Quando l’arte incontra il Mecenatismo e … le agevolazioni fiscali. Congiuntura più che positiva per Art Bonus, lo strumento in vigore già da un anno che consente sconti fiscali fino al 65 per cento per libere erogazioni a sostegno della cultura e dell’arte. Il bilancio di un anno di operatività sta nei numeri: 34 milioni di euro, versati da 792 mecenati a 225 enti beneficiari. Azioni che complessivamente hanno reso possibile interventi di restauro e recupero di 272 siti di interesse artistico e culturale.
Neanche a farlo apposta, il bilancio e i numeri dell’iniziativa voluta dal ministero per i Beni Culturali sono stati illustrati a Roma nell’Auditorium di Mecenate, dal ministro Franceschini che, ovviamente gongola per il buon esito dell’operazione. Vediamo in dettaglio i numeri nei numeri: gli enti che hanno usufruito dell’Art Bonus sono 134 Comuni, 11 Fondazioni lirico sinfoniche, 16 teatri di tradizione, e 27 enti collegati al Mibact. Chi sono i Mecenate? Quarantasette enti, 159 imprese e 567 persone fisiche. A conti fatti, il Mibact ha raccolto 662.960 euro, i Comuni 10.865.514 euro, le Fondazioni Lirico Sinfoniche 14.959.901, i teatri di tradizione 2.217.477, e altri soggetti 5.051.263.
Franceschini parla di risultati “straordinari, perché in una fase sperimentale, senza una campagna promozionale, ci sono state piccole, medie donazioni a favore dei Comuni, dei musei, delle fondazioni lirico-sinfoniche. Adesso la stabilizzazione dell'art bonus, grande risultato della legge di stabilità, e la campagna promozionale, renderanno questo strumento sempre più importante”. Adesso si guarda avanti e il ministro non risparmia una stoccata-appello alle grandi imprese. Il messaggio è chiaro quando dice che eccetto “Unicredit che ha dato 14 milioni di euro per l’Arena di Verona, non c’è stata questa ressa delle grandi aziende”. Come a dire: è ora che anche i grandi marchi si diano da fare per tutelare l’arte e la cultura di un Paese che da solo vanta oltre il 57 per cento dei beni culturali a livello mondiale.
COLOSSEO E DINTORNI. Mister Tod’s e il Colosseo. Forse l’esempio più immediato o eclatante visto l’importanza del monumento che torna alla memoria a proposito di Mecenatismo. Diego della Valle ha tirato fuori 25 milioni di euro per il restauro del Colosseo e per 15 anni avrà l’uso esclusivo dei diritti sul monumento. Certo, al Mecenatismo si aggiunge anche una poderosa operazione di marketing e di business ma è forse la prima volta che un imprenditore “investe” una cifra così importante nel patrimonio archeologico del nostro paese. Prima di lui a Firenze – nel 2012 – la UIPO Co sostenne di tasca propria i restauri degli affreschi del Cortile di Michelozzo e degli scavi del Teatro Romano nella parte inferiore di Palazzo Vecchio. Il tutto per 480.000 euro (spalmata in tre anni 2013-2015).
Non solo imprese e facoltosi imprenditori. Giusto un anno fa, come riportato dal portale Insideart, di Mecenatismo si è occupato in prima persona Luciano Ligabue - per il mondo rock il Liga – che attraverso la piattaforma webwww.piazzadellearti.it, ha messo in connessione artisti, aspiranti mecenati e collezionisti.
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