Se dobbiamo giudicare la giornata dal mattino, Virginia Raggi, a quasi due settimane dalla sua elezione a sindaca romana, non fa ben sperare. Non ha ancora la lista dei suoi assessori, su di essi pesano gli ordini ed i veti incrociati dei vari esponenti del cosiddetto 'direttorio' del suo movimento, che probabilmente decide sopra la sua testa e che ora si riunisce addirittura in Campidoglio, senza dirci però quale sala utilizzi se quella consigliare o quella conciliabolare.
A ben guardare non sta facendo una bella figura, dimostrando già dai primi passi che avrebbero dovuto far capire a tutti che iniziava una nuova era per la gestione di Roma, che questa nuova gestione è più vecchia delle altre, delle quali ripete secondo copione la distribuzione in base ai vari manuali 'cencelli', degli incarichi, e la indecisione su questioni non marginali, mentre Roma continua ad affogare nelle varie emergenze, prima fra tutte quella dei rifiuti che sembra di ora in ora diventare drammatica.
Insomma pare che nella prevista seduta del consiglio fissata per il 7 luglio la Raggi non rivelerà la lista dei suoi assessori, semplicemente perché non l'ha definita ( non riesce a definirla, non gliela fanno ancora definire?non sa definirla, per inesperienza?) mentre i sindaci delle altre grandi città interessate dal ballottaggio, l'hanno fatto da tempo. L'avevano, sicuramente, già pronta ancor prima della loro elezione, mentre la Raggi, con quel suo fare decisionista attende istruzioni dal movimento (dai vari reggenti del direttorio) dimostrando di non potersi o non sapersi muovere.
La prova del Campidoglio sarà decisiva per le sorti future del Movimento al quale si accredita la vittoria alle prossime elezioni politiche che potrebbero arrivare anche prima del 2018. Con queste avvisaglie, non ne saremmo così sicuri.
Ieri ha preso parte alla presentazione della stagione del Teatro di Roma (Argentina) nel corso della quale ha detto che vuole portare la cultura al centro ed alla porta di tutti- speriamo non con la stessa flemma con la quale sta muovendo i primi passi. Poi ha detto di suo figlio che è andato all'Opera ed è tornato entusiasta, e, forse, a seguito di questo racconto si è materializzato all'Argentina Fuortes che poi ha incontrato brevemente, assieme a Sinibaldi la nuova inquilina del Campidoglio che li ha evidentemente rassicurati. Mentre forse qualche testa dovrà cadere, come ad esempio quella dell'amministratore di Zetema ( il cui compenso l'anno scorso è stato poco sotto i 200.000 Euro) oggi in società con Civita, che gestisce - a detta di molti malamente, la pensa così anche Montanari che farà parte del team che affiancherà l'assessore Bergamo, uno dei pochissimi già noti dell giunta Raggi - molte attività relative a musei, mostre, eventi culturali e di spettacolo della Capitale e non solo, avendo ridotto l'attività culturale ad un 'merchandising' eccessivo.
Ora la Raggi deve muoversi, non si addice alla città il suo passo lento, lentissimo, qui occorre correre e i suoi anni giovanili glielo consentirebbero, oltre tutto. Dunque che aspetta?
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