Leggendo nei giornali di questi giorni, dei possibili successori ad Antonio Campo Dall'Orto, che ha definitivamente lasciato il suo incarico di direttore generale della Rai, con un anno giusto di anticipo (lui ed il Consiglio di amministrazione, compresa la sua presidente, Monica Maggioni, cesseranno nell' incarico, triennale, a giugno del 2018), apprendiamo che la 'rosa' dei possibili candidati si è ristretta ad una terna, alla quale ogni giorno si aggiunge qualche altro che, l'indomani cade come una foglia morta, per far posto ad altri.
Accantonata definitivamente l'idea di cercarlo fuori della Rai, le scelte sarebbero interne. E, come nella migliore tradizione, ininterrotta, di ciascun candidato si aggiunge, dopo aver citato, en passant, l'incarico attuale e la sua preparazione professionale ad assumere un simile ruolo, che è gradito a tizio e caio, o sgradito ad altrettanti. E in ragione di tale gradimento o sgradimento, le sue quotazioni salgono o scendono.
Gradimento che non sembra aver influito sulla scelta, ad esempio, di un altro industriale della tv, come Cairo, il quale ha sfilato alla Rai un professionista apprezzato, per affidargli la conduzione della sua televisione, basandosi esclusivamente sulla sua comprovata competenza e basta. E non dovrebbe essere altrimenti per un industriale che tiene alla sua azienda. Evidentemente alla salute della Rai, che è pubblica, nessuno tiene come Cairo tiene alla sua.
Degli attuali candidati alla poltrona di Campo Dall'Orto, si dice che il tale sarebbe gradito a Letta e Berlusconi. Ci volete dire che c'entra Gianni Letta? Per caso il ventilato nuovo 'nazareno' gli ridà, anche pubblicamente, quel fiato che non ha mai perso dietro le quinte? E' stato lo sponsor di Giancarlo Leone, e lo avrebbe voluto nuovamente in Rai, se lui non avesse risposto picche perché occupato nella sua nuova impresa, una società di comunicazione!
Che dovesse contare, Gianni Letta, quando era sottosegretario a Palazzo Chigi, a fianco del Cavaliere, era ovvio ( chi si dimentica che la nomina di un presidente della Rai, giornalista di Repubblica, venne decisa in un esclusivo salotto di uno storico marchio di Via Condotti, ed ebbe il via libera proprio di Letta assiduo frequentatore del medesimo?); ma poi via, anche per Gianni Letta, a fare il pensionato o il nonno. E, invece, no egli è... ovunque.
Il caso Leone, sponsorizzato da Letta, ci fa venire in mente quello di Roberta Lei, altro storico direttore generale della Rai, gradito al Vaticano- si scrisse sui giornali a chiare lettere, senza vergogna, come la cosa più naturale del mondo!- nella persona del 'cardinale', Bertone, quello dell'attico, alla faccia dei poveri. Perchè un direttore generale deve essere gradito al card. Bertone o al Vaticano? Un direttore generale della Rai deve essere competente e non fare professione di 'leccaculaggine'. Deve camminare sempre a schiena dritta e mai abbassare lo sguardo di fronte a chicchessia. Del Vaticano e di chiunque altro non giudichi esclusivamente la competenza del candidato, chissenefrega.
Di un altro candidato a succedere a Campo Dall'Orto, si dice che sarebbe gradito al Quirinale. Ora, con tutto il rispetto per il Presidente della Repubblica, anche nel suo caso ripetiamo quel che abbiamo detto sia per Gianni Letta, detto 'il cardinale' che per un cardinale vero, Bertone, leggi Vaticano.
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