domenica 7 luglio 2024

Trieste. Papa Francesco ai cattolici: impegnatevi in politica, la democrazia è in pericolo ( da Il Messaggero, di Franca Giansoldati)

 


Papa Francesco: «Impegnatevi in politica, la democrazia è in pericolo: ha il cuore infartuato»

Papa Francesco vola a Trieste per parlare della crisi della democrazia in Italia e nel mondo, della scarsa affluenza alle urne da parte degli elettori  e dell'abbandono progressivo dei cattolici dalla vita sociale. «A me preoccupa il numero ridotto della gente che non è andata a votare» dice davanti ai 1200 delegati delle Settimane Sociali dei cattolici, un laboratorio che fu avviato nel 1907 quando ancora era in atto il "non expedit" e la ferita dell'unità d'Italia. Nel discorso che legge a fatica con una voce affannata Francesco si lascia andare a commenti a braccio: «Diciamoci la verità di questi tempi la democrazia non gode di buona salute". E ancora. "Le ideologie sono seduttrici, come il pifferaio magico, ti portano a negarti». «L'assistenzialismo è nemico della democrazia e nemico dell'amore al prossimo». 

Mattarella alle Settimane Sociali dei Cattolici, una Europa più forte significa rafforzare la democrazia

Si concede anche una battuta che scioglie subito l'atmosfera dell'uditorio: «La prima volta che ho sentito parlare di Trieste è stato da mio nonno. Mi diceva: Il general Cadorna disse alla regina, se vuol guardar Trieste la guardi in cartolina"». Nelle prime file ci sono le autorità regionali e cittadine, i vertici della Cei, amministratori e sindaci locali: Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Pietro Signoriello, Prefetto di Trieste, Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste, e Philippe Donnet, Amministratore Delegato di “Generali”.

Il cardinale Parolin chiude il festival dei valori non negoziabili, «costruite politiche al servizio dell’uomo nella sua interezza»

Al Centro Congressi viene ricordato il percorso fatto dai cattolici in politica dalla prima Settimana Sociale di Pistoia in poi, anche se nel 1935 vi fu uno stop determinato dal fascismo e dal regime di Mussolini. «In Italia è maturato l’ordinamento democratico dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche al contributo determinante dei cattolici. Si può essere fieri di questa storia, sulla quale ha inciso pure l’esperienza delle Settimane Sociali; e, senza mitizzare il passato, bisogna trarne insegnamento per assumere la responsabilità di costruire qualcosa di buono nel nostro tempo. Questo atteggiamento si ritrova nella Nota pastorale con cui nel 1988 l’Episcopato italiano ha ripristinato le Settimane Sociali. Cito le finalità: «Dare senso all’impegno di tutti per la trasformazione della società; dare attenzione alla gente che resta fuori o ai margini dei processi e dei meccanismi economici vincenti; dare spazio alla solidarietà sociale in tutte le sue forme; dare sostegno al ritorno di un’etica sollecita del bene comune». 

Mattarella alle Settimane Sociali dei Cattolici, una Europa più forte significa rafforzare la democrazia

Per Papa Francesco la polarizzazione estrema non può che portare a una debolezza del sistema politico. Insiste a che i cattolici tornino a diventare  lievito nelle istituzioni politiche, nei partiti, negli enti locali. "Un politico che non ha il fiuto del popolo è solo un teorico". Cita Giorgio La Pira, Aldo Moro. Si sofferma sulla buona politica, sulla pace, sulla capacità di difendere il bene comune, di denunciare le storture, di condividere gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. «Possiamo immaginare la crisi della democrazia come un cuore ferito. Ciò che limita la partecipazione è sotto i nostri occhi. Se la corruzione e l’illegalità mostrano un cuore “infartuato”, devono preoccupare anche le diverse forme di esclusione sociale. Ogni volta che qualcuno è emarginato, tutto il corpo sociale soffre. La cultura dello scarto disegna una città dove non c’è posto per i poveri, i nascituri, le persone fragili, i malati, i bambini, le donne, i giovani. Il potere diventa autoreferenziale, incapace di ascolto e di servizio alle persone. Aldo Moro ricordava che «uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà" dice Bergoglio, concludendo che bisogna scommettere sul tempo e avviare processi. «Il tempo è superiore allo spazio e avviare processi è più saggio che non occupare spazi». 

Nessun commento:

Posta un commento