Si è chiusa da poco la 45esima edizione del glorioso Giffoni Film Festival, fondato da Claudio Gubitosi ( è parente di Luigi, suo fratello maggiore, attuale direttore generale RAI?) nel 1971, quando aveva diciotto anni appena, e da allora affidato alle sue cure. Ed ancora una volta Gubitosi scaglia un sasso, anzi un macigno contro il Ministero di Franceschini e Nastasi come al solito distratti, sull'esempio di tutti i loro predecessori, verso iniziative di grande valore, indaffarati a fare impicci per favorire amici e parenti e distribuire elemosine a tutti, indistintamente.
Il Giffoni Film Festival conosciuto in tutto il mondo, l'unico dedicato interamente al cinema per ragazzi e da questi stessi giudicato, ogni anno, come fosse l'ultima congrega affaristica, deve lamentare la difficoltà che andare avanti comporta ai suoi organizzatori, molti dei quali non percepiscono lo stipendio da mesi - come ha sottolineato il presidente e direttore artistico Gubitosi - e deve ogni anno aspettare i finanziamenti promessi come manna dal cielo.
Il macigno, Gubitosi lo ha scagliato contro il sistema del finanziamento alla cultura in Italia, dove si può far nascere dall'oggi al domani una nuova iniziativa che, se voluta da chi comanda, ha subito assicurati i fondi necessari ed anche quelli superflui - vedi il caso veltroniano e bettiniano del Festival di Roma che costa almeno tre volte quello di Giffoni; mentre sei volte di più costa la Biennale Cinema di venezia) - mentre se nata dal basso, con intenti formativi ed educativi di grande profilo, deve ogni anno mendicare per ottenere nei tempi debiti il dovuto.
Questa è la situazione italiana. Quest'anno a Giffoni è approdato anche Veltroni, come un produttore regista qualunque, a presentare il suo prodotto per ragazzi. Perchè non ci ha pensato al festival salernitano negli anni in cui è stato ministro della cultura, magari con una legge speciale, come oggi chiedono a gran voce gli organizzatori del Giffoni, stanchi di assistere alla cronica disattenzione pubblica verso iniziative di valore, mentre fanno arrivare piccoli o grandi finanziamenti a tanti, solo per garantirsi voti al momento delle elezioni, senza valutarne meriti, qualità e valore ?
Sul fronte della cultura dobbiamo registrare anche in questi giorni le chiusure, per assemblee sindacali, di alcuni fra i più noti siti storico-archeologici e monumenti italiani, come anche la richiesta di considerare tale settore fra quelli strategici in Italia e perciò sottoposti alle norme della 'pubblica utilità', mentre da parte di Franceschini c'è il silenzio più totale o l'annuncio dei suoi avveniristici progetti di far tornare gli spettacoli al Colosseo, e per Nastasi si attende con ansia la sua partenza in quel di Bagnoli a risanare quella discarica di veleni, liberando finalmente la sua poltrona a Via del Collegio romano. In un paese diverso dal nostro, per molto meno, il susseguirsi di fatti così gravi, avrebbe convinto il ministro a lasciare il suo dicastero, in Italia e per Franceschini no. Lui resta per recitare il 'miserere' ad ogni occasione, senza trarre le necessarie logiche conseguenze per se stesso: via!
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