giovedì 23 febbraio 2017
Tutti per il Paese, nessuno per se stesso
Da qualche tempo, sempre più spesso, in questo blog compaiono post di argomento tutt'altro che musicale. Vorrete condannarci se ogni tanto distogliamo lo sguardo dal nostro mondo, quello della musica, dove comunque non sono tutte rose e fiori, per allargare l'orizzonte?
Se ci fermassimo alle parole dei politici, specie di quelli che ci governano, e concedessimo loro il massimo di credito, dovremmo ammettere che per tutto il tempo in cui governano non hanno altro pensiero per la testa che il bene del Paese.
Poi, invece, se ci prendiamo la briga di verificare come razzolano tizio o caio che abbiamo ascoltato predicar bene, le cose cambiano dal giorno alla notte, e si fa buio pesto.
Vogliamo parlare di Vasco Errani, uno nel mazzo? Pezzo da novanta del PD emiliano, appena scagionato da un'accusa di cui non ricordiamo il contenuto, per la sua passata responsabilità di governo della sua Regione, durante il quale ha gestito anche il terremoto e post terremoto, è stato nominato dal passato governo, quello di Renzi e confermato da Gentiloni, commissario straordinario per il terremoto. Lo abbiamo visto speso girare per le desolate zone terremotate, ed anche come accompagnatore di premier e ministri in quelle zone. Ora un commissario 'per il terremoto' in una zona in cui le scosse non accennano a diminuire, avrà da fare, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto? Certo. E comunque non basterebbe. Perché per risolvere gli infiniti problemi le sue giornate dovrebbero durare dalle 48 alle 76 ore. E forse solo allora lavorerebbe con l'efficienza necessaria.
E invece che ti fa l'Errani, Vasco. Trova il tempo per andare nella sua sezione PD, a Ravenna, per dichiarare ai suoi compagni di sezione che lui lascia il PD, e si mette sulla strada degli altri compagni scissionisti. Ma, ha assicurato, che non lascerà l'incarico commissariale. Ma forse dovrà necessariamente trascurarlo.
Senza voler apparire per il difensore non richiesto di quella mammoletta che è Renzi, al quale tutti hanno rimproverato di aver fatto perdere all'Italia una intera stagione politica, impegnando le forze di governo e di opposizione sui temi del referendum del 4 dicembre, vorremmo far notare che fra gli accusatori dell'ex premier, c'era anche Emiliano, governatore pugliese, il quale per far campagna contro Renzi, quando era ancora premier, andava dicendo che al governo i problemi della sua governata Puglia non interessavano affatto, mentre a lui sì, E citava il caso drammatico dell'Ilva di Taranto, ma anche il referendum sulle trivelle che toglieva responsabilità al governatore che invece la voleva perché solo così si sentiva pienamente responsabile della sua Regione, ed in grado di dare risposta alle numerose richieste.. Ora, ad Emiliano che da qualche settimana sta ogni giorno, dall'alba a notte fonda, in tv, e perciò lontano anche con la testa dal governo della sua Puglia, è lecito domandare quando si occupa dell'Ilva, sempre che il problema esista ancora.
Possiamo chiedere anche a lui di razzolare bene, esattamente come va predicando?
E poi ci verrebbe da chiedere ai medici che si sono opposti al bando regionale del Lazio relativo all'assunzione di due medici per l'Ospedale s.Camillo, due ginecologi, che non si dichiarino obiettori in fatto di interruzione della gravidanza, se esiste una legge dello Stato in materia e se tale legge è osservata in tutte le strutture sanitarie del paese. Perché se tale legge viene di fatto disattesa, allora la decisione del governatore Zingaretti è più che motivata, essendo altissima la percentuale dei medici obiettori ( che va dall'80 addirittura ad oltre il 90%) Che si opponga la Conferenza episcopale è perfino pleonastico notarlo; ma che lo faccia lo stesso Ministro della salute (che però, non si dimentichi, viene da un partito che a parole si dichiara cattolico, di ispirazione, ed ora, in previsione delle elezioni, non vuole correre il rischio di perdere l'appoggio degli elettori cattolici), è grave; mentre incomprensibile risulta il diverso parere dei medici del Lazio (negativo), e, a favore, quello dell'Ordine nazionale.
Mentre, come molti sanno, specie se ci sono passati loro stessi o qualche loro congiunto o conoscente, fra gli obiettori non sono pochi coloro che in strutture private l'aborto lo praticano, a pagamento, e facendo cartelle false, senza chiedersi se così facendo non mettono alcune donne, che non dispongono dei soldi necessari, in pericolo di vita. A questi mascalzoni, altro che medici, mai nessun ordine professionale ha chiesto il conto, e nei rarissimi casi in cui un conto gli si è chiesto, lo ha fatto la magistratura. Solo la magistratura.
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