"Il
razzismo, quando è reale, va condannato sempre, senza se e
senza ma. La violenza, quando determina la perdita di una vita umana,
e non è dettata da concreti presupposti di legittima difesa, va
sempre condannata e deve essere punita con il massimo della pena”.
Ma Roberto Calderoli, esprimendo “il cordoglio per la morte di
Emmanuel e la mia vicinanza alla moglie”, “con altrettanta forza”
intende “ribadire che il razzismo non può essere a senso
unico e quindi bisogna condannare alla stessa maniera, e indignarsi
alla stessa maniera, quando le violenze e gli assassini vengono
commessi nei confronti dei nostri cittadini o di altri cittadini
stranieri. Penso, per restare alla cronaca nera degli ultimi giorni,
al duplice omicidio di Firenze o allo studente americano ucciso a
Roma”.
“Chi
oggi giustamente si indigna e condanna questo barbaro omicidio di
Fermo – rileva ancora il vicepresidente leghista del Senato –
avrebbe dovuto farlo, e deve farlo ora, nei confronti degli omicidi
di Firenze o dello studente americano, perche’ la violenza va
condannata, e va punita, sempre, indipendentemente dal colore delle
pelle o dalla provenienza di chi la commette o la subisce”. Come ha
ricordato Michela
Murgia, Calderoli è il protagonista di un per nulla edificante
episodio con Cécile Kyenge: "I cattivi maestri
del fascista e razzista che ha ucciso Emmanuel Chidi Namdi e
picchiato sua moglie Chinyery siedono in Senato: sono quelli che
dieci mesi fa hanno negato l’autorizzazione a procedere contro
Calderoli quando diede dell’orango a Cecile Kyenge. Era critica
politica, affermarono, mica razzismo, e lo dissero senza distinzione
di partito, compresi 81 senatori del PD e 3 di Sel che oggi si
dichiareranno certamente sconvolti e turbati davanti a tutti i
microfoni dei media. Questo succede a pensare che le parole non
abbiano conseguenze. Ipocriti.
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