giovedì 12 dicembre 2024

Casarin, direttore Tgr, leghista doc, si è dimesso per raggiunti limiti di età ( da Lettera 43,) Ora serve una svolta, perchè la sua direzione non si è distinta per nulla, oltre che per la nascita della rubrica 'Amici animali'

 

Tgr Rai, il direttore Alessandro Casarin si è dimesso

Il direttore del Tgr Alessandro Casarin ha rassegnato le sue dimissioni per raggiunti limiti d’età. L’interim alla guida della testata regionale passa ora al condirettore Roberto Pacchetti.

Il saluto di Casarin su Rai News: «Tgr secondo Tg Rai per numero di spettatori»

Questo il suo messaggio pubblicato su Rai News: «Care telespettatrici, cari telespettatori, oggi è il mio ultimo giorno alla direzione del Tgr. Sei anni che hanno portato la testata a diventare il secondo Tg Rai per numero di telespettatori, il terzo se confrontato con la concorrenza privata. Dunque, Tgr sul podio nazionale. Abbiamo anche portato in rete tutte le redazioni regionali con centinaia di migliaia di visitatori quotidiani. E se, come si usa dire, il futuro è l’online, auspico nuovi investimenti e nuove risorse. Grazie della vostra quotidiana professionalità, vostra e dei colleghi amministrativi e tecnici perché – ogni giorno – per realizzare il famoso “goal” come urlava Bruno Pizzul, la squadra Tgr deve sempre giocare con uno schema dove tutti portano il proprio, indispensabile, contributo».

I Cdr: «Si è concentrato più sull’abbigliamento dei giornalisti che sui contenuti editoriali»

«Apprendiamo, prima da una notizia inviata alle redazioni per essere letta in onda nel tg e poi da una comunicazione dell’azienda al sindacato, che il direttore del Tgr Alessandro Casarin ha rassegnato le dimissioni». Così in una nota il coordinamento dei Cdr del Tgr Rai Usigrai. «Nel congedarsi», si legge nel comunicato, «il direttore si intesta il merito di aver portato la testata a diventare il secondo Tg Rai per numero di telespettatori. Nel 2018, quando Casarin fu nominato, la Tgr era già il secondo tg della Rai per share. Il direttore dimentica, però, di ricordare che sotto la sua gestione è stata chiusa la terza edizione, senza che lui spendesse una parola in merito. Dimentica anche di ricordare che nel febbraio 2022 le redazioni avevano per due volte bocciato il piano editoriale, incrementando i no fra una tornata e l’altra». E ancora: «Dimentica di ricordare che, se il web è partito in tutte le redazioni, è stato merito di un doppio accordo sindacale firmato dall’Usigrai che ha permesso di aumentare organici e caposervizio. Negli ultimi sei anni della direzione Casarin l’unica novità editoriale è stata la rubrica Amici animali, l’attenzione del direttore è stata concentrata quasi esclusivamente sull’abbigliamento delle giornaliste e dei giornalisti (no polo, no colori sgargianti, le indicazioni date) piuttosto che sui contenuti editoriali».

«Lascia 24 redazioni stanche e sfiduciate, situazione insostenibile»

Prosegue la nota: «Fra i servizi di rigore che ha imposto alle redazioni ricordiamo le iniziative dell’associazione di Michela Vittoria Brambilla, la nascita di un nuovo sindacato a cui lui stesso aveva partecipato, contraddicendo così la corretta indicazione che nell’agosto 2023 aveva mandato alle redazioni in merito alla partecipazione a eventi e la realizzazione di servizi: “È opportuno salvaguardare l’immagine aziendale ed evitare qualsiasi forma di potenziale conflitto d’interessi”. Ma del resto il tema dell’opportunità non è mai stato sentito da Casarin, che nel 2023 era riuscito a nominare caporedattore della Tgr Sardegna un giornalista che fino a 40 giorni prima era capo ufficio stampa della Regione sarda, scatenando la rivolta delle redazioni». L’ormai ex direttore Casarin «lascia 24 redazioni stanche, sfiduciate, ma pronte a difendere la qualità del proprio lavoro». L’assemblea dei Cdr del Tgr, aggiungono i rappresentanti sindacali, «si è riunita due volte negli ultimi 15 giorni approvando, all’unanimità, due documenti che denunciano una situazione insostenibile sulle troupe (mancanza di risorse, immagini regalate dagli uffici stampa, interviste autoprodotte) e sui social dove, pur in assenza di un regolamentazione contrattuale, di una policy aziendale sulla moderazione, di social media manager e di un piano editoriale, la direzione impone di continuare a postare (senza chiedersi cosa). A questo si aggiunga, per responsabilità aziendale, che nove redazioni sono sotto organico rispetto ai numeri fissati da accordo Rai-Usigrai. Addirittura cinque sono sotto di due unità. A questo si aggiungono le mancate sostituzioni maternità. Una situazione insostenibile».

«È ora di voltare pagina, servono risorse»

Ora «per la Tgr è necessario voltare decisamente pagina. Bisogna rilanciare l’informazione regionale in particolare su web e social, che furono avviati in tutte le redazioni grazie alla spinta e all’impegno del sindacato dei giornalisti Rai. Servono risorse per le troupe, inesorabilmente tagliate negli anni, con il rischio di una progressiva “deskizzazione” di inviati e redattori, mentre l’azienda deve garantire una selezione pubblica che colmi i vuoti di organico e consenta la mobilità interna alle colleghe e colleghi che da tempo attendono ricongiungimenti familiari o hanno diverse aspirazioni professionali». Infine, «è necessario ripristinare le corrette relazioni sindacali che Casarin aveva appaltato a condirettori e vicedirettori. Del resto, con una squadra composta da tre condirettori e sei vicedirettori (di cui sole due donne) aveva l’imbarazzo della scelta».

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