E' la sensazione che si ha parlando con addetti ai lavori, commentatori e critici televisivi. Come se la Rai fosse Fazio e Fazio la Rai, mentre così forse non è. La Rai sopravviverà al 'diluvio' Fazio?
Se riandiamo con la memoria soltanto a domenica scorsa, all'ultima puntata della trasmissione di Fazio, non per rinfrescare il suo straziante discorso di addio, seguito, fra i singhiozzi, dai suoi inconsolabili vedovi, bensì per ripercorrere lo strabiliante pirotecnico intervento di Fiorello, ci convinceremo che anche dopo Fazio, e senza di lui, la Rai continuerà ad esistere. Magari vivacchiando, nella peggiore delle ipotesi, ma continuerà ad esistere.
Ciò che, invece, Fazio dovrebbe chiedersi è se lui continuerebbe, domani, ad essere il Fazio di oggi, ad avere cioè lo stesso appeal o quello che lui crede e dice di avere, anche fuori della Rai, magari alla corte 'egiziana' - come ha scherzato Fiorello - di Cairo, il nuovo faraone dei media in Italia, con successi fra carta stampata e televisione.
Ma forse Fazio è allettato anche da una possibile probabile seconda uscita, a suon di miliardi, dal regno di Cairo, se le cose non dovessero filar liscie. Come accadde già molti anni fa, quando dopo una sola puntata del 'Fazio Lab', per volontà dei nuovi proprietari della rete, che allora non si chiamava ancora La 7, dovette abbandonare ma con una buonuscita, si disse, di una trentina di miliardi di lire. Neanche con quella montagna di soldi in tasca ha provveduto ad allungare quelle 'giacchettelle' da fricchettone che costituiscono anche oggi il suo guardaroba d'elezione.
Noi, lo confessiamo, saremmo felici di sapere che il suo nuovo faraone lo riempie d'oro più di quanto non abbia fatto la Rai- che pure l'ha coperto d'oro, sia chiaro ! -in tutti questi anni; e più felici ancora se sapessimo che lì - ma questo accadeva anche in Rai, dove ha potuto fare il tempo che voleva che facesse, salvo qualche acquazzone di stagione inevitabile - avrà mano libera per sperimentare nuovi programmi e che tali suoi nuovi programmi ottengono successo.
Vorremmo solo che Fazio non si facesse illusioni, secondo la sua filosofia che certi programmi sono certe facce, quelle dei conduttori, come la sua. Non siamo sicuri che questo possa valere per qualunque tv, come se la Rai fosse una vetrina di popolarità equiparabile alle altre indistintamente. Non è così e non sarà così neanche per Fazio a La 7, del faraone Cairo.
Confessiamo che non ci dispiacerebbe del tutto quel passaggio, se stimolasse la Rai a cercare volti nuovi e nuovi programmi. Ma potrebbe mai accadere, se tornasse direttore generale Giancarlo Leone, stantio e corazzatissimo ex dirigente in pensione, con la benedizione di Gianni Letta? Ancora loro!
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