Il progetto di Orazi (ex Sferisterio, ex Arena, ex Verdi di Trieste, ora a Cagliari: sovrintendente del PD) di coprire l'Arena di Verona, quand'era sovrintendente, così caldeggiato al punto da mostrare durante una conferenza alla Stampa estera di Roma, il modellino architettonico - per il quale lo prendemmo in giro, quando il suo sodale Franceschini dichiarò di voler ricostruire la platea lignea del Colosseo; invitandoli a mettersi insieme per coprire il Colosseo, al posto dell'Arena, e ricostruire la platea - pare che ora possa davvero realizzarsi.
Orazi ci scrisse per precisare che sua intenzione era coprire solo una fetta dell'Arena, quella del palcoscenico, onde evitare che la complessa macchina scenica avesse problemi a causa delle intemperie. Orazi, paragonato a Tosi, scherzava. Perchè adesso il sindaco di Verona - ancora per molto? - aiutato dai titolare di 'Calzedonia' che ha già mostrato più di un semplice interesse per quell'immenso spazio unico al mondo, ha bandito un concorso internazionale di progettazione - con i soldi di Calzedonia - che si è concluso proprio in questi giorni, con la vittoria di uno studio architettonico tedesco che ha presentato un singolare progetto di copertura 'mobile', a ventagli, che si apre e si chiude. Come si fa con gli ombrelli, se piove. Ma non per evitare che si bagni la scena e si chiuda, causa pioggia, alcuni giorni d'estate. Ma perchè, dice Tosi , la pioggia e le intemperie stanno corrodendo i gradoni dell'Arena. E, se si vuole salvarli, occorre coprire il grande anfiteatro. Coprirlo, immaginiamo Tosi intenda, durante i .lunghi mesi invernali, quando il tempo è solitamente più inclemente. E magari approfittare per darlo a Calzedonia che ci può fare, nell'Arena coperta, le sue sfilate - come del resto ha già fatto.E d'estate si può scoprire e ricoprire, ma solo in caso di maltempo.
Ci sono ancora dei problemi da risolvere. Come si fa, ad esempio, sotto la pioggia, a fare spettacolo dentro, con la pioggia che sicuramente farà rumore sulla tela della copertura? Hanno adottato un sistema simile nel cortile di un castello austriaco che ospita d'estate una 'schubertiade' , ma hanno desistito dal fare concerto dopo aver constatato il baccano che la pioggia produceva sul telone. A Verona c'è anche da risolvere il problema di come e dove far defluire l'acqua che si fermerebbe sicuramente sul 'ventaglio', appesantendolo e, se lacerato, creando una bomba d'acqua sui gradoni che si intendono proteggere. Vedremo che ne sarà. Intanto Tosi, come già Orazi, ha ricevuto l'incoraggiamento di Franceschini, a causa del suo progetto bislacco per il Colosseo, per il quale ha trovato i soldi e che dovrebbe già essere in cantiere.
Ora Orazi è sovrintendente a Cagliari, dove ha chiamato come direttore artistico Mauro Meli, già sovrintendente di quel teatro, dal quale all'uscita, anni addietro, pretese una indennità di circa 120.000 Euro, che la magistratura gli accordò e fece pagare al teatro. Il quale gli ha fatto causa (ma non per il buco milionario che aveva lasciato nei conti del teatro: qualche decina di milioni, bazzecole!)) ed ora la Cassazione, con sentenza definitiva, ha ordinato la restituzione di quella somma, di cui Meli non aveva diritto. Orazi ora deve coprire quel buco chiedendo i soldi al suo direttore artistico.
Qualche problema per Orazi, sovrintendente, a pretendere da Meli, suo direttore artistico, la restituzione di quella somma? Nessun problema, forse Meli chiederà la rateizzazione.
Qualche imbarazzo? Assolutamente no, Orazi non l'ebbe neanche quando qualcuno gli fece notare che stava per chiamare l'ultimo che avrebbe dovuto chiamare, cioè Meli, e lui negò, salvo poi a chiamarlo effettivamente qualche giorno dopo. Una catena di 'grembiulini' ben cementata - si disse allora - che nessun imbarazzo può interrompere.
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