Inaugurazione del Teatro alla Scala 2020? Non ci sarà. Anche se molti saranno incollati alla tv per vederesentire il concertone ideato “in sostituzione di”, non ci sarà perché la tradizionale serata di sant’Ambrogio del 7 dicembre, data iconica per il mondo dell’opera, ha due presupposti imprescindibili: lo spettacolo di opera lirica e il pubblico. Da sempre il parterre, il foyer, le toilettes, gli intervalli sono tra le più grandi attrazioni. Qui non ci saranno né l’uno né l’altro. Il secondo, assente per il motivo che si sa, il primo, assente per una scelta del neosovrintendente Dominique Meyer, presa di concerto (in senso letterale) con il direttore musicale e artistico Riccardo Chailly e, si immagina, gli onnipresenti agenti teatrali. Non far niente non si poteva. Allora un concerto. Un concertone. Anzi: concertissimo, sotto la direzione di Chailly, con l’accumulo di 24 tra le più grandi voci sul mercato lirico.
Cui si è aggiunta una venticinquesima: Mirella Freni, registrata, essendo la grande artista di recente scomparsa. L’aggiunta della Freni anche per colmare una singolare (imperdonabile?) carenza. Tanto per essere sciovinisti, su 24 cantanti in lizza, solo due soprani italiani: Rosa Feola e Eleonora Buratto. Era impossibilitata a partecipare la ancor strepitosa Mariella Devia che avrebbe alzato il tono dell’intera serata? E i mezzosoprani? Nemmeno uno. Dove sono Sonia Ganassi e Daniela Barcellona? Cerchiamo un compenso in campo maschile: addirittura sette tenori, del multiforme panorama internazionale. Anzi otto, con Placido Domingo, anche se si presenta come baritono, e i divi Kaufmann e Florez. Due gli italiani: Vittorio Grigolo e Francesco Meli. Un baritono: Luca Salsi, oggi il più gettonato. Stupisce il basso: il giovane Mirko Palazzi, specializzato nel repertorio cameristico. Roberto Scandiuzzi e il nostro super Michele Pertusi? Però "alt". Signori, anzi, signore, l’inaugurazione della Scala 2020 ha di che mandare in fibrillazione ben più di una spettatrice, nel cast rifulge il nome per eccellenza: Roberto Bolle. Non canta, balla, il bellissimo, grandissimo, mondialissimo Roberto, contornato da stuolo di ballerini. Si esibirà in due sequenze: Lo Schiaccianoci e una Verdi Suite. Non possiamo nemmeno dire “Su il sipario”, perché non ci sarà nemmeno quello.
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