Se lor signori decidono una cosa, anche in tempi di ristrettezze economiche quando, a loro dire, i soldi mancano per cose essenziali, i soldi li trovano.
Uno si domanda la ragione per cui Tivoli quest'anno debba essere invasa da spettacoli di ogni genere, quando a pochi chilometri c'è Roma, con tutto il suo pandemonio spettacolare, giacchè l'unica istituzione a tacere o a cantare fuori dal coro, ma a bocca chiusa, è Santa Cecilia, l'Accademia intendiamo, mentre perfino il Conservatorio poco manca che sguinzagli allievi meritevoli anche nei ristoranti e nelle trattorie di Trastevere, ripagati con una pizza a fine serata?
Quest'anno il principe Barberini, assessore a Tivoli, ha inventato un festival dal titolo 'Tivoli chiama', d'accordo con Franca Valeri che ha subito risposto assumendosene ufficialmente la direzione artistica.
Il Festival di Villa Adriana, il cui ritorno era stato annunciato a gran voce, non si fa, al suo posto ecco arrivare il 'Tivoli Festival' - con il solito idiota giochino delle maiuscole e minuscole per dare un tono al titolo che per inventori geniali quali sono quelli di Musica per Roma, principali gestori di tutto ciò che si fa a Roma e dintorni, suona banale: 'Tivoli Festival'.
A proposito di Musica per Roma, Carlo Fuortes non schioda ancora, sebbene da qualche settimana sia uscito dal cilindro magico del Comune di Ignazio Marino ( Roma) il nome del nuovo amministratore, uno spagnolo.
E sempre a proposito di Musica per Roma e Carlo Fuortes, ancora un festival fotocopia della casa madre 'Auditorium', dopo Caracalla?
In pratica anche a Tivoli sbarcano i soliti noti della premiata ditta romana e , a beffa e danno dei romani, gli spettacoli sono ad ingresso gratuito. Perchè a Roma per sentire gli stessi si deve pagare ed a Tivoli no? Questa si chiama concorrenza sleale.
Forse che per la trasferta alle Terme di Tivoli gli acciaccati artisti non vengono retribuiti se non con una seduta di inalazione e fango terapia?
Nessun commento:
Posta un commento