Da quel che sappiamo ufficialmente, lo Stadio della Roma si farà. Ma è lecito anche supporre ancor prima che i lavori comincino che quello della Roma non sarà l'unico nuovo stadio di Roma, perché, già adesso, Lotito, patron della Lazio, vuole anche lui uno stadio e così Roma diventerà oltre che la città dei sette colli, anche quella dei quattro stadi.
Intanto restiamo a quello della Roma, sul quale dopo i tagli apportati al progetto ed esibiti dalla Raggi come trofei di vittoria, interviene Ignazio Marino che, nel 2014, aveva dato il beneplacito di massima al progetto dello Stadio che comprendeva anche diverse opere pubbliche di grande interesse, dalle quali era dipesa l'approvazione del progetto; addirittura, dice l'ex sindaco, per un ammontare pari a 250 milioni, per verde e opere di urbanizzazione varie.
La Raggi dovrà attendere la nuova approvazione della conferenza dei servizi ed anche il via libera della Regione di Zingaretti, il quale sicuramente la penserà come Marino, che sottolinea come il taglio delle cubature non è una vittoria se appresso si tira il taglio di tutte quelle opere che rendevano la nuova struttura calcistica di 'pubblica utilità'.
Ora così come sarà lo è ancora? Secondo Marino, contrariamente a ciò che le apparenze potrebbero far credere, il nuovo progetto ridimensionato è un grande regalo fatto ai costruttori, i quali, riducendo alcune cubature, risparmiano quella grossa cifra per opere pubbliche e verde, prevista dal primitivo progetto: 250 milioni circa. E per questo, ironizzando, ha chiamato lo Stadio non 'della Roma' ma 'alla 'Romanella'. E forse potrebbe aver visto giusto.
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