venerdì 16 giugno 2017

Cresce il pubblico dei teatri, specie quello giovane, secondo i dati pubblicati da Classic Voice ( da Il Sole 24 ore)

Dimenticate i luoghi comuni che vedono nel pubblico dei Teatri d’Opera in Italia una nicchia di spettatori facoltosi e un po’ avanti con gli anni: il pubblico della Lirica cresce e a trainare questa crescita sono... i giovani. A dirlo è un’inchiesta pubblicata nell’ultimo numero della rivista specializzata «Classic Voice», che rileva un aumento diffuso degli spettatori e soprattutto della componente giovane, in tutti e 13 i Teatri lirici italiani. In tutto sono 185mila le persone in più che hanno assistito a un’opera, un balletto o un concerto di musica sinfonica nel 2016 rispetto al 2015.

Numero di spettatori dei Teatri d'Opera italiani negli ultimi anni

Città

Teatro

2012

2013

2014

2015
       2016
Bari
Petruzzelli
48.668
61.115
78.878
62.119
104.483
Bologna
Comunale
84.432
75.339
78.162
79.677
83.951
Cagliari
Lirico
85.804
94.548
136.250
90.458
132.000
Genova
Carlo Felice
n.c.
74.221
94.118
97.033
96.594
Firenze
Opera
138.837
n.c.
142.351
178.883
238.130
Milano
Scala
402.050
426.000
418.443
511.856*
500.000
Napoli
San Carlo
155.505
144.261
142.869
162.862
212.226
Palermo
Massimo
108.424
104.610
105.860
114.142
136.435
Roma
Opera
186.944
171.307
189.369
238.012
242.665
Torino
Regio
191.529
180.652
175.084
179.485
178.803
Trieste
Verdi
70.533
n.c.
65.954
44.345
59.161
Venezia
Fenice
139.809
138.767
136.653
140.921
141.824
Verona 1
Filarmonico
40.547
35.799
44.255
47.372
43.035
Verona 2
Arena
426.394
482.080
404.431
407.606
370.501
Per questa e per le altre tabelle sono stati presi in considerazione i dati a stagione, che per alcuni teatri corrisponde all'anno solare e per altri comincia l'autunno precedente. Per tutti il periodo esaminato è di 12 mesi
*Dato parziale, al 26 novembre 2015. n.c. = non comunicato
Fonte: Classic Voice
In testa alla classifica dei teatri che hanno aumentato il proprio pubblico c’è l’Opera di Firenze, con quasi 60mila spettatori in più in un anno, seguita dal San Carlo di Napoli e dal Petruzzelli di Bari. Proprio Bari, seguito da Cagliari e Trieste, è il teatro che vede l’aumento percentuale più consistente. Solo tre Fondazioni perdono spettatori: la Scala, che resta comunque il teatro più frequentato, con 500mila spettatori nel 2016, il Regio di Torino e l’Arena di Verona.
Va detto però che la Scala “paga” il confronto con un 2015 speciale, ovvero una programmazione particolarmente ricca in occasione di Expo, che aveva portato il numero di spettatori alla cifra recodr di 512mila presenza. Nel confronto con il 2014, infatti, anche il Piermarini registra un aumento. Diversa la situazione per Verona, che nel 2016 ha perso circa 40mila spettatori (tra Arena e Filarmonico), in seguito soprattutto alla grave crisi economica e gestionale esplosa l’anno scorso. Per il Regio, invece, si tratta di un leggero calo dovuto soprattutto a una riduzione delle attività in sede a favore di un aumento per quelle all’estero (non conteggiate dal Ministero).
Tra le ragioni che – dopo anni di crisi e pubblico in calo – hanno rivitalizzato le sale dei Teatri d’Opera, l’inchiesta di «Classic Voice» mette in rilievo soprattutto due novità: l’aumento della produttività generalizzato fra tutte le Fondazioni, e le politiche di prezzo messe in campo per intercettare un pubblico nuovo, soprattutto rivolte ai giovani. Iniziative, queste ultime, spinte anche dalle nuove clausole per l’assegnazione dei fondi statali (il Fus), che prevedono anche un’offerta a prezzi ridotti e condizioni agevolate per gli studenti.
Alcune indagini a campione promosse dai teatri e riportate nell’inchiesta confermano questa tendenza. L’Opera di Roma ha un pubblico per il 30% composto da spettatori tra i 15 e i 40 anni. Inoltre, il 42% frequenta il teatro da due anni e appena e il 25% lo ha fatto per la prima volta l’anno scorso. Anche alla Scala di Milano aumentano i giovani spettatori, anche grazie a iniziative rivolte alle scuole o ai bambini. Al Massimo di Palermo, il 26,3% del pubblico nell’aprile 2015 aveva meno di 35 anni
Fin qui le buone notizie, di una Lirica italiana che (almeno sul fronte del pubblico) si rinnova e pone le vasi per il futuro. Le note dolenti dell’inchiesta di «Classic Voice» riguardano invece, ancora una volta, i conti delle Fondazioni, con le nove realtà che hanno aderito alla legge Bray che faticano a ritrovare l’equilibrio e, nel complesso, un sistema su cui continua a gravare un forte indebitamento: solo per le nove Fondazioni citate, i debiti accumulati in passato arrivano a 245 milioni di uero.
Altro aspetto che fa ombra ai nostri teatri è l’indice di riempimento delle sale, che rimane molto basso, sebbene con forti differenze tra le Fondazioni,.





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