Il ministro Dario Franceschini, sostiene a spada tratta, contro tutti e tutto, il suo decreto del 1 luglio 2014 - suggerito e scritto da quel genio del suo aiutante Salvo Nastasi, con il quale si introducevano nuovi criteri per la distribuzione del FUS e che ora, la sentenza del 28 giugno u.s. del Tar del Lazio ha dichiarato 'contra legem' perché contraddice una legge - ed un decreto non può farlo, nè può intervenire in materia regolata da una legge che, per essere modificata, nuovamente soltanto una legge può farlo, non un decreto ministeriale - e perché assegna maggior peso a criteri quantitativi, nella determinazione dell'attribuzione dei vari finanziamenti, mandando a farsi benedire la qualità che in progetti artistici deve essere il parametro principale e privilegiato e che deve motivare il sostegno statale. Quel decreto rappresentò l'ultimo regalo avvelenato di Nastasi al mondo dello spettacolo dal vivo, nel quale ha fatto - con la complicità silenziosa e ignorante di vari ministri - il buono e cattivo tempo, per un decennio almeno.
Franceschini non ci sta , contesta la sentenza del TAR e dice che ora si rivolgerà al Consiglio di Stato per vedersi riconoscere le sue inconsistenti ragioni.
Nel frattempo lancia un infame ricatto all'intero mondo dello spettacolo dal vivo che si è rivolto al TAR o che ha criticato in vario modo quel decreto che, per molti soggetti, ha significato niente più che la cancellazione dalla faccia della terra.
In attesa che il Consiglio di Stato si pronunci, ricatta il Ministro, SONO SOSPESI i FINANZIAMENTI già ATTRIBUITI, e in corso di EROGAZIONE. Chi si è rivolto al TAR avrebbe dovuto prevedere una simile situazione - 'ritorsione', chiamiamola con il suo nome?
No, caro Franceschini, il fatto è che a lei ed al suo fedele scudiero di un tempo, dello spettacolo non fotte assolutamente nulla, e che vederlo agonizzare con procura nessun brivido.
Chieda magari consiglio alla sua signora, molto più ragionevole e saggia di Lei, almeno valutando le poche uscite che nei mesi scorsi ha fatto da capo della Commissione Cultura del Comune e in altre occasioni. E la smetta, comunque, con simili ricatti ed azioni punitive, gli uni e le altre infami.
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