Ieri, poco prima che iniziasse la sfilata per la Festa della Repubblica, il premier ed i presidenti delle due Camere si sono ritrovati al bar per un 'coffee' di lavoro. Che ne dite, ha chiesto Gentiloni, il mio governo cade o arriva al traguardo? Certamente non gli hanno risposto, all'unisono, Boldrini e Grasso: stai sereno, perchè subito anche il nobile Gentiloni avrebbe fatto i debiti scongiuri, alla 'romana', o forse no in presenza di una signora.
L'hanno comunque rassicurato sulla loro lealtà e sull'impegno assunto di portare al varo le numerose leggi o decreti lasciati in sospeso, che sono tanti, e che loro vorrebbero varati definitivamente prima della fine della legislatura. Anche per non fare davanti al paese la figura di color oche se ne fottono, e basta.
L'elenco delle leggi da approvare in via definitiva, anche escludendo quella 'elettorale', è lungo una quaresima. Gentiloni ha ascoltato soddisfatto, sperando che i Parlamentari si mettano una mano sulla coscienza ed una nel portafoglio ( così scattano anche i vitalizi) e restino in carica fino alla fine della legislatura, per 'senso di responsabilità' - l'espressione che è sulla bocca di tutti in questi frangenti, specie su quella di molti politici alla Razzi, con o senza l'aggiunta di Crozza.
In quell'elenco tanto lungo, naturalmente non c'era più spazio per la revisione dei vitalizi presenti e futuri, secondo la proposta Richetti, trattandosi di poca cosa. E perciò l'avevano cassata dagli ordini del giorno dei lavori, in aula (in commissione era già passata, sembra, e lì riposa). Sempre 'per senso di responsabilità' verso il Paese, che si attende da loro, decisioni molto più importanti.
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