venerdì 9 giugno 2017

Volgarità di Roma e dell'Italia con il consenso di Franceschini 'mezzodisastro'. Lo spettacolo sul Palatino dà scandalo

Franceschini teme la figuraccia agli occhi del mondo per la sua riforma bocciata dal TAR, contro la quale, naturalmente, ha fatto ricorso. E teme anche per una seconda figuraccia, quella relativa alla sovrintendenza speciale del Colosseo, preventivamente bocciata, per la quale aveva già bandito  una richiesta internazionale di 'manifestazione di interesse ' (concorso) alla quale avevano risposto oltre un centinaio di aspiranti. Anche questo concorso dev'essere fermato, in attesa della pronuncia dei vari tribunali che in Italia si palleggiano le decisioni:  uno propone qualcosa, un altro ricorre per bocciargliela, ed il primo, a sua volta, ricorre per annullare la bocciatura. E così': come fra Camera e Senato, si va avanti per mesi, senza che mai una qualche decisione possa essere presa in Italia e dando al mondo intero l'idea ormai consolidata, che in Italia nulla sia definitivo come il provvisorio. Italia paese dell'indecisione e dell'incertezza.

Ma anche della volgarità diffusa. Di cui Franceschini  non si preoccupa, mentre dovrebbe, perché si tratta della figuraccia più pesante, la più pesante in assoluto, che Lui e la sua gestione ministeriale stanno facendo agli occhi del mondo, con lo scandalo dell'opera rock, Divo Nerone, la più volgare realizzazione che il Colle Palatino abbia visto nei duemila e passa anni di storia.

Il ministero, nella persona del sovrintendente Prosperetti ( quello dei nudi del Campidoglio ricoperti, ricordiamocelo), ha concesso il sito della cosiddetta 'Vigna Barberini' sul Palatino, ad una società messa su in quarant'otto ore o giù di lì, perchè vi venisse impiantata una struttura,  di abnorme grandezza, per ospitarvi un prodotto che dovrebbe rendere vivo quel luogo che , altrimenti, sarebbe 'morto', secondo le parole dell'illuminato sovrintendente che parla ovviamente in vece e per suggerimento di 'mezzodisastro' Franceschini.

Prosperetti durante un forum sull'argomento organizzato da Repubblica, ha detto che anche lui si è meravigliato della 'invasività' della struttura quando l'ha vista. E cioè dopo che è stata montata. Un palco enorme ed una platea di tremila posti ( la quale platea, dopo la anteprima ad inviti, nelle due serate successive con pubblico pagante aveva registrato rispettivamente 500 e 300 posti occupati. Rivelando, quindi, che quando ha concesso l'autorizzazione a quella società 'così e così' che aveva messo sul tavolo una 'strampalata' manciata di 'premi oscar' che vi collaboravano - uno dei quali, Bacalov ha dichiarato di essere all'oscuro della cosa e di aver scritto per quel musical solo una canzonetta, e di non averla neppure orchestrata!- o dormiva o non era sobrio o si era messo sull'attenti agli ordini del suo capo.

Di questa figuraccia Franceschini sembra non preoccuparsi, e male fa, perché questa  sancisce la volgarità di coloro che hanno la responsabilità della nostra grande storia. Franceschini non si rende conto - e questo è gravissimo! - che cedendo il Palatino a quella società 'così e così' per uno spettacolo, che durerà per tutta l'estate, ha autorizzato la profanazione di quei luoghi.

Profanazione resa ancora più grave  dalla volgarità dello spettacolo, opera rock, della sua musica dozzinale, come hanno avuto modo di verificare tutti coloro che l'hanno visto ed ascoltato, e che il Palatino non meritava. Uno spettacolo che in buona parte i membri di quella società 'così e così' è riuscita a far pagare alla Regione Lazio, in buona parte, senza che nessuno abbia potuto mettere bocca sulle caratteristiche del prodotto. Insomma paga e sta zitto, come si usa nelle società governate dal PIZZO!

Da anni noi andiamo gridando che certi luoghi non si possono impunemente profanare, mentre accade di sovente. Lo abbiamo segnalato in occasione del concerto 'giubilare'  pagato dal ricchissimo 'pirata' malese in onore di sua moglie cantante (per la cui carriera, ha dato soldi anche all'Opera di Roma, entrando di diritto, pagando, nel CdI del Teatro). Abbiamo gridato allo scandalo quando Villa Adriana veniva messa nelle mani sacrileghe di un cosiddetto organizzatore di festival, in realtà  di un  procacciatore di affari ma per se steso; ed anche contro la concessione del magnifico Cortile di Sant'Ivo alla Sapienza, da anni occupato da concertini di bassa qualità.

Franceschini  di questi spettacoli volgari dovrebbe preoccuparsi, per la figuraccia che fa fare all'Italia e a Roma  nel mondo. Ma non lo fa, a meno che  volgari non li ritenga,  il che dovrebbe preoccupare prima che il mondo intero soprattutto gli italiani.

Ora, tra la fine di giugno e tutto luglio, a due passi dal Palatino, sotto i  colossali ruderi della Basilica di Massenzio si svolgerà il festival della letteratura,  fatto organizzare in extremis dalla Gaeta, prima esonerata dal visionario assessore Bergamo, quello che ha avuto dai grillini in dotazione l'assessorato nutato nella titolazione, che ora suona: 'alla ricrescita culturale'.
 E gli organizzatori sono preoccupati dalle interferenze acustiche che potrebbe produrre l'opera rock dal Palatino. Ma anche questo non è nuovo a Roma. Nessuno potrà dimenticare come, a Caracalla negli anni passati si svolgesse anche il festival dell'Unità, non distante dal sito nel quale l'opera fa la sua stagione estiva,  e come interferenze di ogni genere,  anche di traffico, vi fossero fra le due manifestazioni.

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Bell'articolo, da condividere in toto anche se contiene un paio di sfondoni: Prosperetti viene indicato come Sovrintendente, ma l'articolista confonde la figura del funzionario comunale (Sovrintendente, appunto) con quello statale (Soprintendente, carica ricoperta da Prosperetti); la copertura dei nudi ai Musei Capitolini va quindi imputata al Sovrintendente (comunale) e non a Prosperetti (Soprintendente statale).
    Poco dopo l'articolista confonde ancora Stato e Comune citando l'assessore alla Cultura comunale (Bergamo) in riferimento al Festival delle Letterature di Massenzio, ospitato al Foro Romano (area di competenza della Soprintendenza statale e non comunale).

    RispondiElimina
  3. La decisione di coprire i nudi in Campidoglio fu presa da Palazzo Chigi e ministero competente, dunque da Prosperetti ( Sovrintendente o Soprintentende: questo o quello...)
    Nel caso del festival a Massenzio ci premeva mettere in risalto il fatto che dopo aver tolto alla Gaeta la responsabilità del festival, l'assessore Bergamo ha dovuto restituirglielo per evidente incapacità del suo assessorato a provvedervi in proprio e in tempo.
    grazie comunque

    RispondiElimina
  4. Grazie delle precisazioni. A quanto detto aggiungerei il fatto che purtroppo ormai si è creato un "precedente" nel senso che avendo stabilito un prezzario per questa o quella location (Vigna Barberini o anche la terrazza degli Horti Farnesiani dove - non so se lo sa - ogni settimana due persone "cenano" con tavolo esclusivo grazie alla join venture tra RTL e Nero Divine s.p.a.), ormai i monumenti sono alla mercè del magnate di turno che, spendendo denaro, crede di poter essere il padrone e fare come vuole, con buona pace del buon gusto, della decenza e della tutela. Purtroppo, ecco cosa accade quanto lo Stato latita.

    RispondiElimina