Luigi Corbani, lascia dopo ventuno anni di onorato servizio a capo dell'Orchestra Verdi di Milano, fondata con Vladimir Delman e guidata con timone fermo nelle acque agitatissime nelle quali il Ministero - i vari ministri e Nastasi - l'hanno costretta a navigare, fino all'altro ieri, quando invece, Corbani, sorretto dalla sua nobile ciurma, l'ha fatta approdare nel porto sicuro delle ICO ( Istituzioni Concertistiche Orchestrali) che le garantiranno per gli anni a venire, se proseguirà la buona amministrazione dell'Orchestra ed i buoni risultati artistici e di pubblico, una navigazione più felice.
Ora Corbani ha deciso di passare la mano e ritirarsi, per un meritato riposo perché in tutti questi anni ha dovuto condurre una lotta all'ultimo sangue con lo Stato cieco che toglie ai meritevoli per dare agli scialacquatori - come accade molto spesso.
A giorni si attende la nomina del nuovo direttore generale, in realtà con le mansioni di sovrintendente della Fondazione; e si spera che arrivi un altro navigato guerriero pronto a puntare nuovamente i cannoni contro lo Stato, qualora qualche ministro, cieco come i suoi predecessori, voglia mettere nuovamente in difficoltà l'Orchestra e la sua esistenza.
Alla quale anche noi, nel nostro piccolo, dodici anni fa, nel 2004 - nell'unico anno in cui abbiamo avuto una responsabilità artistica al Festival delle Nazioni di Città di Castello - abbiamo mostrato ed offerto sostegno, impegnando l'Orchestra, in varie formazioni anche cameristiche, come 'residente' di quella bella edizione del festival che si ricorda ancora.
Per un sovrintendente meritevole e benemerito che se ne va, a Verona c'è chi trama per far tornare al timone della Fondazione Arena, uno che di disastri, con la benedizione di Tosi, ne ha combinati negli anni della sua reggenza, e cioè Francesco Girondini. Lo vorrebbe ancor Tosi che è poi il sindaco presidente della fondazione che non più tardi di tre mesi fa ha portato i libri contabili della Fondazione al Ministero, per vedere di evitare il fallimento. Franceschini ci ha mandato il suo commissario di fiducia, Fuortes, che ha fatto carne da macello dell'Arena (chiude la Fondazione per tre mesi l'anno, scioglie il corpo di ballo mandando a casa i residui pochi individui stabili ecc...) e che parte dei dipendenti preme perchè resti ancora per il 2017, mentre il suo mandato da commissario scade il 30 settembre p.v.
Mentre Tosi, recidivo, vuole che il commissario vada via al termine del mandato ministeriale e vuole rimetterci ancora Girondini. Non gli è bastato. Tanto poi alla fine se i conti nuovamente non torneranno, né Tosi né Girondini finiranno dietro le sbarre o pagheranno un solo Euro per i danni procurati. Semmai la Fondazione fallirà definitivamente - tanto a Tosi non gli fotte niente - e l'Arena ricoperta, secondo il suo tragico progetto finanziato da una società di 'intimo', potrà ospitare l'opera d'estate, e negli altri mesi, circhi, balletti su ghiaccio, spettacoli di ogni genere. Certi - ma chi gliela dà tale certezza - che affidata a mani private produrrà utili. Forse, ma li produrrebbe, anche ora, se i ladroni che l'hanno portata sull'orlo del fallimento saranno tenuti lontani dall' Arena, e Tosi, impedito di nuocere nuovamente.
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