A leggere il proclama-invito diramato dall'assessore Bergamo, incaricato della 'ricrescita culturale' a Roma dal suo superiore Virginia Raggi, uno si immaginava che mercoledì scorso, a Roma, ogni piazza, vicolo, strada, ponte, centro culturale ecc... ecc... sarebbe stato inondato dalla musica. E, invece, no. Come era da temere, per la ben nota disorganizzazione della giunta comunale e della sua amministrazione all'insegna dell'improvvisazione all'ultimo minuto. I giornali hanno raccontato la desolazione dei pochissimi concertini (considerarli tali suona già come una immeritata concessione!) che somigliavano, laddove sono stati improvvisati, alle esibizioni di musicisti di strada che chiedono l'elemosina. Mancava solo ai loro piedi il cappello o la custodia degli strumenti per gli spiccioli offerti dai più caritatevoli. Questo era lo spettacolo desolante che Roma ha offerto nel giorno che doveva suonare come la FESTA DELLA MUSICA!
Forse solo l'Accademia di Francia ha organizzato un concerto degno di questo nome, un concerto pubblico, in Piazza Farnese, avendo come quinta la storica facciata della sua Ambasciata a Roma.
Il giorno dopo, primo dell'estate dopo il solstizio - giovedì 22 giugno - Villa Massimo, sede romana dell'Accademia tedesca, ha aperto i suoi cancelli per la Festa dell'Estate - Festa delle arti! - e la conclusione dell'anno accademico. Il viale sul quale si affacciano gli studi dei borsisti erano tirati a lucido e gli studi addobbati con cura, in ognuno di essi l'esposizione di un borsista: immagini, sculture, tableaux vivants, video, azioni in movimento e concerti brevi, ma ripetuto ed affollati. Viale e studi letteralmente invasi da una folla, giovane soprattutto, di artisti e non, di tante nazionalità, una specie di babele musicale che si ascoltare passeggiando nei viali. Dall'altra parte del meraviglioso bosco-giardino, la sede vera e propria dell'Accademia , rimessa a nuovo ed illuminata da suggestive fiaccole. La Villa era rimasta chiusa per qualche mese per inderogabili lavori, molti dei quali non visibili immediatamente, perché riguardanti strutture - quasi tutte sotterranee - che non si vedono ma il cui ammodernamento si farà sentire ogni volta che ci dovesse essere una emergenza. Questa si chiama prevenzione, un'altra delle virtù che in Italia nessuno, e neppure il potere, pratica e le cui conseguenze disastrose sono da registrare quasi giornalmente.
L'Accademia tedesca di Villa Massimo ogni anno celebra la Festa dell'Estate in giugno, in concomitanza con la 'Festa della Musica', e, in autunno, a novembre, quella più specificamente musicale per dare spazio ai suoi borsisti musicisti, invitando un complesso di rinomanza internazionale per un concerto ospitato all'Auditorium e sempre apprezzato anche per la qualità degli interpreti che l'Accademia mette a disposizione dei suoi giovani artisti. Quest'anno il concerto si è svolto il 22 maggio. In Italia prevale la tendenza di offrire a giovani artisti mezzi e strutture sgarrupate!
E sempre in autunno, giunge, gradito omaggio, l'Annuario di Villa Massimo, una specie di album di famiglia, dove si racconta la vita dell'Accademia e si mettono in vetrina le produzioni dei suoi artisti ospiti.
Analoga cura dei propri istituti di eccellenza artistica e culturale hanno altre nazioni per le loro sedi a Roma, da quella francese all'americana alla spagnola. E, tutto sommato, è forse una fortuna che l'Italia non abbia a Roma una sua accademia, perché il solo confronto nella gestione generale, nella cura della propria sede, e nel pregio delle produzioni, sarebbe impietoso.
Già la cura con cui queste accademie accudiscono le loro sedi sembra un miracolo vivente. Villa Massimo come anche Villa Aurelia al Gianicolo ( sede di rappresentanza dell'Accademia americana) hanno del miracoloso. Giardini curati a regola d'arte in ogni particolare. Proprio come in Italia si fa con i propri monumenti più pregiati, dove dal giorno dopo un restauro, regna l'incuria più totale.
Qualcuno potrebbe azzardare che quelle nazioni forniscono i fondi necessari per gestire egregiamente le loro sedi culturali all'estero e le attività che vi si svolgono. No, non è così. Perché i soldi anche i Italia ci sono, solo che vengono spesi male; e, comunque, non è detto che, alle accademie straniere giunga ogni anno un fiume di denaro. I direttori hanno sempre da fare i conti con i fondi disponibili che, per definizione, non sono mai sufficienti, ma che comunque loro sanno ben spendere, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
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