Non ricordiamo più chi aveva tessuto l'elogio dell'allora sottosegretario all'Istruzione, Pizza (padrone del simbolo dello Scudocrociato - un affare), indicandolo al mondo, nonostante quel suo cognome assolutamente dozzinale, come fine letterato e cultore della classicità. E tutto il mondo impallidì a fronte di tanta statura di studioso, pentendosi perfino delle normali ed automatiche battute a suo danno, a causa di quel cognome. L'essersi dedicato a studi impegnativi ed elitari lo teneva lontano da ogni possibile bassa pratica umana, non umanistica. Egli, insomma, volava alto.
Fino al momento in cui si viene a scoprire - ed è storia recentissima, di questi giorni - che gli studi letterari e l'immersione nella classicità erano l'altra faccia di una sorta di 'pizza connection' - ci si perdonerà l'accostamento abusato da quanti hanno nel tempo voluto gettare fango sulla nostra società - che lui politico di professione, già sottosegretario al tempo di Berlusconi, assieme agli altri due fratelli - tributarista si diceva con studio nel quadrilatero romano del potere in Piazza in Lucina - uno più dell'altro, aveva messo su una società per delinquere; e che il politico, addirittura, è indagato dalla magistratura, non solo come 'sponda' al fratello tributarista nell'agganciare politici e in certo modo ricattarli con scambi di favori ed altro, ma per riciclaggio di denaro.
Insomma il letterato Pizza, con il tributarista faccendiere Pizza tessevano i fili di una grande ragnatela nella quale non era difficile far cadere politici corrotti, disposti a fare qualunque cosa in cambio di denaro o di favori.
Insomma un bell'epilogo per il fine letterato e cultore della classicità, come in lungo elogio qualcuno segnalò al mondo intero, il Pizza sottosegretario, a dispetto del cognome.
Alla fine dell'inchiesta siamo sicuri che il Pizza letterato e fine cultore della classicità verrà completamente scagionato dalle infamanti accuse rivoltegli; e semmai gli venisse imputato qualche passo falso, il nostro Pizza alla magistratura dimostrerà di averlo fatto per portare sulla retta via suo fratello tributarista il quale, non per sua colpa, ma per genetica tara, non sa che fare torbidi affari ai danni della società.
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