Non sappiamo più dirvi chi finora non abbia almeno una volta, nell'ultimo anno, primo del governo Raggi, scritto della disfatta di Roma e della assoluta incapacità della sindaca a governare. A fasi alterne l'hanno fato gli stessi grillini, fra i quali le opposte fazioni dei 'proviriginia' e controvirginia' si affrontano quasi giornalmente, convinti gli uni che Virginia, pur incapace, non può certo fare miracoli - ma disastri sì, ne sta facendo - e gli altri che la vorrebbero dimissionaria perché si sono accorti che le parole non rassicurano più e che nei primi 365 giorni di governo della Capitale ha fatto più danni lei a Roma, e al Movimento, che tutti i pastrocchi nei quali si sono infilati Grillo e i suoi, da Genova a Palermo a Parma, per finire alla rovina di Roma.
I giornali che un tempo, sotto Veltroni, forse esagerando, parlavano di un nuovo 'rinascimento' romano, ora, senza esagerazione alcuna ed in coro, scrivono che il degrado attuale, nei suoi oltre 2000 anni di storia Roma non l'aveva ancora visto.
L'opera rock 'Divo Nerone' che in questi giorni infesta il Palatino con tutta la sua miserabile pochezza e intollerabile volgarità ne è la rappresentazione più fedele. E forse, sulla scia di questo indecente spettacolo che potrebbe finire anzitempo, perché pubblico fino a settembre non ne ha, ci si augura che anche la Raggi decida di scendere definitivamente dal Campidoglio senza attendere di dare alla città il colpo di grazia che tutti paventano.
Da qualche settimana c'è di nuovo l'emergenza rifiuti. In molti quartieri della Capitale, da più di una settimana, non vengono raccolti con immaginabili ricadute sul decoro della città e sulla salute degli abitanti. Ed è così grave l'emergenza rifiuti che su un punto abbiamo cambiato idea rispetto al passato quando sostenevamo, senza eccezione, che una spesa a carattere sociale non doveva avere la precedenza su una culturale. Oggi non la pensiamo più così. Al diavolo musica, mostre, teatro, se la Raggi ci ripulisce Roma. Non ne possiamo più della sporcizia, delle erbacce, delle buche, dei servizi pubblici di trasporto che funzionano peggio di prima. Basta.
E, ancora un volta, non siamo i soli a pensarla così. Una indagine svolta nelle passate settimane ha bocciato senza appello il mandato della Raggi. Fra gli stessi Cinquestelle, suoi elettori, 4 su 10 hanno dichiarato di essersi pentiti da averla votata e che non la voteranno e non la voterebbero oggi; e i cittadini di Roma, 7 su 10, la pensano come i Cinquestelle. Dunque esperienza fallimentare su tutta la linea, nel giudizio che accomuna sia i suoi estimatori di un tempo che i suoi detrattori di oggi le cui file si sono enormemente ingrossate.
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