La gazzella contro l'elefante. Federculture di Roberto Grossi - alla quale si è iscritta ( 'meglio tardi che mai'), come ha annunciato il direttore generale Gubitosi, la Rai, con la promessa che dal prossimo autunno Rai 1 trasmetterà ogni sera, sul tardi, un programma di 'Rai Cultura', la nuova struttura affidata alla Calandrelli - contro il Ministero di Dario Franceschini e Salvo Nastasi (il nome di Nastasi non dimentichiamolo mai, lui conta quanto un ministro ed anche più di un ministro, a causa dell'inesperienza dei responsabili del dicastero e del loro avvicendarsi a ritmo continuo). Il primo, a forza di leggere dati e riflettere sul presente, guarda avanti, ipotizzando obiettivi per il futuro ed i piani per raggiungerli, veloce come una gazzella; il secondo, lento, pachidermico come un elefante con tutta la sua mole, non riesce che a spiattellare quel poco che ha fatto, mentre ogni giorno, accanto a qualche piccola vittoria, che pure c'è ma sul campo della 'normalità', registra sconfitte clamorose.
Insomma il Franceschini che all'indomani del suo insediamento a Via del Collegio romano, dichiarava che era consapevole di avere ricevuto il dicastero più importante in un paese con l'Italia, fa orecchi da mercante a quanto per un'oretta circa gli ha sbattuto in faccia Roberto Grossi, e ripiega sull'elenco delle piccole vittorie, di parecchie delle quali però l'esito decisivo si avrà in futuro.
Quelle poche vittorie occorre assegnargliele, per sottolineare a dovere poi tutte le sconfitte passate presenti e purtroppo anche future, sapendo come va questo mondo; e sarebbero:
- la fermata della discesa del FUS - ma è stato lui o il ministro di Letta, Bray o addirittura Ornaghi e Galan( i due sotto il cui ministero s'è avuto il latrocinio autorizzato alla Biblioteca dei Girolamini, attraverso il grande bibliofilo De Caro, mentre Nastasi era distratto perchè occupato a sistemare la cugina di sua moglie, Giovanna Melandri, al Maxxi e suo suocero,Giovanni Minoli, a Torino, in un museo; oltre che sua moglie, Giulia Minoli, al Museo del Teatro San Carlo:scandaloso!)?
- la detrazione del 65% sui soldi destinati da singoli e società alla cultura;
- la nuova fisionomia giuridica di una ventina di musei per i cui dirigenti ha fatto un concorso internazionale che deve ancora concludersi ( speriamo senza pasticci); e poi ... e poi per cosa altro vorrà che lo si ricordi come ministro? Per la copertura dei sotterranei del Colosseo? Per le colonne antiche sostenute con cemento armato all'interno del Foro? Per il consiglio di inserire nei libri di testo accanto a Leopardi, e Manzoni ( Alessandro, da non confondere con Giacomo, il compositore milanese) e Carducci e Dante naturalmente - che secondo lui hanno fatto il loro tempo - Guccini, De Andrè e gli altri poeti cantautori?
Qualche vittoria, alcune di Pirro, Franceschini può rivendicarle; ma il paese descritto da Roberto Grossi è un paese non diciamo alla deriva, ma senz'altro bisognoso di una sterzata che Franceschini non è in grado di dare.
Se Grossi dice che due dei nostri siti più visitati, Pompei e il Colosseo, non compaiono nei social network, Franceschini risponde: perchè non hai citato - i due si danno del tu, anche in pubblico; una delle novità di questo 11° Rapporto di Federculture - i siti che sono presenti sui social; e se si dice che il Louvre ha visitatori più di qualunque museo italiano, Franceschini, velocissimo, risponde che i 400 musei italiani, quelli statali, dei 4000 in totale, fanno ogni anno 40 milioni di visitatori, più di tutti i grandi musei europei messi insieme ( perchè poi, occorre dirlo, Franceschini a furia di essere giornalmente accusato per le manchevolezze sue e del suo ministero, ha imparato a rispondere colpo su colpo ad ogni accusa, rivoltando - come si dice - la frittata), e quando gli si fa notare di musei ed altre strutture culturali prive di personale per l'apertura necessaria e la custodia, risponde che sta predisponendo, per l'autunno, un bando per l'affidamento a istituzioni no profit.
Insomma ad ogni accusa lui sa rispondere, salvo poi a riscontrare - siamo in estate, basta aspettare qualche giorno per annotare altri casi di disservizio - che le cose da noi vanno sempre allo stesso modo: file davanti ai musei, siti chiusi per riunioni sindacali, scioperi selvaggi senza preavviso, mancanza di strutture di accoglienza come i grandi musei stranieri hanno a fottere.
E i giovani? E quelli che studiano nei campi artistici, specializzandosi pure, che poi non hanno nessuna prospettiva di lavoro? che risponde Franceschini? Sta zitto? No, una risposta pronta ce l'ha . Se fosse veloce ed efficace nell'azione come lo è nel fornire risposte soddisfacenti o no, avremmo il ministro migliore del mondo.
Che ha risposto? Che nel decreto sulla 'buona scuola' che si sta approvando in queste ore in Parlamento c'è una norma che provvede a considerare 'lauree' a tutti gli effetti i diplomi conseguiti presso scuole di eccellenza in Italia nel campo artistico. Questo avverrà dopo l'approvazione delle legge sulla scuola e dopo che il suo ministero ed il MIUR concorderanno i termini dell'accordo per tale cambiamento epocale che da tempo viene promesso - lo promise perfino la Gelmini, signora delle lettere e delle arti_ ma non è cosa di domani, come sembrava far intendere Franceschini.
Non è stata toccata nè la situazione 'romana' di Palaexpo, nè del Teatro Valle, tanto per fare due esempi. Perchè Grossi non l'ha fatto, visto che era intervenuto nei giorni scorsi per criticare aspramente Marino e Marinelli sul Palaexpo? Non c'entra nulla il fatto che Michela Di Biase, felice e fresca mamma, presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma, è la moglie del ministro Franceschini, che l'ha sposata la scorsa estate?
La risposta al prossimo rapporto di Federculture, il 12°. E nulla o quasi cambierà.
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