" Mi hanno riferito che abbiamo superato i 60.000 spettatori"- dichiarava Giorgio Ferrara, ormai da parecchi anni al comando del Festival di Spoleto, alla fine fine dell'edizione del 2014.
E quest'anno, ad Emilia Costantini del Corriere della Sera, aggiornava le cifre degli spettatori: " nel 2007, ultimo anno della gestione Menotti, Francis- erano 50.000 ( nei repertori si legge: 5.000, ma crediamo sia un errore: uno zero in meno, altrimenti ogni anno Ferrara avrebbe portato 10.000 persone in più rispetto al precedente: un miracolo riuscito solo a lui sulla terra!) oggi siamo a 70.000 ed oltre". E il Giornale di Spoleto, riportava a consuntivo che 'le presenze registrate sono state 80.000 ( che vuol dire presenze registrate? Spettatori ? Spettatori paganti o che altro?) e chele entrate rispetto allo scorso anno, son o passate da 627.000 Euro a 665.000, che vuol dire che i diecimila spettatori in più, rispetto alla precedente edizione, hanno portato nelle casse del festival, 38.000 Euro di maggior incasso, che diviso per 10.000 fa... fate voi i conti così non ci capirete più nulla, come è anche accaduto a noi. Ma forse in quegli ottantamila sono compresi anche coloro i quali hanno assistito ai concerti delle bande militari nello stadio, concerti gratuiti e forse affollati di spoletini e di abitanti dei paesi intorno. Alla quale circostanza si deve la dizione 'presenze', al posto di 'spettatori paganti', che facendo i conti della serva, potrebbero essere poco più di quelli dello scorso anno. Altro che 5000 spettatori in più ogni anno che vanno ad aggiungersi ai 60.000 dell'edizione del 2014. Presentando dal palco, il concerto di chiusura, in Piazza Duomo, Giorgio Ferrara ha detto:"Non credevo fosse possibile ma con lo spettacolo di questa sera abbiamo superato le 80 mila". Condividiamo lo stupore di Ferrara.
Insomma con le cifre sembra che Ferrara non abbia un buon rapporto, come - del resto- non sembra averlo né con il teatro- come faceva notare nelle passate settimane Franco Cordelli, sempre sul Corriere - e neanche con l'idea di festival che Gian Carlo Menotti aveva voluto fondare e portare a Spoleto.
Stando alle cifre - che non sono mai state il nostro forte ma alle quali ci stiamo appassionando da un pò, dopo che ne sentiamo sparare di veramente assurde - al Festival dei Due Monti che ora si chiama Festival di Spoleto perchè, a detta di Ferrara, il 'suo' festival o quel che è rimasto del festival di Menotti, ha infranto la barriera dei 'due mondi' abbracciandone molti di più, starebbero arrivando frotte di spettatori da ogni parte del mondo, tanto che la biglietteria elettronica è andata fuori uso, come si leggeva sul sito del festival all'inizio della edizione di quest'anno, e, verso la fine, quando si metteva in guardia che i biglietti del 'Concerto in piazza' - l'unico che poteva riunire contemporaneamente - una discreta folla di spettatori, non si potevano acquistare via internet ( questa non l'abbiamo capita, perchè pensavamo che la biglietteria elettronica fosse un mezzo di acquisto più veloce e più facile per grandi raduni!).
Insomma nel 2007, quando Ferrara giunse al comando del festival spoletino, gli spettatori erano 50.000 - secondo le sue dichiarazioni; nel 2014 sarebbero stati 60.000; nel 2016 avrebbero superato i 70.000. tutto possibile, ovvio. Però dal 2008 al 2014, in sette anni, gli spettatori sarebbero aumentati più o meno al ritmo di 1400 unità ad anno; poi all'improvviso un'accelerazione come non si era mai vista, sempre con gli stessi artisti del 2008 divenuti presenza fissa a Spoleto, una sorta di carrozzone di teatranti 'ferrarino' che sbarca ogni anno in Umbria, con un aumento intorno alle 10.000 unità ogni anno negli ultimi due ( un aumento vertiginoso che non trova riscontro in un altrettanto vertiginoso aumento delle entrate al botteghino, dove con un rapido calcolo risulta che il costo medio dei biglietti era di poco più di 8 Euro. Si capisce che i conti non tornano.). Così procedendo, nei prossimissimi anni, a Spoleto si raggiungeranno i 100.000 spettatori, e la cittadina scoppierà. Perchè dovrà allargare teatri e teatrini e piazze e piazzette, e chiese consacrate e sconsacrate, e ogni altro luogo nel quale Ferrara deciderà di bloccare il suo carrozzone. Ma noi non ce lo auguriamo .
Vogliamo invece solamente far notare come la musica sia scomparsa, e l 'opera - un unico titolo - da due anni a questa ed anche il prossimo - abbia sempre gli stessi artefici, uno dei quali è proprio Giorgio Ferrara, e che la memoria storica del Festival di Spoleto non ha alcuna importanza per Ferrara. Tanto è vero che l'archivio storico del festival. alloggiato a 'Casa Menotti', lo si deve alla famiglia Monini, della notissima e benemerita casa olearia spoletina, che ha acquistato la casa del maestro e ne ha fatto lo scrigno della storia del festival - come raccontava l'altro ieri Giuseppe Videtti dalle pagine di Repubblica, senza aggiungere una sola parola per dire che se non ci avessero pensato i Monini, forse nel giro di qualche anno il tesoro della storia del festival di Menotti, forse sarebbe andato distrutto o disperso. Perchè, come hanno riferito anche a noi dal centralino del festival: il festival non ha nessun archivio. Gli bastano le gesta presenti di Giorgio Ferrara.
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