Se uno una cosa sa fare, inutile chiedergli di fare altro, anche costringendolo. Prendiamo il nuovo direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo, Pizzo, siciliano di nascita ma romano d'adozione, che fa al nostro caso, venendo egli da Musica per Roma, codazzo di Carlo Fuortes, artefice, sempre il Pizzo Oscar, della rassegna 'Contemporanea', nata con lo scopo di spendere tutto ciò che si poteva per abbagliare i provinciali, che si sono perse le performances roventi delle avanguardie. Ad indottrinarli, abbagliarli - meglio - ci ha pensato, negli anni romani, il Pizzo, con la Sinfonia per i cento metronomi di Ligeti, il Quartetto per archi ed elicotteri di Stockhausen, le 'Vessazioni' di Satie, le Streghe di Venezia di Montresor- Glass- e la preziosa collaborazione di Cerami e Giorgio Barberio Corsetti. che forse aveva un senso proporli al variegato pubblico dell'auditorium romano, non a quello di un teatro dalla grande tradizione.
Ed ora, in attesa di ascoltare a Palermo, atterrati nel piazzale antistante il Massimo, gli elicotteri di Stockhausen ed i cento metronomi di Ligeti, eccoti importati le Streghe di Venezia che all'Auditorium di Roma si videro nel 2009 - le vedemmo anche noi, nulla di memorabile - e le 'Vessazioni', ma dei cittadini di Palermo, firmate da Satie, incolpevole, per colpa del Pizzo, dalle quali sapientemente ci tenemmo alla larga, nel 2012, e per le quali non faremmo mai e poi mai un viaggio a Palermo ad ascoltare una pletora di pianisti reclutati all'ultimo minuto e speriamo recalcitranti e riluttanti, onde far terminare la gara idiota dopo solo il primo minuto, quanto dura il brano.
Aggiungendo poi le 'Sirene per mare- Sinfonia per grandi navi' di Alvin Curran, e i ' Pianeti', di Holst ovviamente, al castello, con il prezzemolino Odifreddi ( già scritturato da Pizzo per gli elicotteri di Stockhausen) si completa l'estate al massimo del Massimo di Palermo.
Poi, naturalmente, presentata in pompa magna, c'è anche la stagione d'opera che si apre con 'Gotterdammerung' di Wagner - per rinfrescare la vocazione wagneriana di Palermo - si snoda lungo vie strabattute alcune e tortuose altre del melodramma, in eccesso le seconde, a significare la vocazione 'internazionale' di Palermo, segnata dalla presenza di grandi direttori - e questo vale anche per la stagione sinfonica. Ma quali sono i grandi direttori sbandierati dal sovrintendente Giambrone?
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