Cominciamo dalla Guardia di Finanza che ieri ha arrestato, accusandolo di evasione fiscale e truffa a i danni dello Stato, un ' noto' imprenditore romano, di una settantina d'anni quasi, e gli ha sequestrato beni per alcune decine di milioni fra ristoranti, bar, negozi e conti correnti - alcuni di questi esercizi di ristorazione erano fra via Veneto e via del Tritone. La Guardia di Finanza ha fatto sapere che il suddetto 'noto' imprenditore era già noto anche alle Fiamme gialle sempre gli stessi reati.
Ma la Guardia di Finanza non ha rivelato il nome del presunto farabutto, delinquente ed anche evasore. Perchè? per rispetto della legge sulla privacy - ironia!; ma contravvenendo al comandamento che vuole i peccatori chiamati per nome, onde evitarli. Oggi si legge sui giornali che quel noto farabutto era imprenditore nel settore dell'arredamento, e si riportano solo le iniziali del suo nome e cognome. S.F. Qualche giornale invece lo chiama per nome: Aldo Berti. Tenere a mente il nome del farabutto!
Aldo Grasso - che naturalmente non ha nulla a che fare né con quell'imprenditore nè con la Guardia di Finanza e tanto meno con Luxuria, della quale tuttavia qualche volta può aver scritto sul Corriere - l'altro ieri, recensendo un servizio di Piero Marrazzo sul Medio Oriente, visto sul TG1 (Speciale) ne ha notato l'eccessiva prudenza, bollandolo come un compitino fatto a regola d'arte senza offendere nessuno e neanche dicendo alcunchè di rilevante per ciascuno.
Nel presentare Marrazzo ha avuto l'indulgenza, eccessiva, di non ricordare le sue vicende da Governatore della Regione Lazio. Ed ha scritto che, " terminato il suo mandato politico, è tornato in Rai". Doveva tornare, o no? Lo stabilisce una legge dello Stato che prevede che durante l'esercizio di un mandato politico esiste una sospensiva temporanea del lavoro precedentemente esercitato, e terminato l'incarico politico si torna a quello precedente. Tutto normale.
Ma Aldo Grasso non può far finta di non sapere che Marrazzo non terminò il suo mandato politico al termine naturale della legislatura, perché dovette dimettersi dopo che si era scoperto delle gravissime manchevolezze di carattere sessuale. Grasso ricorderà che egli si faceva accompagnare a casa di un trans con la macchina di servizio la quale lo attendeva e, finito il 'mandato', lo riportava a casa o in ufficio. Tralasciamo la faccenda della droga, della quale, confessiamo, non ricordiamo più i particolari. Ma poco aggiunge, anche se, forse, fu assolto dalla storia perché ci fu un tentativo di incastrarlo ecc... ecc.... Grasso dicendo che terminato il mandato politico tornò in Rai, dimostra nei suoi confronti una indulgenza eccessiva che Marrazzo non merita, per sua irresponsabilità.
E, per ultimo, Vladimir Luxuria, il cui caso, riguardando il suicidio di un giovane, merita maggiore CAUTELA . E , tuttavia, non giustifica il fatto che ieri Lei si sia presentata in tv vestita a lutto per piangere il giovane Prato, suo amico e animatore del 'Gay village', che si è suicidato nel carcere di Velletri, alla vigilia del processo che lo avrebbe visto imputato dell' omicidio Varani , assieme a Foffo che è stato già giudicato con rito abbreviato e condannato a 30 anni.
Ora con tutta la pietà che si deve avere - ed anche noi abbiamo - per un giovane che si è suicidato ed il cui suicidio poteva forse essere evitato con la giusta sorveglianza carceraria, Luxuria non può dimenticare che il delitto di cui si sono macchiati Prato e Foffo è gravissimo, terribile. Hanno cercato la loro vittima, in una serata che non sapevano cosa fare, insieme si sono drogati, e poi lo hanno massacrato fino alla morte, per vedere che effetto faceva la morte del giovane Varani. E' evidente che tanta indulgenza, pur con la dovuta pietà verso un giovane suicida, non si può avere per lui, neppure da parte di un' amica.
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