Dal piano quinquennale presentato ieri in Giunta capitolina dal nuovo sindaco, stralciamo il capitolo n.9 dedicato alla cultura e che si articola in diversi paragrafi tematici.
DIRITTO ALLA CULTURA
Roma Capitale ha un patrimonio enorme: non solo l’immensa eredità del passato ma intelligenze,
voci, competenze, iniziative di donne e uomini, nuove imprese culturali che trovano la propria via alla
vita contemporanea, nonostante i mille ostacoli eretti da una società impaurita dal futuro e da una
pubblica amministrazione che troppo spesso preferisce il noto delle rendite di posizione all’ignoto
dell’innovazione.
Roma ha tutte le carte per essere protagonista della vita culturale mondiale. Per anni si è
autocondannata ai margini, privando la maggioranza dei suoi abitanti del diritto fondamentale di
godere della vita culturale e scientifica della città, del suo patrimonio artistico, culturale e
paesaggistico, delle nuove opportunità che la tecnologia rende possibili per la creazione,
l’apprendimento, l’innovazione sociale, lo sviluppo del pensiero. Questo diritto deve essere
riconosciuto a chiunque abiti Roma, ovunque si svolga la sua vita. È una condizione indispensabile a
una cittadinanza critica e informata, al progresso sociale, all’emancipazione umana. É anche un
volano straordinario per un’economia sana e sostenibile.
Gli ostacoli alla fioritura della vita culturale e al pieno godimento del patrimonio di Roma vanno
rimossi, con l’azione diretta per assicurare certezza e semplicità di regole e procedure, e con una
decisa iniziativa a livello legislativo in coordinamento con altre amministrazioni locali. Cultura e Roma
sono un sinonimo fuori dai confini nazionali; si lavorerà perché lo siano anche in casa nostra.
VALORE CULTURA
Esiste nelle attività culturali un indiscusso valore che non è misurabile in termini commerciali o
monetari, ma ha un impatto forte sulla coesione e sul capitale sociale e dunque sulle condizioni per lo
sviluppo dell’economia stessa. C’è un merito tecnico che deve essere affrontato per dare piena
autonomia alla volontà politica di dispiegarsi. Si adotteranno misure convincenti di questo valore e si
costruirà una disciplina diversa per l’uso del patrimonio pubblico che riconosca adeguatamente il
contributo della partecipazione culturale alla crescita civile e sociale.
UNA STRATEGIA CULTURALE PER ROMA
Con il coraggio di discutere in modi diversi, tra persone oltre i confini delle organizzazioni e dei ruoli,
Roma dovrà dotarsi di una strategia culturale per lo sviluppo della città, che consenta di far
convergere le risorse ed energie verso obiettivi decisi insieme ai cittadini, con la partecipazione di chi
lavora per/con la cultura, fuori e dentro l’Amministrazione capitolina, e di coloro che da lontano
guardano a Roma con amore e la considerano un patrimonio inestimabile della comunità umana.
Dunque, una strategia condivisa che prenda corpo nel corso del mandato e resti a disposizione per il
futuro.
DA UN INSIEME DISORDINATO A SISTEMA INTEGRATO
Le strutture, le istituzioni e aziende di - o partecipate da - Roma Capitale, devono tornare ad essere
interlocutore credibile per tutti: ciascuna con compiti ben distinti, ma coordinate. Non più in ordine
sparso, non più con obiettivi divergenti, non più in competizione tra loro. Si adotterà, dunque, un
sistema che per la crescita culturale della Capitale agisce e collabora con lo Stato italiano e le
Istituzioni culturali internazionali che hanno sede in Roma.
INTERCULTURA E COESIONE
La composizione della popolazione cambia vertiginosamente: si allunga l’aspettativa di vita, rallentano
le nascite, grandi migrazioni portano culture e religioni diverse in contatto, generando frizioni, paure
ma al contempo grandissime opportunità. Le reti di comunicazione e le tecnologie trasformano modi
di produzione e circolazione di contenuti e generano impatti senza precedenti sulle identità culturali.
La sfida dell’Intercultura e di un equilibrato rapporto tra identità culturali e cambiamento è davanti a
noi e parte integrante del lavoro di consiliatura. Sarà, inoltre, parte integrante degli indirizzi alle
Istituzioni culturali della Capitale per l'adeguamento ai principi sanciti con la Dichiarazione Universale
UNESCO sulla Diversità Culturale con interventi su strategie, politiche per il pubblico,
programmazione, partnership, risorse umane e composizione degli organi societari, fornitori.
LA RETE DIFFUSA E I PRESIDI
Le Biblioteche comunali sono un patrimonio prezioso, presidio fondamentale sul territorio, immerse
nelle periferie. Saranno aiutate nel loro lavoro a esplorare nuove frontiere e vecchi saperi, ad essere
sempre più luogo d’incontro, del piacere dello stare insieme; insieme alle scuole, prima porta al diritto
diffuso alla cultura. Si costruirà una nuova rete che colleghi, nella loro autonomia, questi presidi
culturali deputati a divenire un luogo nevralgico per l’esplorazione delle nuove frontiere, della
tecnologia applicata all’espressione artistica, dell’interazione tra pubblico e creazione, luogo di gioco
e di apprendimento per bambini/e e famiglie, tra Italia e mondo. Questo luogo potrebbe essere il
Palazzo delle Esposizioni, protagonista di una nuova avventura dopo anni di confusa gestione.
Piccole librerie, teatri, centri culturali che restano chiusi per inerzia o difficoltà o chiudono per le
ragioni più diverse, ma anche per l’impossibilità di far quadrare i conti. Occorre invertire la tendenza.
Si rimetteranno presto a disposizione delle comunità i luoghi su cui si è investito e che attendono solo
di tornare a vivere come il Centro culturale Elsa Morante o il Cinema Aquila, il Teatro Valle. Si agirà,
inoltre, su tutti i fronti, inclusa la riduzione del peso degli oneri comunali a fronte di un contributo a
promuovere la vita culturale nei quartieri in cui operano. Con il baratto amministrativo, con
disposizioni specifiche, si troveranno le forme più equilibrate per riconoscere il valore del lavoro di chi
contribuisce alla crescita culturale dei romani, nelle compatibilità di bilancio.
IL PATRIMONIO CULTURALE
Sulla base dei principi sanciti dalla Convenzione di Faro (Portogallo), nel maggio 2014, un’importante decisione
del Consiglio dell’Unione Europea ha riconosciuto che il patrimonio culturale svolge un ruolo
fondamentale nel creare fiducia reciproca tra i cittadini, stimolare la partecipazione dei cittadini alla
vita pubblica, migliorare la qualità̀ della vita e il benessere degli individui e delle loro comunità̀,
promuovere la diversità̀ e il dialogo interculturale. In seguito, il Consiglio ha approvato le conclusioni
sulla Governance partecipata del patrimonio culturale. Queste decisioni collocano al centro delle
politiche di tutela e valorizzazione del patrimonio lo sviluppo della persona umana, finalmente nel
solco del diritto fondamentale sancito all’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Roma Capitale ha per legge responsabilità eccezionali sulla tutela e valorizzazione del patrimonio
esistente nel suo territorio. La comunità ha il compito di tutelare il patrimonio anche per le generazioni
future, in modo che Musei e siti possano esprimere tutto il loro potenziale per migliorare la qualità
della vita e il benessere dei cittadini. Si metteranno la qualità dell’esperienza e l’arricchimento della
persona al centro del rapporto tra visitatori e luoghi, intervenendo sulla fruizione con le migliori
pratiche internazionali. Se il patrimonio di tutti diventa il patrimonio di ciascuno di noi e ognuno ne
prende in cura una parte, allora sarà possibile tutelarlo nel suo insieme, anche quello oggi
abbandonato. Si dovranno sperimentare con la giusta attenzione modelli di gestione del territorio e
del patrimonio minore che, senza inversione di ruoli, vedano i cittadini protagonisti della loro tutela,
accompagnati dalle eccellenti competenze di cui Roma è ricca nelle Soprintendenze e nelle
Università.
Musei, siti, paesaggi sono tra le migliori carte di Roma per innalzare la qualità della vita; per
accrescere la comprensione del mondo, il passato, il presente e il futuro; per ridarci il piacere di vivere
la città e per molto altro ancora.
ECCELLENZA E ABILITAZIONE
Roma Capitale indirizza o concorre a indirizzare le principali istituzioni culturali, attive in ogni settore
dell’espressione artistica. Lo Statuto speciale le attribuisce particolari compiti in questo campo e
l’Amministrazione finanzia l’attività di queste Istituzioni, creando direttamente o in collaborazione
eventi e festival con ambizione di respiro internazionale. La Capitale e l’Italia hanno bisogno che
quest’offerta culturale d’eccellenza sia sempre più tale, cresca di qualità e prestigio, ma, allo stesso
tempo, è necessario sfruttare meglio le opportunità che nascono da quest’offerta. E’ indispensabile
che ciascuna Istituzione o iniziativa metta in circolo, a beneficio della città intera, la ricchezza di
relazioni, interlocutori e competenze che si generano intorno alla propria attività. Attività che, peraltro,
in molti casi possono diventare occasione per la raccolta di risorse da destinare allo sviluppo culturale
nelle zone più in difficoltà di Roma. Si dovrà, dunque, affiancare al compito tradizionale di offrire
l’eccellenza un nuovo compito, o rafforzarlo ove già sia praticato. Si utilizzeranno al meglio tutte le
opportunità per realizzare attività educative, formative e promuovere nuova creazione e intrapresa
diffusa.
NUOVA CREAZIONE
Il nostro patrimonio culturale, la bellezza che riceviamo in eredità, arriva a noi perché nel passato
vicino e lontanissimo qualcuno l’ha concepita e realizzata pensando al proprio tempo e al futuro, al
mondo che sarebbe seguito. Mentre ci prendiamo cura di questa eredità, dobbiamo tornare a
inventare, creare, esplorare con eguale ambizione. Roma deve tornare capitale culturale mondiale nel
pieno senso del termine, città in cui la capacità di sviluppare, creare, produrre conoscenza, beni e
servizi culturali, siano al cuore del suo sviluppo: dalla musica all’audiovisivo, dall’architettura al design in tutte le sue espressioni, dalle arti visive in senso esteso allo spettacolo dal vivo, dalla
letteratura all'editoria locale, dalla nuova creatività che si affaccia nei laboratori dei makers, nella
nuova scuola romana di fumetto, al MAAM e tantissimo altro. Con i giovani protagonisti prima di tutto.
Allo sbando, senza un progetto unitario, nel cuore di Testaccio c’è una risorsa strategica per la
rinascita culturale. L’ex Mattatoio. Liberato nel 1999 dopo anni di abbandono, è cresciuto in modo
disorganico ma intorno all’idea di essere un luogo dove nuova conoscenza e creazione trovano casa.
Ora, insieme all’Università e agli altri attori che sono oggi partecipi del suo funzionamento, saranno
definiti indirizzi e strumenti per essere uno dei cuori pulsante della cultura a Roma e della sua
internazionalizzazione. L’utilizzo coordinato degli spazi comuni insieme ad una politica di branding e
programmazione generale sono la chiave per superare la frammentazione che oggi impedisce all’ex Mattatoio
di sviluppare il suo potenziale in modo organico.
Le Università sono una risorsa essenziale per una politica attiva di sviluppo della creatività. Si
cercherà la massima collaborazione per mettere a frutto il capitale di sapere, competenze, ricerca e
innovazione che esprimono e che troppo a lungo non è stato adeguatamente riconosciuto in
quest’ambito.
Accanto a politiche attive verso la creazione, bisognerà alleggerire il peso delle procedure per
autorizzare le attività di pubblico spettacolo, semplificandole e contenendo gli oneri diretti ed indiretti.
Allo stesso tempo, si ritiene necessario un maggiore controllo di merito per evitare che l’etichetta
“Attività culturale” e relativi benefici siano utilizzati indebitamente. Inoltre, è indispensabile riconoscere
il valore delle esperienze amatoriali e di formazione attraverso cui milioni di cittadini possono imparare
ad esprimersi con l’arte, in particolare, quando queste favoriscono anche lo sviluppo di empatia e
relazioni collaborative tra chi vi partecipa. El Sistema di José Antonio Abreu ha mostrato al mondo
cosa è possibile fare grazie ad un’educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso per
bambine/i di tutti i ceti sociali: a Roma si seguirà il suo insegnamento, cominciando nelle zone più
svantaggiate della città
Nessun commento:
Posta un commento