Due amare sorprese per il povero Matteo fiorentino nel suo staff di Palazzo Chigi. Una se l'è voluta e riguarda la ex vigilessa Antonella Manzione che lui ha voluto a capo dell'Ufficio legislativo, nonostante il parere contrario della corte dei Conti. Perchè alla prova dei fatti la ex vigilessa, sorella di sottosegretario, il traffico legislativo a Palazzo Chigi non è riuscita a dirigerlo, anzi l'ha ingolfato e qualche volta procurato incidenti. Come nel caso del cosiddetto decreto anticorruzione negli appalti pubblici, di un duecento articoli, con oltre 180 errori che la Gazzetta ufficiale è intervenuta più volte e segnalare e correggere - come ha fatto notare Stella, quasi con disperazione, il Corriere un paio di giorni fa. Pare che ora la Manzione da Palazzo Chigi sia stata spostata nello staff dell'anticorruzione; e chissà quali altri casini riuscirà a combinare.
Il caso Manzione dovrebbe far drizzare le orecchie a quanti in Italia si occupano di scuola ed università, che vorrebbero sempre più facilitate per non stressare gli allievi - il discorso riguarda anche la Giannini. Al di là delle competenze GIURIDICHE che la Manzione avrebbe dovuto possedere per dirigere l'ufficio legislativo - ma come pretenderle da una signora che ha fatto la capo dei vigili ed ha insegnato 'diritto' negli istituti superiori '?- qui si pone anche il problema della redazione delle leggi, per la quale ci dovrebbero essere fior di giuristi e letterati, non analfabeti o semianalfabeti, come in Italia ve ne sono tanti anche a livello di laureati. E, del resto , non è un mistero che nel nostro paese una elevatissima percentuale di persone anche con studi alle spalle non è in grado di capire un testo. Gli infiniti errori grammaticali, sintattici e la diffusa sciatteria dovrebbero mettere sull'avviso il premier perchè la prossima volta si faccia consigliare da persone competenti e non indirizzare dalla cerchia delle sue amicizie. Forse brave persone, perchè dubitarne, ma incapaci ed inadatte ai rispettivi ruoli. Il paese diventa un burletta.
Oltre che burletta, il paese, con l'altro caso che ha toccato Palazzo Chigi e cioè quello del funzionario Renato Mazzocchi, rischia di essere considerato un covo di ladri che si annodano ovunque, pronti a ricavare benefici dai loro incarichi di potere.
E' accaduto che un funzionario, che viene dalla segreteria di Pecoraro Scanio, attivo nella staff del premier, aggiustasse i processi e trafficasse in tanti modi, previo compenso in denaro, che conservava a casa, come fanno i ladruncoli con le varie refurtive, e come hanno scoperto i finanzieri che gli hanno trovato oltre 200.000 Euro contanti.
E' una vergogna, nè più e nè meno grave della prima, cioè dell'incompetenza e del familarismo, anche se non accompagnate da delinquenzialità, perchè danni allo Stato ed alla sua immagine hanno ciascuna a suo modo prrocurato.
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