Il post precedente, che riproduce integralmente, un articolo apparso su Repubblica ( Bologna) poco più di un anno fa ed anche alcune lamentele dei vertici del Teatro Comunale che stigmatizzavano come lo spazio antistante il teatro fosse diventato 'terra di nessuno', avrebbero dovuto spingere le autorità competenti ad intervenire già da tempo. Evidentemente chi doveva non lo ha fatto, con le conseguenze che sono ora sotto gli occhi di tutti.
Neppure chi governa la storica università è intervenuta in tempo, e si accorge del cattivo clima all'interno dell'ateneo, solo quando non può più fare a meno di guardare, e di adottare misure severe, per liberare la biblioteca( della facoltà di Lettere) da studenti e anche giovani di varia estrazione, non necessariamente iscritti all'università, che contavano, con la complice distrazione dell'autorità, di occuparla per fini tutt'altro che di studio. Le notizie emerse da quella sala sono allarmanti. La biblioteca divenuta 'invivibile' esattamente come strade e portici non distanti dall'Università, come lamentava Repubblica. Proprio così, perchè in biblioteca si spacciava, si compivano atti osceni e forse anche altro... alla fine il Rettore ha deciso di mettere i tornelli per controllare gli ingressi. Apriti cielo! La cultura non può essere controllata. Giusto. ma i facinorosi, mascalzoni e tossici invece sì, devono essere controllati e devono restare fuori dell'Università, dove si va per studiare. Questo deve essere chiaro. Non si può cominciare come nel passato quando per apparire 'democratici' ad ogni costo, si tollerarono abusi inconcepibili.
Tanto per fare capire come controlli, anche se per ragioni diverse, esistano dappertutto, vogliamo raccontarvi un fatto accadutoci. Qualche giorno, fa ci siamo recati alla Stazione Termini, per accogliere un nostro congiunto in arrivo. Agli ingressi controllati, ci è stata negata l'autorizzazione ALL'ACCESSO AI BINARI, senza biglietto, ma dove abbiamo chiesto di recarci per alleviare ad un nostro congiunto il peso del bagaglio: ci siamo sentiti negare, senza eccezione, tale autorizzazione.
Alla fine, per poter entrare, siamo dovuti andare dalla polizia che ci ha autorizzato, il tempo necessario per accogliere il nostro congiunto, dopo aver mostrato e lasciato un nostro documento di identità (la tessera da giornalista non è stata accettata, hanno voluto la carta di identità) che abbiamo ripreso all'uscita.
Ci si dirà che tale disciplina, in una grande stazione, é dettata dalla necessità di evitare atti di terrorismo; la qual cosa non sembra essere il caso di Bologna, dove però si sono verificati gravissimi fatti di vandalismo. Perché allora non evitare tale sfregi attraverso il controllo di chi entra ed esce dalla biblioteca?
Occorre avere il pugno fermo ed agire con determinazione, senza lasciar correre, perché chi fa cortei e sfida le forze dell'ordine non è uno studente che difende il suo diritto allo studio, difeso invece dai tornelli alla biblioteca (di Lettere).
Si prosegua perciò con i tornelli e anche con ogni altro tipo di controllo per ristabilire la normalità all'Università di Bologna. Non c'è bisogno di ricorrere all'insetticida, come minacciato da Salvini, il quale l'insetticida, che vorrebbe adoperare a Bologna, dovrebbe rivolgerlo verso se stesso, prima che infetti tutta la nazione con la sua ideologia.
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