domenica 6 dicembre 2020

La Scala come Sanremo, secondo la riflessione di Michela Murgia su 'Repubblica'

 Michela Murgia, una scrittrice che apprezziamo negli interventi giornalistici e televisivi, la cui intelligenza mai ci ha deluso, parteciperà allo spettacolo che si sta armando alla Scala per la serata di domani, al posto dell'opera. Per l'occasione, su Repubblica ha dato fiato a tutte le rivendicazioni di poveri, emarginati e donne che costituiscono un filo costante nelle trame dell'opera e che dallo spettacolo scaligero di Davide Livermore si attendono - e avranno, se abbiamo capito bene -  se non un riscatto o una rivincita, quantomeno una sottolineatura, una messa a fuoco.

 Nessuno ha dimenticato nei Sanremo degli ultimi anni, il commovente monologo di Favino sui  migranti - ricordiamo bene? - o quello battagliero della Jebreal sulle donne. Beh, chi si metterà davanti alla tv, domani pomeriggio, a partire dalle 17  e vi resterà per tre ore, assisterà ad un 'Sanremo' sui generis, perchè con 'arie d'opera', da Milano, nel teatro del Piermarini. Livermore girerà un film partendo dai brani operistici,  ma infilandoci dentro anche altro dell'Italia nobile, Fellini ad esempio, e chissà, forse anche Farinetti.

 Murgia plaude al foyer finalmente vuoto di tanti inutili corpi femminili semicoperti ma ingioiellati come madonne; ma dimentica di dire che, per fortuna, quei corpi seminudi lo sono perchè  i loro umani possessori hanno impegnato tutti i loro abiti più sontuosi, per acquistare un palco la sera di Sant'Ambrogio. Se ricordiamo bene, la serata inaugurale, da sola,  ha fatto entrare gli anni passati, 2 milioni di Euro circa nelle casse della Scala.  

Anche noi siamo contenti per il foyer vuoto: per una volta, causa pandemia e non  per decisione della sovrintendenza, ci saranno risparmiate tutte quelle idiozie fatte ripetere infinite volte, ogni anno, davanti ai microfoni di quegli sciagurati presentatori scritturati dalla Rai, solitamente sfruttando l'algoritmo 'una bella e un bestione!'.

Non riusciamo davvero a capire perché in una serata dedicata all'opera si debba, anche in quel caso, parlarci ancora della tragedia che viviamo, e sulla quale, come fossimo cittadini ignari, ogni giorno veniamo aggiornati con nuovi dati che sortiscono un unico risultato: infonderci nuove paure. Per una sera forse si poteva farne a meno. 

A Michela Murgia, poi, che elenca nel suo predicozzo su Repubblica  alcuni casi in cui le donne o i poveri sono trattati come a loro è sempre toccato, anche in palcoscenico oltre che nella vita, che in  due delle opere che Lei cita, ma anche in qualche altra, sono giovani donne a mettere nel sacco vecchi lascivi o nobili per discendenza.

 In fondo nel Barbiere che si è visto a Roma, Rosina si prende gioco del suo tutore; lo fa anche Serpina, la protagonista, sempre giovane ma sveglia, del capolavoro pergolesiano (La serva padrona) o la giovane Norina nel gioiello donizettiano ( Don Pasquale); ed  anche nelle Nozze mozartiane  la Contessa tradita e Susanna, che doveva 'essere sempre a portata di Conte', fanno fare la figura del grullo al nobile che si credeva il più furbo della contea. Dunque  in palcoscenico accade anche il contrario, come può accadere - anche se meno di sovente, ahimé - nella vita.

 Non sappiamo se Martone e Livermore si siano parlati. Fatto sta che sia l'uno che l'altro fanno fare ai telespettatori un giro nelle due grandi città: Milano dall'alto, con un drone, e Roma, per strada, in scooter. Ma mentre Milano sembrerà 'come mai vista', perchè ripresa nei giorni in cui era 'zona rossa', e dunque quasi deserta, il giro in città a Roma, mostrerà la città di ogni giorno che conosciamo bene, dunque non così interessante, come poteva sembrare la gag dello scooter guidato dal direttore Gatti e con Figaro, ambedue con casco di ordinanza, prelevato da casa e portato a grande velocità in teatro.


Nello stesso giornale, oggi, una intervista lunga quanto inutile e senza giustificazione alcuna, ad uno dei partecipanti al gala scaligero, al tenore Vittorio Grigolo. Per quale ragione, di grazia? Chi l'ha propiziata con Videtti? 

  

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