lei». Ma il pronome è solo l’inizio. Vitale contesta anche altri comportamenti: il lancio di un asciugamano alla socia incinta, la sottrazione di un lettino al marito di quest’ultima e altri episodi già oggetto di sanzioni minori. L’insieme di questi addebiti ha portato al licenziamento in tronco della donna durante l’estate.

La donna impugna il licenziamento

La lavoratrice, però, non intende restare in silenzio. Considera il provvedimento ingiusto e umiliante e ha deciso di impugnare il licenziamento, affidandosi all’avvocato Francesco Bronzini, esperto di diritto del lavoro. La causa approderà davanti al giudice del lavoro con la prima udienza fissata a gennaio. Secondo la versione del club, raccolta in una lettera di contestazione del 18 giugno e ribadita con il licenziamento del mese successivo, la dipendente si sarebbe rivolta alla manager, in un’unica occasione, usando il «tu», le avrebbe chiesto se fosse socia del circolo e, infine, le avrebbe lanciato addosso un asciugamano mentre la donna era distesa sul lettino con il pancione.

La versione della donna

La lavoratrice si difende con forza: sostiene di essersi sempre rivolta alla manager con garbo, di averle fatto gli auguri per la gravidanza poche ore prima e di non aver mai lanciato il telo. Secondo lei, si trattava solo di una richiesta a un’altra donna sullo stato della sua iscrizione, per poter eventualmente addebitare il noleggio. Ma il vertice del Canottieri Roma ha giudicato le sue giustificazioni «inattendibili» e «contraddette dalle prove in possesso».

Roma, Stazione Termini. Vandalizzato murale di aleXandro Palombo, con Thunberg e Albanese

 

Vandalizzato il murale con Greta Thunberg e Francesca Albanese

 È stato vandalizzato il murale di aleXsandro Palombo, Human Shields, apparso alla Stazione Termini di Roma e raffigurante Greta Thunberg e Francesca Albanese abbracciate da un miliziano di Hamas. Lo rende noto l'artista. ''Il titolo dell'opera ha voluto richiamare esplicitamente la pratica di Hamas di utilizzare civili come scudi umani, ma anche suggerire come figure pubbliche possano trasformarsi in scudi ideologici nei conflitti narrativi globali. L'opera intendeva denunciare il rischio che l'attivismo occidentale, tra ambiguità e opportunismo mediatico, possa diventare megafono della propaganda jihadista e contribuire a distorcere il dibattito internazionale. Esposto al caos dei messaggi e alla radicalizzazione, tale attivismo rischia di alimentare tensioni e di legittimare forme di odio che minano la convivenza democratica. Un invito alla riflessione contro chi ricorre alla violenza per imporre una narrazione unilaterale, evidenziando la fragilità dell'attivismo contemporaneo e la necessità di isolare e condannare ogni forma di odio'', spiega la nota di aleXsandro Palombo. Artista pop contemporaneo e attivista, schivo e riservato, è riconosciuto a livello internazionale per le sue opere riflessive e irriverenti, incentrate sulla cultura pop, la società, le disuguaglianze, l'inclusione, la diversità, l'etica e i diritti umani. (ANSA).

sabato 29 novembre 2025

Papa Leone nella Moschea Blu, senza scarpe in segno di rispetto, ma non prega, 'osserva, in giro' ( da Openonline, di Alba Romnao)

 

papa leone xiv

La terza giornata del viaggio di Papa Leone XIV in Turchia, sabato 29 novembre, è iniziata con un’importante visita alla Moschea Sultan Ahmed di Istanbul, conosciuta anche come la “Moschea Blu”. Il Pontefice, come già avvenuto per i suoi predecessori, ha varcato il portone del luogo di culto musulmano senza scarpe, in segno di rispetto, per una breve visita, senza però raccogliersi in un momento di preghiera. «Ho detto a lui che questa era la casa di Allah, che se voleva poteva pregare, e lui ha detto “no, osserverò in giro” e ha continuato la visita», riferisce ai giornalisti il muezzin della Moschea Asgin Tunca. Leone ha fatto una scelta diversa da Benedetto XVI nel 2006 e Papa Francesco nel 2014 che avevano avuto un momento di raccoglimento silenzioso, come una preghiera.

Il viaggio in Turchia del Pontefice

Dopo la visita alla Moschea, Leone si recherà nella chiesa ortodossa siriaca di Mor Ephrem. Nel pomeriggio si svolgerà prima l’incontro con il Patriarca Bartolomeo nella Cattedrale ortodossa di San Giorgio, dove firmeranno una dichiarazione congiunta, infine la messa alla Volkswagen Arena. L’evento clou della giornata di ieri – venerdì 28 novembre – si è svolto invece ad Iznik, Nicea, dove in una solenne celebrazione sono stati ricordati i 1700 anni del primo Concilio.

Una cerimonia commovente, con preghiere e canti antichi, e l’incedere, in una lenta processione, dei rappresentanti delle Chiese cristiane che c’erano già 17 secoli fa. A fare da cornice il sito archeologico affacciato sul lago di Iznik, dove è emersa l’antica basilica dove si svolsero i lavori di quell’assise.

A Nicea il Papa ha ribadito il messaggio di «fratellanza e sorellanza universale» insito in ogni religione. E ha chiesto di respingere con forza «l’uso della religione per giustificare la guerra e la violenza, come ogni forma di fondamentalismo e di fanatismo», seguendo invece le vie dell’«incontro fraterno», del «dialogo» e della «collaborazione».